di Angelica La Rosa

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JENNIFER ROBACK MORSE (RUTH INSTITUTE): “IL VERDETTO NEL CASO MARK HOUCK È UNA VITTORIA PER LA GIUSTIZIA”

Il 13 ottobre 2021, Mark Houck e suo figlio di 12 anni erano fuori da una clinica per aborti di Filadelfia. Un operatore della clinica ha gridato oscenità e ha detto al figlio che suo padre ha una “strana religione” e “odia le donne”. Houck – fondatore di The King’s Men, un apostolato per aiutare a uscire dalla dipendenza della pornografia e coltivare le virtù cristiane – ha usato la mano per tenere il bullo lontano da suo figlio così Houck è stato accusato di aver violato per due volte, entrambe il 13 ottobre del 2021, la «Legge sulla libertà di accesso agli ingressi delle cliniche» (Face Act), secondo cui è un reato federale tentare di impedire con l’uso della forza l’accesso a una clinica per aborti o a un centro per la gravidanza.

“Quella non era nemmeno una violazione del FACE Act”, ha affermato la dottoressa Jennifer Roback Morse, presidente del Ruth Institute statunitense. “Si trattava di una disputa fuori da una clinica, non di un tentativo di bloccare l’accesso di qualcuno alla clinica”. Non è stato considerato così dalle autorità che avevano inviato una squadra SWAT di 20 uomini, in tenuta da combattimento, a casa di Houck per arrestarlo davanti ai suoi figli.

Houck era solito guidare per due ore fino a Filadelfia, dove rimaneva, ogni mercoledì, per sei-otto ore sui marciapiedi nei pressi di due diverse strutture per aborti, pregando ed eventualmente cercando di consigliare le donne a non abortire il bambino che portavano nel grembo. Secondo l’accusa, formalizzata dal gran giurì, Houck quel 13 ottobre del 2021 si era reso colpevole di aver spinto a terra un uomo di 72 anni (B.L.), volontario di una clinica di Planned Parenthood, mentre questi «tentava di accompagnare due pazienti» all’interno della struttura; ed era accusato di aver «affrontato verbalmente e spinto con forza a terra B.L.» davanti alla clinica, causandogli «lesioni che hanno richiesto assistenza medica».

Il caso poi era stato archiviato da un tribunale della Pennsylvania, ma in seguito è stato ritirato fuori – a livello federale – dal Dipartimento di Giustizia (Doj, nell’acronimo americano). «Se fosse stato davvero un pericolo per la comunità, non avrebbero aspettato un anno per perseguirlo», ha detto l’avvocato Breen, il legale della Thomas More Society che ha difesa Houck. Secondo l’avvocato si trattava di «un processo politico». «E ciò che è chiaro è che dal Dipartimento di Giustizia ai suoi massimi livelli […] stanno cercando di inviare un messaggio ai pro-vita e alle persone di fede: “Non scherzate con noi”. Loro vogliono intimidire, vogliono che le brave persone come Mark smettano di pregare e dare consigli presso le cliniche per aborti del nostro Paese. E questo non accadrà».

“Il fatto che questo attivista pro-vita, e padre di sette figli, sia stato perseguito mostra quanto l’amministrazione Biden abbia politicizzato in modo eclatante il Dipartimento di giustizia. Se condannato, Houck avrebbe potuto affrontare più di un decennio di prigione. È stato disgustoso”, ha detto la dottoressa Morse.

Fortunatamente negli ultimi giorni di gennaio 2023 il processo grottesco, nato da un paio di spintoni che Houck aveva dato a un accompagnatore di una clinica per aborti di Planned Parenthood a Filadelfia, si è concluso con l’assoluzione di Houck. “Il verdetto nel caso Mark Houck è una vittoria per la giustizia”, ha commentato la dottoressa Morse. L’accusa a Mark Houck è stata una “parodia della giustizia”, ​​​​ha detto la Morse. “Il Congresso dovrebbe avviare un’indagine sul DOJ di Biden per aver abusato della sua autorità politicizzando le forze dell’ordine”.

In un comunicato dopo il verdetto, Peter Breen della Thomas More Society, che rappresentava Houck, ha dichiarato: “L’intimidazione del Dipartimento di giustizia di Biden contro le persone a favore della vita e le persone di fede è stata bloccata”. Almeno per il momento!