La Madonna dell’Arco: ferita fino al sangue e circondata da splendide stelle

di Rachele Parrinello e Giada Maria Montalto

L’ITALIA È DISSEMINATA DI LUOGHI DELLO SPIRITO. OGGI “VISITIAMO” IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’ARCO, IL SANTUARIO DELLA PROVINCIA DI NAPOLI.

Il Santuario della Madonna dell’Arco è uno dei tesori più importanti per la città di Napoli e per l’intera Campania. Tale luogo santo prende il titolo di “Madonna Dell’Arco” perché al suo interno è contenuto un affresco della Vergine Maria che, in origine, era presente in basso ad un antichissimo acquedotto romano a forma di arco. La storia della Chiesa è collegata ad un famosissimo episodio avvenuto nel lontano 6 Aprile 1450: era il Lunedì in Albis ed un gruppo di giovani, fra un bicchiere di vino e del buon cibo, giocavano nei pressi dell’edicola votiva raffigurante la Madonna dell’Arco. Nello svolgersi del gioco uno dei giocatori lanciò una boccia, che andò a sbattere in un albero di tiglio dove era nascosta l’edicola votiva e quindi, di conseguenza, perse la partita. Preso dall’ira e dalla rabbia incontrollabile, il giocatore prese la boccia e la scagliò con tutta la sua violenza sull’Effige della Madonna, esattamente sulla guancia sinistra, evocando anche una serie di bestemmie irripetibili sul suo conto. Ad un certo punto, con lo stupore degli altri presenti, la guancia sinistra iniziò a sanguinare come se fosse fatta di carne. La notizia si diffuse velocemente in tutto il paese ed arrivò alle orecchie del Conte di Sarno, il quale condannò il giovane all’impiccagione immediata e solo dopo due ore dalla triste morte, l’albero di tiglio nel quale il ragazzo diede l’ultimo respiro, diventò completamente secco. Da quel momento in poi, migliaia di fedeli accorsero da tutta Napoli per pregare dinanzi alla Madonna. Riguardo all’affresco della Vergine Maria presente all’interno del Santuario, non si sanno ancora tutt’oggi delle informazioni precise circa la data esatta della realizzazione ma di sicuro, secondo delle testimonianze storiche, risale all’inizio del 1400. Dalla descrizione visiva dell’Effige, la Vergine Maria è seduta in un trono con il suo figlioletto Gesù tra le sue braccia nel lato sinistro, mentre con la mano destra, tiene stretta una mela o una boccia. In effetti, l’oggetto che tiene alle sue mani, sembra proprio l’anticipo dell’episodio che ha scatenato il “Miracolo del Sangue”. Circondano la Madonna tante piccole stelle, queste ultime sono frutto di un miracolo avvenuto nel 1675, quando un religioso del convento si trovava dinanzi all’effige della Beata Maria in preghiera e guardando attentamente vide che sotto la lividura della guancia risplendeva una luce color oro e poi vide sfavillare numerose stelle.

Nei secoli sono molti i prodigi che la Madonna dell’Arco ha riservato ai suoi fedeli: dove c’è odio, la Vergine Maria ha sempre portato tanto amore e l’episodio di Aurelia Del Prete ne dà testimonianza. Nel 1589 accadde che la donna si fece male ad un piede e fece voto alla Vergine Maria che, se fosse guarita, in segno di riconoscenza, le avrebbe portato una coppia di piedi di cera. Di Aurelia si diceva che fosse «diabolica et bestemmiatrice, crudele, di bruttissimi costumi et inimicissima d’ogni bene et consolatione christiana et humana». Un giorno accadde che insieme al marito si recò, di malavoglia, alla Madonna dell’Arco perché egli doveva portarvi un voto di cera promesso per una grave malattia da cui era guarito, e lei ne volle approfittare per tentare di vendere un maialino alla fiera che si svolgeva vicino al santuario. Ma ad un certo punto, il porcellino le sfuggì di mano e si mise a correre spaventato tra la folla. Aurelia, bestemmiando e imprecando tentava di raggiungerlo non riuscendoci. Ad un certo punto, ella, capitò proprio dinanzi all’Immagine Sacra della Madonna dove suo marito si trovava a pregare. A tale vista, l’ira della donna si scatenò e sbattendo a terra il voto del marito, lo calpestò bestemmiando e maledicendo l’immagine della Vergine Maria, colui che l’aveva dipinta e chiunque venisse a venerarla e pregarla. Dopo qualche tempo, ad Aurelia, si staccarono i piedi dalle gambe e visto che l’evento poteva essere di monito per tanti fedeli, questi furono esposti in Santuario.

Tale luogo dello Spirito, inoltre, è stato più volte rifugio per i sofferenti: nel 1656, quando la peste colpì tutta la Campania mietendo centinaia di migliaia di vittime, e poi nel periodo di tempo compreso tra dicembre 1631 e gennaio 1632, quando ci fu una violenta eruzione del Vesuvio. Nel primo caso, il Santuario, divenne luogo di ricovero e di cura per i sofferenti ed è in questa circostanza che nacque la devozione, in casi di malattia, di ungersi con l’olio della lampada votiva che arde, giorno e notte, presso l’Immagine della Beata Maria. Nel secondo caso, avvenne che all’interno del Santuario furono ospitati e curati circa 3000 rifugiati. Si racconta, inoltre, che per tutto il tempo dell’eruzione il volto della Madonna scomparve e che nonostante i terremoti e la caduta di piogge torrenziali di ceneri e lapilli, il Santuario subì solo danni ai finestroni, eccetto in quello centrale dov’era presente l’Immagina Sacra. La Madonna dell’Arco è un segno tangibile dell’amore materno di Maria: ferita fino al sangue e bestemmiata crudelmente, Ella non smette di intercedere e di portarci a Dio.

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