“L’ultima volta”: così i nostri genitori (anziani) ci chiamano a ridiventare padri e madri…

“L’ultima volta”: così i nostri genitori (anziani) ci chiamano a ridiventare padri e madri…

di Simona Trecca

LETTURE PER LA NOSTRA ESTATE: “L’ULTIMA VOLTA. COME UN ROMANZO”: IL NUOVO LIBRO DI MARCELLA MANGHI CATANIA

«Per favore non isolate gli anziani. Non accelerate la morte degli anziani. Accarezzare un anziano ha la stessa speranza che accarezzare un bambino perché l’inizio della vita e la fine è un mistero sempre, un mistero che va accompagnato, curato, amato».

Con questa bellissima citazione di Papa Francesco tratta dall’Udienza generale del 9 febbraio 2022 iniziamo la recensione dell’ultimo libro di Marcella Manghi Catania L’ultima volta. Come un romanzo (Edizioni Ares, Milano 2022, pp. 240, € 18), dedicato alla sfida dell’accompagnamento, della cura e dell’amore verso gli anziani in generale, ma dei nostri genitori con molte primavere alle spalle in particolare.

Papà e mamma malati sono alla base della storia di Agata, figlia di due ottantenni con una salute che va e che viene, una filippina che “resta fissa”, moglie quarantenne con marito alle prese con una crisi di mezza età, madre di tre figli adolescenti, scrittrice immersa nella routine quotidiana. Una routine faticosa, abitudinaria, veloce.

Lo stile è ironico, frizzante, strappa risate e sorrisi. Racconta episodi comuni a tutte le famiglie, in particolare di quelle dove la malattia di genitori anziani inchioda alle proprie responsabilità, dal padre che incarna il cliché maschile che russa ed un secondo dopo ti risponde con criterio «Come facciano gli uomini a russare e poi a essere sul pezzo nel giro di un click è un mistero», alla svogliata lezione di yoga  («gli altri erano concentrati, occhi puntati a laser sull’insegnante che ordinava di fare il cobra, il pitone, il cane e altri animali. A me sarebbe bastato strisciare via come una lumaca).

L’autrice dà una voce romanzata alla protagonista. Una che ha la capacità di osservare il mondo e di raccontarlo con una lucida ironia, premeditata, non di pancia ma studiata affinché ogni parola abbia il suo posto ed il suo peso specifico: «Ho guardato fuori: qualche fiocco lentissimo e un freddo capace di trasformare le piantine di menta – messe al riparo sotto al balcone – in mojito».

Questo è solo uno degli esempi di ironia che viene usata anche come strumento di speranza. Ironia che arriva oltre l’apparenza, in profondità e trova sempre un motivo per sorridere. Agata è infatti una forza motrice propulsiva. Senza ironia sarebbe per lei ovunque una tragedia.

Il sorriso le affiora nell’anima anche nel caso della diagnosi del tumore di Pa’: «Una macchia sul polmone. Quella sì che non va più via». Riflettendo con la saggezza della donna matura, Agata ci dimostra che ci sono istanti della vita che sono ultimi, anche se non sempre ne siamo consapevoli: «C’è stata l’ultima volta in cui sono scesa dallo scivolo di un parco giochi, senza sapere che fosse l’ultima. Allo stesso modo, c’è un’ultima volta in cui parli a un genitore, ma quando accade non puoi sapere che proprio quella sarà l’ultima».

È come se la protagonista raccontasse a se stessa la propria vita, quello che pensa mentre la stessa vita scorre via ogni giorno con il carico di problemi ed imprevisti. Ma lei ne evidenzia i paradossi in chiave ironica, come la gonna acquistata da internet, made in China a 6 euro e fatta aggiustare da una sartoria cinese: «Non c’era che portarla al cinese sotto casa. Che se la vedessero tra loro».

La storia scorre fluida con Agata che si alterna tra Paesello dove vivono i genitori e la Grande Città dove vive da pochi anni con suo marito e i suoi figli, cercando il bene in ogni piega del quotidiano, tra dottori, ospedali, lavatrici e incombenze familiari.

Alla fine Agata non si lascia andare al pianto e alla disperazione, ma trova un senso all’epilogo familiare e consegna al lettore un messaggio di speranza. Un messaggio che ogni lettore saprà accogliere e fare suo.

Marcella Manghi Catania, nata a Parma nel 1974, dopo una laurea in Matematica e un master in International Management, ha sposato Pietro e ha dato alla luce tre figli. Ha già scritto diversi libri per le Edizioni Ares [da Qualcosa di diverso, del 2013 a Ventinove colazioni, 2020, passando per Mamma mongolfiera, del 2018) e cura regolarmente anche un blog che consigliamo, anche perché è molto “simpatetico” con questo suo ultimo, bellissimo, libro:  lettogelato. La vita come viene.

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