Siamo solo ai primi 14 mesi dell’amministrazione Biden e i disastri sono evidenti!

di Angelica La Rosa

LA DOTTORESSA JENNIFER ROBACK MORSE (RUTH INSTITUTE): “CON L’AMMINISTRAZIONE BIDEN LA RIVOLUZIONE SESSUALE AVANZA SU TUTTI I FRONTI. L’ESERCITO USA È MENO INTERESSATO A VINCERE LE GUERRE CHE A INTEGRARE TRUPPE TRANSGENDER. IL DIPARTIMENTO DI STATO HA MINACCIATO DI NEGARE I VISTI ALLE NAZIONI CHE RIFIUTANO DI LEGALIZZARE L’ABORTO SU RICHIESTA O DI LEGIFERARE SULL’AGENDA LGBT+…”

Siamo solo ai primi 14 mesi dell’amministrazione Biden e i disastri si stanno assommando uno dopo l’altro. Non osiamo immaginare cosa avrà in serbo il futuro…

“Con l’amministrazione Biden, la rivoluzione sessuale avanza su tutti i fronti. L’esercito degli Stati Uniti è meno interessato a vincere le guerre che a integrare truppe transgender. Il Dipartimento di Stato ha minacciato di negare i visti alle nazioni che rifiutano di legalizzare l’aborto su richiesta o di legiferare sull’agenda Lgbt+”, ha dichiarato la presidente del Ruth Institute statunitense (un’organizzazione globale senza scopo di lucro, che guida una coalizione interreligiosa internazionale per difendere la famiglia e costruire una civiltà dell’amore), la dottoressa Jennifer Roback Morse.

Come se non bastasse il Dipartimento dell’Istruzione ha recentemente affermato che il titolo IX della legge sui diritti civili degli Stati Uniti impedisce alle scuole di discriminare, basando però ciò sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Su questa base, alcuni distretti scolastici hanno già consentito ai ragazzi di “sentirsi” ragazze e potere così utilizzare i bagni delle ragazze. E questo ha già provocato alcuni episodi di aggressioni sessuali.

Recentemente hanno suscitato polemiche anche le affermazioni della candidata alla Corte Suprema Ketanji Brown Jackson, la prima donna afroamericana nominata a tale ruolo.

La Jackson si è rifiutata di definire il termine “donna” dicendo di non poterlo fare nel contesto delle secondo giorno delle sue udienze di conferma davanti alla commissione giudiziaria del Senato degli Stati Uniti, spiegando di non essere “una biologa”, come se per definire una donna serva una laurea in scienze biologiche!

“Alcuni anni fa, un candidato alla Corte Suprema al quale fosse stata posta una domanda su come definire la parola donna avrebbe risposta ad una tale domanda dicendo: ‘Mi state prendendo in giro, vero?’. Oggi, con un partito fermamente controllato dall’ideologia di genere, una candidata alla Corte Suprema è costretta a fingere che definire ‘donna’ sia impossibile da definire”, ha spiegato la dottoressa Jennifer Roback Morse, che ha ricordato che qualora fosse accettata la sua nomina alla Corte Suprema, “il suo impegno per l’ideologia di genere potrebbe avere un impatto più profondo sulla giustizia americana. Come potrà pronunciarsi su un caso che coinvolge i diritti delle donne quando non sa (o vuole) definire ‘donna’ ?”.

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