La strategia di narcotizzare la gente

La strategia di narcotizzare la gente

di Nicola Sajeva

VERGOGNA A PIENE MANI DOVREBBERO AVERE I “GRANDI DELLA SANITÀ” CHE, NEGLI ULTIMI ANNI, HANNO INIZIATO UNA PROGRAMMAZIONE SUPPORTATA SOLAMENTE DA MOTIVAZIONI ECONOMICHE: TAGLIARE, RISPARMIARE, LIMITARE LE SPESE…

Avendo a cuore, come moltissimi altri, il futuro della nostra Sanità, cercherò di esporre, con serenità, le mie non rassicuranti riflessioni in merito.

Diverse volte mi sono trovato ricoverato in ospedale; ho avuto la possibilità di riflettere a lungo e sempre sono pervenuto alle medesime conclusioni: l’ospedale è il luogo dove l’uomo fa esperienza della propria debolezza, della propria fragilità e della provvisorietà delle sue condizioni di buona salute. L’ospedale è un mondo a parte: fuori c’é il pulsare della vita con i suoi problemi, con le mille difficoltà, con l’impegno, non sempre facile, di esercitare alcune virtù per oliare sufficientemente una miriade di rapporti interpersonali.

Dentro l’ospedale tutto ciò viene visto da una diversa prospettiva: le motivazioni del nostro quotidiano perdono consistenza e tutta la nostra attenzione viene polarizzata sulla malattia che inaspettatamente ci ha raggiunto. Tutti i toni che vanno per la maggiore fuori, qui diventano oltremodo anacronistici; diventano insostituibili tutte le gradazioni della dolcezza, della tenerezza, di una compassione che ci porta a ricercare tutto ciò che può alleviare una sofferenza, può esprimere sostegno spirituale, può schiudere un orizzonte di speranza.

L’ospedale è il mondo della sofferenza e dalla sofferenza scaturiscono quelle domande che spesso portano l’uomo a scandagliare le varie piste percorribili per tentare di dare motivazione alla propria esistenza.

Sfiorando realtà che la nostra ragione non riesce a decodificare è conseguenziale definire l’ospedale spazio impregnato di una sacralità che esige un approccio particolare da parte di tutti gli operatori: medici, infermieri, ausiliari, personale amministrativo, politici che intendono farsi carico dei problemi sanitari, i quali non possono non tenerne conto.

Può caricarsi di vergogna la policroma schiera dei commedianti bravi a interpretare il ruolo proposto dalla strumentalizzazione politica. Vergogna a piene mani dovrebbero prendere i grandi della Sanità che, ormai da diversi anni, hanno iniziato una programmazione supportata solamente da basse motivazioni economiche: tagliare, risparmiare, limitare le spese.

La sofferenza dell’uomo da una parte, l’irrazionale stanziamento di ingenti somme per finanziare spettacoli e canzonette dall’altra.. Vergogna per chi sollecita tali iniziative, vergogna per chi crede che narcotizzare la gente sia una strategia da seguire. Il cesto ricolmo di vergogna dovrebbe diventare così meta dei protagonisti e dei comprimari della tragedia che la nostra civiltà, sfidando tutte le leggi del buonsenso, continua a proporci. Il cesto della vergogna ormai vuoto potrà essere riempito di speranza: i medici e gli infermieri, operando al di là del loro dovere, e i politici, potenziando al massimo il loro impegno, deporranno in questo cesto le perle più preziose.

 

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments