Una violenza autoritaria, moralista e illiberale

di Eugenio Capozzi

IL MINISTRO DELLA SALUTE SCHILLACI E IL DIVIETO DI FUMO ALL’APERTO

Il progetto, a quanto pare purtroppo confermato, del ministro della Salute Schillaci di estendere il divieto di fumo anche ai locali e agli spazi pubblici all’aperto è una violenza autoritaria, moralista e illiberale, espressione ancora una volta della paurosa tendenza al regime sanitocratico e bio-securitario in atto in Italia, affermatasi in tutta la sua forza dal 2020.

La timidezza del ministro nel cambiare registro rispetto ai tempi oscuri dei governi “pandemici” avrebbe dovuto già far intendere la sua sostanziale continuità con un’idea dei cittadini come bambini da sorvegliare, catechizzare e castigare.

Ora questa continuità si sta delineando nella forma più avvilente.
Tiranneggiare, tormentare, multare le persone “per il loro bene”, rendere loro la vita il più difficile possibile, militarizzare ogni loro spazio e tempo per farli stare meglio in salute: questo è lo spirito che sta dietro le norme annunciate, del tutto inutili a garantire la salute dei non fumatori dai danni da fumo passivo, che all’aperto sono praticamente nulli – per non parlare dell’accanimento surreale anche contro le sigarette elettroniche.

Sono non fumatore da sempre, il fumo mi dà fastidio e a lungo ho dovuto combattere e litigare, nei decenni scorsi, per ottenere il rispetto dei divieti nei locali di lavoro, negli uffici e nei trasporti pubblici.

Ma proprio per questo credo che, nel momento in cui la sicurezza di chi non fuma è già ampiamente garantita dalle norme vigenti, si debba rifiutare con la massima decisione questo ennesimo, ottuso e opprimente attacco alla libertà e alla responsabilità degli individui.

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