Scandalo a Bibbiena con festa “arcobaleno” in oratorio? Non c’è alcuno scandalo!

Scandalo a Bibbiena con festa “arcobaleno” in oratorio? Non c’è alcuno scandalo!

di Gianni Pietro Bisanti

IL PARROCO DI BIBBIENA, PADRE MARIO MAIORANO: “NON SIAMO VESSATI DA NESSUNO, NÉ SIAMO VASSALLI DI POTERI CATTO-COMUNISTI COME QUALCUNO HA AFFERMATO. TUTTA LA PARROCCHIA È PER LA VITA, PER LA SUA PROMOZIONE DAL CONCEPIMENTO ALLA SUA FINE NATURALE, SENZA PRETESE DI IMPORRE AD ALTRI IL NOSTRO MODELLO, IL NOSTRO CREDO E LA NOSTRA FEDE CHE CERCHIAMO DI PROPORRE, NEL NOSTRO PICCOLO, CON LA TESTIMONIANZA NELLA QUOTIDIANITÀ DI QUANTO IL SIGNORE GESÙ E LA CHIESA CI OFFRONO”

Secondo alcuni nostri lettori nell’Oratorio San Domenico Savio di Bibbiena, in provincia di Arezzo, un paese a 30 km in linea d’aria da Rignano sull’Arno, dove l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi è nato e cresciuto, dove ha servito la Messa da chierichetto, dove ha frequentato le scuole e guidato i boy scout, ci sarebbe stata una esibizione di un attivista LGBTQ, che pochi giorni prima aveva partecipato e promosso l’Arezzo Pride, il quale declamava alcuni versi della Divina Commedia. Inoltre, da mesi oramai sventola sulla terrazza della canonica una bandiera arcobaleno che, a detta di coloro che l’hanno issata, rappresenterebbe la “bandiera della pace”.

Su alcuni profili Facebook è stata pubblicata una foto estratta dal profilo dell’organizzatore della festa di fine anno dell’Oratorio di Bibbiena, in cui si intravede un parrocchiano vestito da pagliaccio ed un altro vestito da donna (seppur con la barba). Tra l’altro sembra che la “festa” abbia riscosso parecchio successo tra gli abitanti locali, considerando che chi l’ha organizzata sta ricevendo diversi apprezzamenti. Ma qualcuno non ha gradito e ci ha segnalato il fatto.

Il parroco di Bibbiena, Padre Mario Maiorano Sdv, ha spiegato ad Informazione Cattolica che è stata organizzata un’attività che ha permesso ad una “parte della nostra comunità parrocchiale di trascorrere in serenità, e sobriamente, la fine dell’anno, divertendoci lecitamente. Su di noi sono state riportate falsità e calunnie. Specialmente con una foto pubblicata, che ritrae persone stimate e di specchiata moralità” (la foto di copertina estratta da Facebook che vedete in alto).

Don Maiorano ha spiegato che tutta la parrocchia è “per la vita, per la sua promozione dal concepimento alla sua fine naturale, senza pretese di imporre ad altri il nostro modello, il nostro credo e la nostra fede che cerchiamo di proporre, nel nostro piccolo, con la testimonianza nella quotidianità di quanto il Signore Gesù e la Chiesa ci offrono. Non uccidiamo neppure nel percorso della vita attraverso argomentazioni inventate di sana pianta. Altre culture non ci interessano, ne abbiamo rispetto, quello che esigiamo per noi, senza chiuderci al confronto, al dialogo e, se fosse necessario, anche allo scontro sul piano delle idee e con libertà. Non siamo vessati da nessuno, né siamo vassalli di poteri catto-comunisti come qualcuno ha affermato, o di Matteo Renzi e chi sa di quale pletora di politicanti di quest’oggi”.

Don Maiorano ha ricordato che la parrocchia che guida è “totalmente libera e schiava di nessuno. Sappiamo distinguere tra politici e politicanti. Non tutti si chiamano Sturzo, De Gasperi, Moro, Dossetti, La Pira e altri che hanno saputo discernere con vera laicità e praticarla, ‘libero Stato in libera Chiesa’. Certo non vado, e sconsiglio, di andare dietro a politicanti che si professano a tutto tondo cristiani-cattolici, che ne difendono nei loro comizi i valori di matrimonio e famiglia e poi nella vita pratica fanno altre scelte…. il compagno, la compagna, le compagne e così via. Sono libero ed educo e predico la libertà, bene fondamentale e prezioso, non mando il mio cervello n’è quello degli altri all’ammasso. Cosa dire poi, infine, della bandiera della pace? E’ un simbolo che amo da sempre e continuerò, come milioni di cristiani-cattolici, ad amare. Per me era, è e resta il simbolo e segno dell’alleanza biblica. Se proprio dovete trovare una colpa, trovatela nella nostra incapacità, di fronte alla protervia altrui, di preservare e di promuovere simboli e segni consegnatici in eredità dai nostri padri. Continuerò ad averla sul balcone della canonica contro la guerra, contro le guerre. La condanna arrivata sui social mi sembra un giudizio sommario su chiunque la pensi diversamente, a cominciare dal Santo Padre, centinaia e centinaia di Vescovi, sacerdoti e moltissimo popolo di Dio…”.

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