Conoscenza ed esperienza mistica di san Tommaso d’Aquino

di Sara Deodati

COME CRISTIANI CHE SCELGONO DI SEGUIRE GLI INSEGNAMENTI DELLA CHIESA NON POSSIAMO CHE RINNOVARE LA NOSTRA DISPOSIZIONE A SEGUIRE SAN TOMMASO D’AQUINO PER ABBRACCIARE L’UNICA VIA CHE CI PORTA A DIO

Da sempre l’insegnamento di san Tommaso d’Aquino (1225-1274) ha rappresentato uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa. Tra i suoi contributi più noti ed importanti vi è quello riguardante il rapporto tra fede e ragione: fra le due realtà non vi è antagonismo ma, anzi, la ragione costituisce uno strumento necessario per avvicinarsi alla fede. Anche nelle dottrine etiche e in quelle politiche Tommaso distingue l’ambito della ragione da quello della fede: all’aspirazione naturale dell’uomo alla felicità si sovrappone infatti, senza annullarla, la beatitudine concessa dalla grazia divina e viene ammesso un diritto naturale fondato sulla ragione.

Un nuovo strumento approfondito e nello stesso tempo divulgativo per conoscere il pensiero dell’Aquinate è disponibile da oggi nelle librerie. Si tratta del saggio di Giovanna Valsecchi, giovane insegnante di religione, dal titolo Conoscenza ed esperienza mistica di san Tommaso d’Aquino. La narrazione agiografica di Guglielmo da Tocco (Prefazione di Alessia Brombin, Tau editrice, Todi 2022, pp.68, €12).

Questo volume costituisce un vero e proprio tributo al Dottore Angelico, che la  Chiesa ha sempre indicato come Sommo Maestro e dal quale ogni credente dovrebbe ancora lasciarsi interpellare. Nel libro l’Autrice sceglie espressamente di non partire dalla presentazione della grande produzione intellettuale del Dottore Angelico bensì dalla sua vita personale di intima unione con Dio Uno e Trino. Ricorda il confratello, primo biografo e postulatore di Tommaso, Guglielmo da Tocco  (1250 ca-1335) che l’esistenza terrena dell’Aquinate fu attraversata sin dalla fanciullezza dal fascino di un interrogativo: Quid est Deus? Chi è Dio?

Nell’enciclica Studiorum ducem del 29 giugno 1923, scritta in occasione del VI centenario della canonizzazione, Pio XI rivolge alla Chiesa un invito: «riferitevi a Tommaso!». Con ciò Papa Ratti intese sottolineare l’importanza dell’opera intellettuale dell’Aquinate, da assumere come esempio e guida per ogni cristiano.

Il libro della Valsecchi è diviso in tre parti. La prima introduce la mistica del santo alla luce della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa secondo le sue due accezioni: quella generale che vede l’assimilazione del Figlio al Padre attraverso lo Spirito Santo, quella particolare che definisce invece le fasi più alte della vita spirituale, nei livelli ordinario e straordinario.

Nella seconda parte del volume l’Autrice si avvicina all’Angelico secondo la visione di Guglielmo da Tocco, quella anche attualmente considerata la più autorevole, in quanto redatta appositamente per la causa di canonizzazione di Tommaso. Il postulatore prende le mosse dalla sua esperienza diretta di conoscenza dell’Aquinate e dalle numerose testimonianze da lui raccolte dai familiari, dai confratelli, dagli studenti di Tommaso. Nel volume si sintetizzano le visioni, le alienazioni dai sensi e i miracoli del frate e si conclude con ciò che costituisce il compendio di tutti questi doni: l’episodio avvenuto a Napoli il 6 dicembre del 1273, quando Cristo, il Logos incarnato, confermò le parole del “suo figlio” Tommaso. In tale occasione, come noto, il crocifisso parlò al santo dopo che egli aveva ultimato il suo trattato sull’Eucaristia. Rivolgendosi al Signore in cerca di un segno, pose il testo sull’altare e gli parve di udire il crocifisso pronunciare queste parole: «Bene scripsisti, thoma, de me quam ergo mercedem accipies?» (Bene scrivesti di me, Tommaso, cosa vuoi in cambio?)». E san Tommaso rispose: «Non aliam nisi te domine» (Nient’altro che te, Signore).

È logico sostenere come per l’Aquinate Dio non fu una presenza marginale (accidens) bensì l’origine e il fine della sua vita. In tal modo si evidenzia come il Dottore Angelico non sia stato innalzato agli onori degli altari per la sua opera intellettuale ma per la sua esemplare vita cristiana (fu dichiarato santo da Giovanni XXII nel 1323 e successivamente gli fu dato il titolo di doctor angelici e quindi di doctor communis, cioè dottore universale della Chiesa).

Nella terza e ultima parte del lavoro l’Autrice tratteggia l’elogio che i pontefici hanno fatto di Tommaso. Sinteticamente ricordiamo: Leone XIII con l’Enciclica Aeterni Patris (1879), Pio XI con la già citata Studiorum Ducem, san Paolo VI con la Lettera Apostolica Lumen Ecclesiae (1974) e, infine, san Giovanni Paolo II, che durante il suo pontificato gli conferì l’ulteriore titolo di doctor humanitatis.  Precedentemente anche il Concilio Vaticano II lo aveva espressamente segnalato come punto di riferimento per la teologia cattolica sia con il decreto Presbyterorum ordinis  sia con la dichiarazione Gravissimus educationis.

Alla luce di quanto detto, come cristiani che scelgono di seguire gli insegnamenti della Chiesa non possiamo che rinnovare la nostra disposizione a seguire san Tommaso d’Aquino per abbracciare l’unica via che ci porta a Dio.

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