Anche all’Europarlamento sembra che qualcuno stia pescando nel torbido

Anche all’Europarlamento sembra che qualcuno stia pescando nel torbido

di Gian Piero Bonfanti

SCANDALO ALL’EUROPARLAMENTO, COINVOLTO ANCHE IL SEGRETARIO DELL’ONG “NO PEACE WITHOUT JUSTICE”, FONDATA NEL 1993 DA EMMA BONINO

Italiani greci: una faccia, una razza. È questo il mantra che ci è sempre stato ricordato pensando ai nostri amici ellenici, ed anche in questa occasione, purtroppo, il detto non è stato smentito. Ci riferiamo alla bufera avvenuta all’Europarlamento ed alla sospensione dell’esponente socialista greca Eva Kaili dalla sua posizione di vicepresidente dell’Eurocamera.

Eva Kaili è agli arresti dopo che la polizia ha trovato nella sua abitazione borse piene di contanti. Una flagranza di reato che ha polverizzato l’immunità di cui godono gli europarlamentari. Anche il padre di Kaili in prima battuta è stato arrestato mentre, secondo il quotidiano L’Echo, stava fuggendo con una valigia piena di contanti. Sembra che le indagini riguardino del denaro ricevuto per condizionare la reputazione del Qatar presso l’Europarlamento.

Le decisioni all’Eurocamera su cui le indagini potrebbero essersi concentrate riguardano il voto sulla liberalizzazione dei visti qatarini nella Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE), dossier che presto sarebbe finito in plenaria, e la risoluzione sulle violazioni dei diritti dei lavoratori a Doha. All’approvazione della liberalizzazione dei visti in commissione la Kaili era presente ed ha votato, pur non essendo membro della LIBE. La risoluzione sul Qatar in Plenaria è stata invece approvata per alzata di mano. Era un testo in cui si condannava il trattamento dei migranti che hanno lavorato agli stadi del Mondiale e si chiedeva a Doha di fare un passo in più sui diritti. In Aula, il 21 novembre scorso, era intervenuta proprio la Kaili affermando che “il Qatar è in prima linea per i diritti dei lavoratori” mentre varie inchieste avevano già ampiamente documentato gli abusi e le morti.

Come dicevamo, ad accompagnare le sorti della Vicepresidente sospesa troviamo una “cricca” di italiani, per i quali sono stati convalidati gli arresti. In primis l’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri, oggi in Articolo 1 (il partito guidato dall’ex ministro della salute Roberto Speranza) sospettato di essere intervenuto politicamente a beneficio di Qatar e Marocco, “usando metodi ingegnosi e scorretti per i suoi scopi”. Troviamo poi l’assistente parlamentare Francesco Giorgi, il biondo istruttore di vela, compagno della Kaili, che lavora per un altro europarlamentare del Pd, Andrea Cozzolino, non coinvolto però nell’indagine. Ed infine Niccolò Figà-Talamanca, il segretario dell’ong “No Peace Without Justice”, fondata nel 1993 da Emma Bonino. Sono stati invece rilasciati sotto condizioni Luca Visentini e il padre della Kaili.

Le indagini proseguono ed anche se il Paese del Golfo “respinge categoricamente qualsiasi tentativo di associarlo ad accuse di cattiva condotta“, come ha fatto sapere un suo portavoce, le sorprese ed i coinvolgimenti di molte persone potrebbero essere a più ampio raggio. Osserveremo gli sviluppi. Di fatto ci troviamo ancora una volta coinvolti in questioni torbide nostro malgrado. Sembra proprio che il nostro Paese faccia fatica a stare lontano dai guai…

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