Vaccini: cade l’ultimo obbligo ma i devoti dell’ennesima dose non si danno pace

di Dalila di Dio

LE AFFERMAZIONI SUI NON VACCINATI DELLA SENATRICE LILIANA SEGRE PROFUMANO DI DISCRIMINAZIONE

«Sui no vax sarei stata molto più severa»: con queste parole la senatrice a vita Liliana Segre ha commentato il provvedimento con cui il Consiglio dei Ministri, alcuni giorni fa, ha decretato la fine dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario – grande cavallo di battaglia della senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli – consentendo a qualche migliaio di operatori, fino a oggi sospesi senza stipendio, di tornare a lavorare.

Una voce, quella della Segre, assolutamente allineata a quella di decine tra giornalisti, intellettuali e politici dell’opposizione, che in questi giorni si stanno letteralmente stracciando le vesti perché il Governo ha osato mettere fine a una orribile e inaccettabile compressione dei diritti per centinaia di professionisti colpevoli di aver legittimamente deciso di disporre secondo coscienza del proprio corpo.

D’altronde, era stata proprio lei a sentenziare, qualche mese fa, all’indirizzo di chi aveva scelto di non vaccinarsi «se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri». Affermazioni che profumano di discriminazione ma lei è La senatrice, quindi può!

Era l’estate dello scorso anno: in quei giorni il capo del Governo dei Migliori Mario Draghi blaterava di “garanzia di trovarsi tra persone che non contagiano” e sentenziava, laconico, “non ti vaccini, ti ammali, muori” mentre dagli scranni del Governo il Viceministro alla salute Pierpaolo Sileri indignato bollava in Parlamento come “falsità” ciò che era già sotto gli occhi di tutti e cioè che i vaccinati potessero prendere il Covid-19 e contagiare gli altri.

Menzogne su menzogne – rimaste impunite e coperte da tappeti di ipocrisia con la connivenza di una stampa asservita – rese e ancor più gravi dal fatto che promanassero da persone deputate a tutelare la salute pubblica: su queste menzogne, lo sappiamo, si è costruita la narrazione intorno al salvifico Green Pass e alla necessità di escludere dalla società civile coloro che nutrivano qualche dubbio sulla efficacia e sicurezza del “siero dei miracoli”.

Di lì a poco, per i non vaccinati – ribattezzati No vax a beneficio di un racconto tutto teso a demonizzarli – niente mezzi pubblici, niente vita sociale, niente lavoro e stipendio.

La più grande compressione delle libertà individuali del dopoguerra, basata su congetture, dichiarazioni mendaci, garanzie campate in aria e, chissà, su quella pazza – ma non troppo – idea del ministro Roberto Speranza di usare il Covid-19 per ricostruire una egemonia culturale della sinistra scatenando il più terrificante conflitto sociale che si ricordi da decenni, radicato sulla paura della gente di morire costantemente, alimentata bollettino dopo bollettino.

La privazione dei diritti fondamentali come grimaldello per costringere il Popolo a obbedire ai diktat del Governo: qualcosa di spregevole e spaventoso, che solo a pensarci avrebbe dovuto fare insorgere i paladini delle libertà e dei diritti. Eppure, nessuno ha mosso un dito per opporsi a tutto questo.

Non solo. Oggi che a quello scempio viene messa la parola fine, costoro – i custodi della libertà di drogarsi ai rave party, per intenderci – insorgono perché non bisognava “premiare i No vax” coi quali piuttosto “essere molto più severi”, non concedere “il diritto a dei potenziali untori di infettare i pazienti”, non consentire “agli stregoni di tornare in corsia”.
Ci sono anche quelli che reclamano la lettera scarlatta per i medici non vaccinati e quelli che “da un non vaccinato ti fai curare tu”. Ma ora, se pure una viro-star come Roberto Burioni – quello che i non vaccinati dovevano restare chiusi in casa “come sorci” – risultato positivo al Covid un mese fa, dopo tre (forse quattro) dosi, si è visto costretto ad affermare che «il vaccino non ha più una grande efficacia nella protezione contro l’infezione», non sarebbe il caso di rimettere in discussione tutte le granitiche certezze su cui si è costruito il colosso di discriminazioni dell’ultimo anno e mezzo?

Peraltro, il fatto che quel colosso abbia sempre avuto i piedi di argilla – noi lo abbiamo sempre sostenuto, passando per complottisti nemici della scienza – è stato confermato non più di un mese fa da Janine Small, pezzo grosso di Pfizer, la quale, audita dalla Commissione di Bruxelles, ha candidamente affermato che il vaccino fu immesso sul mercato senza alcuna certezza in ordine alla possibilità o meno di interrompere la trasmissione del contagio.

Insomma, il Governo dei Migliori, con la complicità di stampa, intellighenzia varia e ciarpame mediatico assortito, ha sostenuto che il vaccino e, conseguentemente, il Green Pass, fornissero la garanzia di trovarsi tra persone che non contagiano quando persino Pfizer non aveva alcuna prova di ciò!

E il medesimo Governo ha continuato a sostenere la necessità di dividere la popolazione in vaccinati e non vaccinati – relegando questi ultimi fuori dalla società civile – anche dopo aver avuto la prova che i vaccinati si contagiassero e trasmettessero il virus agli altri.

Ciononostante, tacendo di queste circostanze o, in casi peggiori, negandole apertamente, si è costruito un sistema di feroce esclusione dalla società civile dei non vaccinati, additati come pericolosi untori che avrebbero dovuto restare reclusi, “sorci“, parassiti che rubavano i letti ai vaccinati (ma se i vaccinati non si contagiano?) e che avrebbero dovuto “pagarsi le cure“, gente da andare a prendere a casa con la Polizia o contro cui scatenare il Generale Bava Beccaris.

Alla luce di tutto questo, il decreto legge della scorsa settimana non solo appare necessario ma è, evidentemente, un atto dovuto.
Per vero, a questo atto avrebbero dovuto accompagnarsi le scuse contrite di chi ha discriminato, emarginato e privato della libertà migliaia di cittadini portando avanti scelte di natura squisitamente politica che nulla hanno e hanno avuto a che vedere con le emergenze scientifiche.

Ma è aspettarsi troppo da chi ha esultato perché a dei liberi cittadini è stato impedito di portare il pane in tavola, da chi ha gioito perché a un ragazzino non vaccinato veniva impedito di fare sport, da chi ha sbattuto in prima serata i volti di gente in terapia intensiva – i “No vax pentiti” – e ha trattenuto a stento la risatina nell’annunciare la morte di un non vaccinato.

Sì, è successo. È spaventoso ma è successo. E succede, oggi, che qualcuno – la senatrice Segre, per esempio – pensi che i cittadini siano dei ragazzini discoli da punire – più severa! – con la privazione dei diritti fondamentali se non obbediscono o ritenga che restituire a delle persone incolpevoli – che non hanno violato alcuna legge – la piena fruizione dei propri diritti inviolabili sia un “premio”.

La vita a punti. Il sogno di quelli che “il Covid è un’occasione per ricostruire un’egemonia culturale di sinistra”. Tutto torna.

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Incredibile. Un sopravvissuta all’olocausto che fa la gerarca sanitaria!!!
Orribile.
Tobia