La vita in un sacchetto

La vita in un sacchetto

di Enzo Vitale

DALLA CAMPAGNA ELETTORALE AI TRISTI FATTI DI CRONACA: IN TUTTI I MODI LA VITA UMANA È SEMPRE ELEMENTO CENTRALE

Uno degli argomenti principali che, assieme a reddito di cittadinanza, guerra russo-ucraina e questione energetica, ha fatto da padrone nella campagna elettorale italiana del 2022 è stata la posizione che i singoli partiti avevano relativamente alla legge 194/78. Una legge considerata dai più un “faro di civiltà intoccabile” che servirebbe a garantire quello che per alcuni è un diritto fondamentale: l’aborto! Che la legge possa essere, in qualche modo, modificata in Parlamento è assai improbabile. Che la legge, intrinsecamente ingiusta, non sia applicata nella sua interezza è un dato di fatto.

Ciò che mi lascia letteralmente basito – in realtà direi “schifato”, ma per il politicamente corretto certe espressioni non vanno usate! – è il clamore davanti a fatti di cronaca che, una volta che la vita è stata ridotta ad un bene disponibile, la releghino all’interno di un sacchetto di plastica, come un normale rifiuto da gettar via, magari nella campagna siciliana. Mi chiedo, nel leggere di questi scempi, se riuscissi in qualche modo ad avere lo stomaco per raccogliere questo piccolo bimbo, io che ho paura di far del male quando mi viene chiesto di tenere in braccio un neonato.

Dio mio aiutaci! Aiuta il bimbo a crescere sano e santo. Aiuta quella povera donna che è arrivata a compiere tale gesto. Perché se lo ha fatto, la responsabilità non è soltanto sua. Ma è, in qualche modo, anche nostra, incapaci come siamo, di tendere una mano attraverso gesti concreti, segni forti che le possano – a lei come a tante altre ragazze – far comprendere che, anche se dovesse rifiutarla, la vita, non deve essere gettata mai via in un sacchetto. In fondo, quella piccola creatura, se è stata per nove mesi in un grembo di donna, avrà pure un valore straordinario!

Mi crea fastidio sentire i tanti che si stracciano le vesti e non riconoscere che se si commettono gesti del genere, se non si è capaci di vedere la bellezza in quel volto innocente, è solo perché incapaci di combattere una mentalità anti-vita che trova le sue origini nell’egoistiche pratiche contraccettive. Mentre ci si sta ancora battendo il petto perché un bimbo appena nato è stato ritrovato in mezzo ad un campo mezzo morto, c’è già chi ha proposto di rendere gratuito il ricorso alla pillola contraccettiva per tutte le ragazze giovani e adolescenti che ne faranno richiesta.

Quanta ipocrisia c’è nelle parole di chi strepita perché pochi i ginecologi non obiettori disposti ad uccidere la vita nel grembo materno lamentandosi – per usare un’espressione di Papa Francesco – che mancano “sicari” a sufficienza pagati con le tasse degli italiani. E mi viene il voltastomaco sentire – le stesse persone che dovrebbero almeno garantire l’integra applicazione della 194 – che se ci fossero stati più medici disposti ad interrompere quella gravidanza (leggasi, ad uccidere una vita umana nel grembo di una donna), non saremmo stati costretti ad assistere alla pietosa scena del ritrovamento di un bimbo in un campo abbandonato.

Dove può arrivare la follia umana? A quanto pare, essa è capace solo di superare la fantasia dell’uomo che, se fosse animata da vero amore, proporrebbe strade finalizzate a difendere ogni vita sin dal concepimento. E, invece, siamo ancora qui a sentire le farneticazioni di chi, a tutti i costi, la vita la vuol eliminare sul nascere.

A proposito… avevo dimenticato: un altro punto caldo – a chi interessano i problemi della nostra amata Italia – è la consapevolezza di essere lo Stato, nel mondo, con il più basso tasso di natalità. Mi chiedo: avere più figli non significa anche permettere che vengano al mondo? E allora, se la vita è preziosa, ringrazio per ogni vita venuta al mondo e faccio gli auguri a chi è capace, con coraggio, di viverla fino in fondo.

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