L’Inferno c’è e per non finirci dentro occorre lottare su tre fronti

L’Inferno c’è e per non finirci dentro occorre lottare su tre fronti

di Pietro Licciardi

COME COMBATTERE IL PECCATO E SATANA, SAPENDO CHE CON LE TENTAZIONI C’E’ LA FORZA PER USCIRNE E SUPERARLE 

Il più grande successo di Satana è aver fatto credere che lui e l’inferno non sono altro che “invenzioni” partorite da una Chiesa beghina e ignorante. Una fandonia bella e buona che purtroppo è stata diffusa anche da tanti poveri preti e “teologi” i quali non si sono fatti scrupolo di contraddire le scritture e la stessa Madre di Dio, che a Fatima ha persino mostrato ai pastorelli quanto l’inferno sia reale. Il risultato è che l’uomo resta sempre più infangato nei propri vizi e peccati confidando in una mitica misericordia che tutto perdona e tutti salva. Mitica perché non è questa la Misericordia che Cristo-Dio ci offre ma quella che sempre segue il pentimento, che ovviamente non è detto che arrivi, se tutto alla fine ci è rimesso. E infatti santa Faustina Kowalska, la santa che ha portato nel mondo il messaggio della Divina Misericordia vide gli inferi e rimase straziata nel vedere come la maggior parte delle anime che languivano tra le fiamme erano proprio quelle che in vita non credevano al demonio o all’inferno.

Nella Chiesa buonista e tiepida di oggi dell’inferno non si parla più, “per non spaventare” o turbare le anime. Inutile ricordare che la Madonna, sempre a Fatima, non ebbe alcun problema a procurare – a titolo didattico – a Lucia, 10 anni, e ai suoi due cuginetti di 9 e addirittura 7 anni la terrificante visione delle orrende bestie diaboliche e delle inaudite sofferenze da loro inflitte. E c’è da star certi che se non possiamo vederlo, almeno sentir parlare più spesso del pericolo infernale salverebbe molte più anime di certe dotte e narcolettiche omelie o sciape e moralistiche disquisizioni sociologiche.

Per conoscere come opera il Demonio torna utile il Manuale di Demonologia di Simone Iuliano (edizioni Youcaprint) dove si apprende che non ogni peccato è causato direttamente dall’intervento del diavolo; a volte infatti alcuni peccati e tentazioni sono causati solo da un’opera indirettamente voluta dal maligno. 

Il combattimento pertanto deve dispiegarsi su tre fronti. Il primo riguarda i nostri desideri carnali. Come avverte San paolo nei capitolo VII e VIII della Lettera ai Romani in noi, cioè nella nostra carne, non abita il bene; c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo e questo ci rende schiavi del peccato Il secondo fronte è il mondo, ovvero quell’insieme di criteri, scopi, idee, valori, etc., che vengono imposti dai poteri che lo governano attraverso i mezzi di comunicazione sociale o qualsiasi altro sistema che ci voglia indurre a idee, comportamenti, atteggiamenti volti ad allontanarci da Dio. Il terzo è dato dalla tentazione diabolica che può essere riconosciuta per la sua sottigliezza, per l’astuzia con cui viene indotta, per la forza e l’insistenza, oltre che per il modo improvviso e violento con cui generalmente si presenta

Dio non pretende che diamo colpa agli spiriti del male per ogni problema che ci si presenta; ma vuole che scopriamo, le cause di ogni situazione per trovare una soluzione adeguata. Molte volte alcune delle nostre “cadute” sono causate da mancanza di vigilanza e di preghiera: «Vigilate e pregate per non cadere in tentazione» (Mt 26,41).  Altre “cadute” sono frutto della nostra carenza di autodisciplina e oggi, sfortunatamente si sta disprezzando tutto quello che può essere disciplina mentre si esalta una vita moralmente e materialmente sregolata o sfrenata spacciata come “libera” ed “emancipata”. Di fatto ci siamo procurati una tremenda schiavitù che domina milioni di persone e specialmente i giovani: droghe, sesso, denaro, videogiochi, mode, e chi più ne ha più ne metta.

Ma la Chiesa insegna che senza una lotta decisa non c’è vittoria e che la grazia di Dio, che è comunque assolutamente necessaria, non è sufficiente. San Paolo dice, giustamente, che devono insieme concorrere «la Grazia di Dio e la mia collaborazione». 

Tuttavia il Signore non permette che siamo tentati oltre le nostre forze, ma con la tentazione dà anche la via d’ uscita e la forza per sopportarla (1Cor 10,13). E comunque abbiamo dalla nostra la Chiesa con i suoi sacramenti. La confessione innanzitutto, oltre alla guida spirituale di qualche buon prete, che ancora c’è.

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