La separazione tra Stato e Chiesa viola i diritti della libertà umana?
di Matteo Castagna
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NON ESISTE ALCUNA NAZIONE CHE ABBIA APPLICATO IL SISTEMA LAICISTA DELLA “SEPARAZIONE” TRA STATO E CHIESA SENZA ARRECARE UNA MANIFESTA OFFESA ALLA LIBERTÀ DI TUTTI I CITTADINI
La libertà è il più bel dono ricevuto da Dio. L’uomo, grazie ad essa, acquisisce coscienza dei propri atti, assume piena responsabilità verso di loro, frena le passioni, regola le tendenze, dirige le azioni, indirizza tutta la sua vita verso una meta precisa, determinata e concreta. La libertà è il primo di tutti i diritti, che funge da base per tutti gli altri. Lo Stato ha, dunque, il dovere di preservarla e proteggerla, di assecondarla e favorirla con ogni mezzo.
Più d’uno, negli ultimi due anni ha avuto modo di dubitare, spesso in maniera fondata e molte volte con fanatico eccesso, dello Stato, che anziché promuovere la libertà è parso calpestarla, talvolta col cinico compiacimento dei suoi elementi più discutibili. Lo Stato che disprezza o schiaccia la libertà compie il più orribile dei delitti. Ciò avviene ogni volta che lo stesso pretende di attuare il sistema della separazione del potere laico dal potere ecclesiastico.
Il culto che si rende a Dio abbraccia atti esterni privati e atti interni, perché Dio tiene il supremo dominio su tutta la natura; inoltre, l’uomo, essendo un essere socievole, ha il bisogno di palesare pubblicamente la Fede, unendosi ai propri fratelli nella Sua manifestazione. Nell’esercizio di questo suo diritto e dovere vuole essere protetto e difeso.
I liberali, anche quelli che si dicono cristiani, aboliscono la religione ufficiale della società e, quindi, priva i cittadini dell’appoggio giuridico della legge nell’esercizio del più sacro e sublime diritto, quale è la professione pubblica e sociale della fede cattolica. Soppressa la religione di Stato, ogni blasfemia si è resa possibile e priva di qualsiasi intervento da parte dello Stato, atto a punirla e reprimerla.
A Bologna, l’8 dicembre girava una squallida locandina che rappresentava la Madonna con la scritta oscena “Immacolata Contraccezione“. Lo Stato ha risposto col silenzio, mentre avrebbe dovuto intervenire e porre fine all’empia carnevalata. Il problema di fondo è che, applicato il sistema della separazione, la libertà dei cattolici viene annullata.
Se i genitori vogliono che nelle scuole si insegni la dottrina cristiana ai loro figli, lo Stato può rispondere propinando la dottrina gender. Se i cattolici desiderano tenere un pubblico raduno religioso per pregare contro il peccato, lo Stato può ritenere buono il peccato proibire l’assemblea perché divisiva, discriminatrice, pericolosa per l’ordine pubblico. Se le famiglie chiedono allo Stato di porre un freno ai media perversa o a spettacoli di cattivo gusto con abominevoli scandali, lo Stato risponde che non può perché la libertà di coscienza lo vieta. In questo modo i diritti del cattolico vengono calpestati, offesi, derisi.
La storia è maestra di vita, quindi si applica anche alla separazione tra Stato e Chiesa, dal momento che non esiste alcuna nazione che abbia applicato l’empio sistema, senza arrecare una manifesta offesa alla libertà dei cittadini. Alzare la testa e far valere i propri diritti religiosi è un dovere morale del cattolico del terzo millennio, che deve riconoscere la protervia liberale come il peggiore dei mali che insidiano la sua libertà.
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