La cara vecchia “virilità” ha fatto capolino nel tempio del “politicamente corretto”

La cara vecchia “virilità” ha fatto capolino nel tempio del “politicamente corretto”

di Gianmaria Spagnoletti

È STATA LA MANO DI WILL SMITH…

E anche quest’anno ha avuto luogo la “Notte degli Oscar”, un tempo vetrina della “fabbrica dei sogni” di Hollywood, oggi del gossip e del “politicamente corretto” di cui l’industria del cinema è l’ammiraglia da un bel pezzo. La notte scorsa, però, c’è stato un pazzesco “fuori programma” che ha rubato la scena alle “nomination” di quest’anno e che fa ancora discutere.

È successo questo: a un certo punto della serata, il comico e attore Chris Rock si è esibito in un momento di “stand-up comedy”. Una scenetta, insomma. Se non che, si è lasciato sfuggire una battuta sull’alopecia di Jada Pinkett Smith, moglie di Will Smith. Non l’avesse mai fatto! Tra le risate in sala si notava l’espressione contrariata di Jada e, appena qualche secondo dopo, l’attore protagonista di “Men in Black” si è alzato dal proprio posto e ha colpito Rock con un ceffone, ammonendolo poi (a male parole) di non nominare più sua moglie.

La scena ha lasciato il pubblico senza fiato per un momento, dopo di che il comico ha continuato a fare battute e a ridere come se nulla fosse. Per dovere di cronaca, è corretto dire che subito dopo Denzel Washington ha fatto da paciere tra i due e che Will Smith ha chiesto scusa nel ricevere il suo Oscar come miglior attore protagonista per “King Richard“.

Com’era prevedibile, l’episodio ha diviso il pubblico e lo ha fatto discutere. C’è chi dice che ha fatto bene, chi invece afferma che è stato un gesto eccessivo e violento che potrebbe anche rovinare la carriera di Smith.

È necessario fare una premessa: c’è il forte sospetto che il “fattaccio” una messinscena. Non dimenticate che questi signori sanno recitare, e anche bene. E per di più è avvenuto tutto in un consesso di attori. Insomma, non ci vuole molto a pensare che l’episodio sia stato sceneggiato e organizzato apposta per ravvivare la serata. Se è così, la missione è riuscita benissimo (e le carriere di Will Smith e Chris Rock non corrono rischio di naufragare).

Detto questo, non c’è dubbio che la reazione di Smith sia stata esagerata: è stato lui stesso a riconoscerlo, fra le lacrime. Ma quello che alcuni hanno elogiato in maniera particolare è stato il fatto che Smith ha preso le parti della moglie dopo una battuta decisamente inappropriata (provate a pensare cosa sono i capelli, e che cosa vuol dire perderli, per una donna). Impossibile gridare al razzismo (per ovvie ragioni), piuttosto si trattava di un chiaro caso di body shaming, cosa che peraltro stride con tutto ciò che Hollywood rappresenta oggi, cioè la grancassa del Vangelo politicamente corretto del “respect” del “no al razzismo” “no alle discriminazioni”, tanto che ormai da parecchio tempo non si rappresentano più come i “cattivi” persino i vampiri.

Sta di fatto che la reazione istintiva ma virile di Will Smith ha spazzato via in un sol colpo il “patriarcato”, la “mascolinità tossica”, la “fallocrazia” e il “mansplaining”. E nel suo (giustissimo) chiedere scusa piangendo ha poi parlato di Dio, ha detto che vuole essere “veicolo di amore”, e che l’amore – per la moglie, ovviamente – “ti fa fare cose da pazzi”. Insomma, nella foga di tirare una sberla (forse finta, alla “Bud Spencer e Terence Hill”) Smith ha dimenticato le sue dichiarate simpatie per “amore libero” e quelle non confermate per Scientology, facendo l’esatto contrario. In un attimo, il “Principe di Bel Air” si è trasformato “ner Principe”, il camionista che in “Bianco, Rosso e Verdone” ammoniva: “‘Sta mano po’ esse fero e po’ esse piuma“. Con un pizzico di ironia si può dire che forse Will Smith meriterebbe un altro Oscar: quello come miglior marito dell’anno.  

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