“Effatà” (“Apriti”), un comando del Signore da riscoprire

“Effatà” (“Apriti”), un comando del Signore da riscoprire

di Giuliva di Berardino

“HA FATTO BENE OGNI COSA: FA UDIRE I SORDI E FA PARLARE I MUTI!”

Nel vangelo di oggi troviamo la guarigione di un sordomuto. Quello che colpisce è che, in tutto il testo, c’è questa sola parola di Gesù che è un comando: “Effatà” che vuol dire “Apriti“. Cerchiamo di approfondire questo comando del Signore, che oggi viene annunciato anche alle nostre persone, alle nostre vite. Innanzi tutto Gesù pone dei gesti toccando l’orecchio e la lingua del sordomuto. L’orecchio è un organo simbolico: permette l’ascolto, la sequela del Signore, ma indica anche l’equilibrio nelle relazioni, perché attraverso l’udito possiamo capire quanto uno è vicino o lontano. E Gesù mette le dita negli orecchi dell’uomo, per dare potenza di vita alla relazione umana, dato che il “dito di Dio“, nella Bibbia, è lo Spirito Santo. Anche la lingua è un organo simbolico: essa serve non solo a parlare, ma anche a gustare i cibi e distinguerli. Ora, la lingua di questo sordomuto viene profondamente trasformata e risanata con la saliva che in antichità si credeva essere una specie di medicina, a dire che Gesù imprime la sua guarigione, dando all’essere umano un modo nuovo di comunicare e di discernere. Il fatto poi che Gesù “guarda verso l’alto” e “sospira“, indica che il Figlio di Dio pronuncia il comando “Effatà” in comunione col Padre e con lo Spirito Santo. Possiamo quindi capire che il comando “Effatà“, “Apriti” è rivolto a ciascuno di noi oggi, in particolare a quella parte di noi che non abbiamo mai portato alla luce, e perciò è mai stata trasformata in bellezza dal calore e dalla luce di una presenza amica e benevola. Ed è Gesù stesso che oggi viene a noi, con la sua presenza dolce ed amorevole, perché i nostri sensi, i nostri cuori, si possano aprire, perché dal buio del profondo la Sua Luce faccia uscire fuori ogni forza di vita, dal profondo, e perché, attraverso questa apertura, possiamo vivere la relazione e l’incontro con l’altro nella bellezza e nella tenerezza del suo tocco. L’apertura permette la relazione e perciò “Apriti” è un comando che sveglia la relazione. Questa parola, che è stata pronunciata dal ministro sui nostri sensi nel giorno del battesimo, compie quello che dice, perché apre nel nostro spirito un ambiente che fa uscire il buio e fa entrare la Luce. Dal giorno del battesimo, infatti, i nostri sensi biologici, sono stati illuminati dalla grazia dello Spirito Santo e sono diventati anche canali attraverso i quali riceviamo e ci doniamo reciprocamente lo Spirito Santo, se sappiamo ascoltare la Parola di Dio e parlare con la Sua grazia. Ascoltare, è essere capaci di sentire l’altro, di fare esperienza di ciò che sente l’altro. L’udito che mi apre allo Spirito Santo, mentre porta la mia esperienza d’ascolto al di fuori di me, fa entrare in me il modo in cui l’altro sente, rinnovando profondamente tutto in me. Lo stesso vale per il parlare che mi apre allo Spirito Santo, mi rende capace di rispettare l’altro e di farmi accogliere il mistero che abita in lui. Chiediamo allora oggi allo Spirito Santo che scenda ancora sui nostri sensi, che li accenda col fuoco del Suo ardore perché apriamo la porta del nostro cuore agli altri, lì dove noi l’abbiamo chiusa, e perché in noi e intorno a noi possa nascere vita sempre nuova, sempre più vera, secondo lo Spirito che ci guida alla Verità. Ripetiamo oggi a ciascuno di noi, nel profondo del nostro cuore, nel silenzio: Signore, fammi uscire me stesso per far entrare la tua Luce in me, fammi uscire per incontrare l’altro che mi ricorda che Tu ci sei. Signore, comanda oggi al mio cuore: “Effatà“, “Apriti!” e anche oggi, come nel giorno del mio battesimo, Tu farai nuove tutte le cose.

Buona giornata con il Vangelo di oggi, Mc 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.

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