La Madonna di Pietralba: fra la popolazione di lingua tedesca e di lingua italiana

di Rachele Parrinello e Giada Maria Montalto

L’ITALIA È DISSEMINATA DI LUOGHI DELLO SPIRITO. OGGI “VISITIAMO” IL DUOMO DELLE DOLOMITI, SANTUARIO PIÙ IMPORTANTE DELL’ALTO ADIGE: QUI LA MAMMA CELESTE APPARVE A LEONHARD WEIβENSTEINER GUARENDOLO DALLA SUA MALATTIA. 

 

A 1520 m.s.l.m. si trova il luogo di pellegrinaggio più importante dell’Alto Adige: il Santuario della Madonna di Pietralba, detto anche “Duomo delle Dolomiti”. Tale luogo dello Spirito si inserisce possente e maestoso nel grazioso paesaggio naturale della maestosa Val d’Ega (TAA), nei pressi di Monte San Pietro. Sotto questo cielo, ogni albero, ogni prato e ogni fiore sembra prendere ispirazione dall’apparizione della Madonna al contadino montanaro Leonhard Weißensteiner, nel 1553. Infatti, l’uomo, dopo essere precipitato in un profondo burrone vide la Vergine Maria che con tutta la sua bontà di mamma, miracolosamente lo guarì dalla sua malattia. Fu proprio la Madre Celeste a chiedere come ringraziamento la costruzione di una cappella, ancora visibile oggi nella basilica, dove i fedeli potessero recarsi per invocarla e lodarla.

Meta sin da subito di numerosi pellegrinaggi, la cappella originaria divenne ben presto troppo piccola e fu pertanto necessario costruire, nel 1673, una chiesa barocca più grande, la quale comprende la venerata statua in pietra bianca della Madonna Addolorata che tiene sulle ginocchia il Figlio deposto dalla croce. Nel 1718 i Servi di Maria, che ne avevano assunto la titolarità, vi affiancarono un monastero. L’accesso alla basilica avviene attraverso un corridoio in cui vengono conservati centinaia di ex voto, testimonianza concreta della gratitudine per la materna intercessione di Maria sperimentata da innumerevoli fedeli. Al Santuario appartengono due cappelle: oltre alla cappella originaria all’interno della chiesa, all’esterno è presente la Cappella di San Pellegrino Laziosi, patrono dei malati di tumore.

Nel 1787, per volere dell’Imperatore d’Austria Giuseppe II, il santuario ed il convento furono chiusi e ogni servizio religioso venne vietato. Tutti i beni che si trovavano a Pietralba furono confiscati dal governo a favore del fondo per il culto e tutto fu messo all’asta, compresa la statuetta della Pietà. Le tre torri della chiesa furono abbattute, e la stessa sorte colpì gli eremi costruiti nel corso del secolo nelle vicinanze del santuario. Fortunatamente l’acquirente Johann Gugler di Bolzano risparmiò dalla distruzione la chiesa e il convento. La rinascita di tutto il complesso iniziò nel 1800, arrivando al culmine il 24 agosto 1885 quando, alla presenza di 130 sacerdoti e 15 mila fedeli, il principe vescovo di Trento Giovanni Giacomo della Bona incoronò nuovamente la statua miracolosa della Madonna Addolorata. Tra i visitatori illustri del santuario vi furono anche l’imperatore d’Austria Carlo VI, che sollecitò i suoi sudditi ad onorare la Madonna di Pietralba e, in un periodo più recente, Albino Luciani (Papa Giovanni Paolo I) che a quei tempi era ancora vescovo di Vittorio Veneto. Papa Giovanni Paolo II (1978-2005) ha conferito a Pietralba il titolo di Santuario nel 1985. E soli tre anni dopo, il  17 luglio del 1988 il Papa fece visita al Santuario elevandolo a Basilica Minore. Oltre 55mila pellegrini si radunarono ai piedi del Santuario per acclamare festosamente l’arrivo del Santo Padre: i fedeli accorsero con tutti i mezzi possibili e moltissimi pellegrini provenienti da Laives, Aldino, Ora, Nova Ponente e un gruppo dalla Val Gardena arrivarono attraverso le montagne. Il Papa arrivò in elicottero alle 9.50, atterrando sul prato retrostante il Santuario, al cospetto del Corno Bianco.

Tra gli applausi della gente e le bandiere di benvenuto, Giovanni Paolo II raggiunse con la papamobile il luogo della celebrazione mentre i campanili del Santuario e delle chiese circostanti suonavano a festa. In quella splendida occasione il Papa disse: «Sono tanti i Santuari mariani, come visitarli tutti! Ci si ferma allora, a quelli che si presentano. […] Mi sento molto felice di essere qui, in questa diocesi fra la popolazione di lingua tedesca e di lingua italiana, tra i Vescovi provenienti da questa zona e dalle zone limitrofe, sempre sotto lo sguardo della Serenissima. Sappiamo bene che la Serenissima è Venezia ed il suo retroterra arrivava fin qui. Allora mi sento ben protetto dalla Vergine, dai Serviti, da Bolzano e dalla Serenissima. A tutti auguro la continua protezione della Vergine che si dimostra soprattutto nella pietà cristiana di questa gente». La presenza di questo luogo ci dimostra e ricorda la preziosità di avere dei luoghi nei quali poter venerare la Madonna, mediatrice tra noi – umili e peccatori – e Dio Onnipotente e Perfetto.

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