La luce gloriosa che ci accompagna in questa Quaresima

di Giuliva di Berardino

TUTTA LA FELICITÀ CHE POSSIAMO PROVARE SU QUESTA TERRA PUÒ EQUIPARARE QUELLO SPLENDORE DI BELLEZZA IN CUI OGGI IL SIGNORE DESIDERA IMMERGERCI?

Oggi il Vangelo desidera annunciarci la luce gloriosa che ci accompagna in questa Quaresima e che contempliamo a partire dalla croce. Dopo aver annunciato la croce e la morte, infatti, Gesù mostra ai suoi discepoli un bagliore della sua Risurrezione, come a dire che, anche se bisogna passare per tempi di prova, la verità è che  la morte non è la fine. La vita che Cristo ci dona per fede è eterna, perché non ha un tempo definito come passato, presente e futuro, dato che i personaggi che compaiono accanto a Gesù Trasfigurato, nel loro presente, sono personaggi vissuti nel loro passato, gli stavano accanto e conversavano, è scritto.

Comprendiamo allora che la vita eterna è una vita senza tempo e neppure senza uno spazio preciso, perché lo spazio della vita eterna è la gloria, è lo splendore luminoso che gli apostoli riescono appena a trasmetterci, in questo racconto. Ed è interessante che solo gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni siano stati i testimoni di questo evento, come anche di altri eventi che ci sono stati trasmessi: la risurrezione della figlia di Giairo, la trasfigurazione, e l’agonia nell’orto degli ulivi, prima della Passione.

In particolare questo episodio della Trasfigurazione avviene su un alto monte, luogo in cui Dio si rivela, come aveva fatto con Mosè, sul Sinai. Ma, in questo testo, la rivelazione di Dio non è il roveto ardente, ma è il Figlio amato, che appare nello splendore della sua persona divina. E il Vangelo sembra annunciarci che oggi quel Figlio amato sceglie anche noi, come ha scelto Pietro, Giacomo e Giovanni, per farsi conoscere in modo diverso, in modo divino, santo, puro, perché anche noi, come loro, potessimo raggiungere la beatitudine di sentirci avvolti nella sua ammirabile luce di gloria.

Pensiamoci: tutta la felicità che possiamo provare su questa terra può equiparare quello splendore di bellezza in cui oggi il Signore desidera immergerci?  Forse non è proprio questa luce, questo candore che cerchiamo nel profondo di noi stessi? Magari questa Quaresima che inizierà domani ci servisse a risvegliare questo desiderio di candore e di luce che resta sopito in noi! Se solo ci rendessimo conto che siamo chiamati alla gloria e che siamo fatti per la luce, per la bellezza! La Quaresima che ci attende non segna un tempo di tristezza, ma un percorso di felicità, che ci insegna a stare con Gesù, avvolti nella sua Luce che ci fa amare la vita, con le gioie e i dolori che la colorano, perché è alla Luce di Dio, stando davanti al suo candore, che la nostra vita si colora e diventa più bella.

Buona giornata con il VANGELO DEL GIORNO (Lc 9,28-36):

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

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