Il vescovo Bruno Forte: “I massoni sono in stato di peccato grave, non sono in comunione con la Chiesa”

Il vescovo Bruno Forte: “I massoni sono in stato di peccato grave, non sono in comunione con la Chiesa”

di Angelica La Rosa

I MASSONI HANNO REAGITO CHIEDENDO L’INTERVENTO DEL PAPA

Vista la proliferazione di attività massoniche nella sua arcidiocesi, Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, ha ritenuto opportuno ricordare che l’essere cattolico è incompatibile con l’appartenenza alla Massoneria.

Nel capoluogo di provincia, da un paio di anni, una loggia (la Sovrana Loggia Araba Fenice) ha la sua sede a pochi passi dal centro commerciale Megalò, conta una cinquantina di membri e, nelle ultime settimane, ha fatto parlare di sé in città per un convegno organizzato all’Hotel Iacone dal titolo «Francesco d’Assisi: mistica o esoterismo?».

L’incontro, quando è stato organizzato, ha suscitato le ire di militanti di Forza Nuova. Ma il convegno non è stato contestato solo dall’estrema destra. È intervenuto anche l’Arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, dichiarando che, “dato che iniziative pubbliche sono state assunte da ambienti massonici nel territorio dell’arcidiocesi”, è “opportuno richiamare la posizione della Chiesa nei confronti della Massoneria”.

Mons. Forte ha fatto riferimento al canone 1374 del Codice di Diritto Canonico e alla sua interpretazione data dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 26 novembre 1983: “si è chiesto se il giudizio della Chiesa nei confronti della Massoneria sia mutato per il fatto che nel nuovo codice di diritto canonico essa non è espressamente citata come si faceva nel codice precedente. Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta ad un criterio redazionale seguito per altre associazioni non citate anche perché comprese in categorie più ampie. Rimane immutato, quindi, il giudizio negativo della Chiesa sulle associazioni massoniche, poiché i suoi principi sono sempre stati considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e, pertanto, l’appartenenza ad esse continua ad essere vietata”.

Monsignor Forte ha emesso un monito ricordando che “i fedeli che appartengono ad associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono ricevere la santa Comunione. Non spetta alle autorità ecclesiastiche locali pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche”, con una sentenza che implichi l’abrogazione di quanto sopra detto.

I massoni non hanno accolto bene le parole dell’arcivescovo Forte. Ginevra Di Nicola, portavoce della loggia massonica Araba Fenice de Chieti, ha detto che si rivolgeranno al Papa “per chiedere il suo intervento tempestivo e proattivo”, perché, secondo loro, l’intervento dell’Arcivescovo danneggerebbe il loro onore “e alla fine minaccia la nostra sicurezza”. Hanno pure avuto la faccia tosta di citare il punto 46 dell’enciclica Fratelli Tutti :

“Bisogna riconoscere che i fanatismi che portano a distruggere gli altri sono compiuti anche da persone religiose, senza escludere i cristiani, che possono far parte di reti di violenza verbale”.

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