Germania, pastore luterano cita la Bibbia e ora sarà nuovamente processato per istigazione a “omofobia” e “transfobia”

di Maria Bigazzi 

IL PASTORE OLAF LATZEL SARÀ NUOVAMENTE PROCESSATO PER PRESUNTA ISTIGAZIONE ALL'”OMOFOBIA” E ALLA “TRANSFOBIA”

Citare la Bibbia sta diventando sempre più pericoloso. E non stiamo parlando dell’Afghanistan dei Talebani o della Corea del Nord comunista. Il fattaccio è accaduto nella “civilissima” Germania dove un pastore luterano, Olaf Latzel, è stato prima condannato, poi assolto (ma costretto a pagare una multa per presunto incitamento all’odio contro omosessuali e transessuali per aver predicato ciò che la Bibbia insegna circa il matrimonio) e infine è stato nuovamente messo sotto accusa con un ricorso (che il tribunale regionale superiore di Brema ha ora accolto) contro la sua assoluzione.

In primo grado, dal tribunale distrettuale, Latzel era stato condannato ad una multa di 8.100 euro perché il religioso luterano, durante un seminario matrimoniale, aveva espresso commenti critici sulla parata gay del Christopher Street Day.

Il pastore ha definito l’omosessualità, tra l’altro, una “forma degenerata della società” e ha detto: “Ci sono questi criminali che corrono ovunque, da oggi in Christopher Street”. Ha parlato di “sporcizia di genere” che era un “attacco all’ordine creato da Dio” e “profondamente diabolico e satanico”.

Ora l’Alta corte regionale di Brema, che aveva deciso di assolvere il pastore protestante, ha annullato l’assoluzione perché secondo il giudice Klaus-Dieter Schromeck le sue dichiarazioni essenziali non erano state incluse nel precedente atto giudiziario.

Così, accogliendo le argomentazioni dell’accusa, la causa deve essere nuovamente giudicata in un’altra aula del Tribunale Regionale. L’avvocato difensore di Latzel, Sascha Böttner, ha affermato che la decisione dell’Alta corte regionale ha capovolto il diritto di appello. “Dà l’impressione che si tratti di un processo politico”.

Durante l’udienza di appello non sono stati ascoltati testimoni. Latzel si è presentato con la Bibbia in mano. Diversi sostenitori del pastore, membri della sua congregazione, hanno seguito il processo in qualità di visitatori, mentre davanti al tribunale alcune persone hanno manifestato a favore dei diritti dei gay e di una società aperta.

Il rappresentante della Procura, Florian Maaß, ha sostenuto che sarebbe stato necessario riprodurre testualmente il discorso di Latzel nella motivazione della sentenza al fine di rivedere il verdetto. Non è stato infatti possibile stabilire se il pastore avesse usato l’espressione “criminali del Christopher Street Day” in modo provocatorio a causa dell’indagine incompleta dei fatti da parte del tribunale regionale.

L’avvocato difensore Böttner ha sottolineato che le prove non possono e non devono mai essere presentate integralmente nella motivazione della sentenza.

Ciò ben evidenzia la gravità della situazione a cui siamo arrivati ormai da tempo. L’ideologia Lgbt impera e avanza indisturbatamente, eliminando tutti coloro che sono ostacolo e che senza timore si oppongono per continuare ad annunciare la Verità che salva.

Viviamo in una società che si dice accogliente e aperta, ma che quotidianamente porta avanti la battaglia contro la Fede distruggendo tutti quei valori, come la famiglia tradizionale, l’amore tra uomo e donna, il fine del matrimonio, etc…, sostituendoli con un modello falso e opposto alla Creazione, presentato oggi come la normalità.

Ma c’è chi continua a combattere nel silenzio, accettando le tante ingiustizie anche dal punto di vista giudiziario, per non scendere a compromessi, con la certezza che nonostante tutto, la Verità ha già vinto.

 

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