Commercio e tecnoscienza hanno reso gli anglofoni i veri signori della guerra moderna

di Martino Mora

I “POPOLI MERCANTILI” DELL’ANGLOSFERA PRETENDONO DI FARE LA GUERRA IN NOME DELL’UMANITÀ, MA DISUMANIZZANDO IL NEMICO…

Tra i più clamorosi fraintendimenti nella storia dell’uomo vi è la convinzione del tutto erronea dei pensatori illuministi (Rousseau a parte ma Kant compreso) che l’espansione progressiva del “dolce commercio” avrebbe portato la pace nel mondo. Le cose dal 1700 in poi non sono proprio andate così ma, del resto, gli illuministi non ne hanno mai imbroccata una.

E’ stata proprio l’espansione del commercio – e della tecnoscienza – che ha reso i popoli anglofoni i veri “signori della guerra” contemporanea. Tolto di mezzo l’espansionismo guerrafondaio dei popoli mercantili – e della plutocrazia che li guida – la guerra continuerebbe ad esserci, ma sicuramente in misura più limitata. Anche perché solo i popoli mercantili si sono inventati di fare la guerra in nome dell’umanità, disumanizzando però il nemico, come ha notato il grande filosofo e politologo tedesco Carl Schmitt (1888-1985).

In realtà il “mercatismo” l’avevano cominciato a fare i rivoluzionari francesi, ma gli anglofoni li hanno subito imitati, non lasciandosi sfuggire, soprattutto se massoni, l’invenzione girondina (tra l’altro erano mercanti e provenienti dalle logge anche i girondini) della guerra umanitaria-rivoluzionaria. La guerra, insomma, la si fa per “liberare” i popoli dal disumano avversario, disumano a prescindere in quanto avversario.

Senza la voracità antislava della plutocrazia di Albione [la Gran Bretagna, ndr] e degli yankee, forse nemmeno la guerra in Ucraina vi sarebbe.

 

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Verissimo!