Continua l’impegno contro la guerra dell’Ungheria di Orban

di Emanuela Maccarrone

VIKTOR ORBAN: “LA LEADERSHIP POLITICA DELL’UNGHERIA È ABBASTANZA FORTE DA TENERE IL NOSTRO PAESE LONTANO DALLA GUERRA”

Sostenuto dalla convinzione che la fede cristiana sia un valido aiuto anche nelle vicende politiche, Orban è al momento l’unico politico europeo ha spingere per la pace e a lamentare l’inutilità delle sanzioni contro la Russia.

Infatti, come ben sappiamo in Italia, a rimetterci sono soprattutto gli Stati europei, come si evince dall’aumento dei prezzi del petrolio e del gas.

Secondo il Primo ministro ungherese la partecipazione della Comunità europea nel conflitto tra gli Usa e la Russia reca svantaggio all’Ue poiché “nelle decisioni prese a Bruxelles riconosco più spesso gli interessi americani che quelli europei”.

Riguardo l’esito della guerra Orban non ha dubbi nel dichiarare che non ci sarà un vincitore. “Una potenza nucleare con una popolazione di 140 milioni sta affrontando gli ucraini, e l’intera NATO sta affrontando i russi. Questo è ciò che la rende così pericolosa. C’è una situazione di stallo che potrebbe facilmente trasformarsi in una guerra mondiale”.

L’ostinazione occidentale per la guerra e le scarse possibilità di raggiungere la pace hanno indotto il Presidente ungherese ad affermare che “difendere l’Ungheria in un’epoca di pericolo è l’obiettivo più importante del governo, quindi lo sviluppo della difesa nazionale e dell’industria militare non può rallentare nonostante la crisi economica europea causata dalle sanzioni. Noi ungheresi siamo per la pace, ma la polvere da sparo deve essere tenuta asciutta”.

Recentemente il Ministro della Difesa ungherese, Kristóf Szalay-Bobrovniczky, ha informato Orban sullo stato del programma di sviluppo della difesa nazionale e delle forze armate ungheresi.

A manifestare preoccupazioni sul conflitto in corso è stato anche il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, che non ha esitato ad esprimere il proprio malcontento durante una recente seduta del Parlamento.
“Le vite umane non possono essere salvate con le spedizioni di armi, non con le sanzioni, ma con la pace. La guerra tra Russia e Ucraina va avanti da più di un anno e la cronaca di questo anno è devastante. Centinaia di migliaia di persone sono morte. L’economia europea è sempre in difficoltà”.

Szijjártó ha palesato che sia l’Europa sia le regione transatlantica vivono in “uno stato di psicosi di guerra”. L’insofferenza ungherese è dovuta non solo alle perdite subite, in quanto i membri della comunità ungherese in Transcarpazia sono regolarmente arruolati nell’esercito ucraino, ma anche per l’ipocrisia della comunità internazionale che incentiva alla guerra senza curarsi delle vite umane. “Credevo che il compito della comunità internazionale sarebbe stato quello di salvare vite umane, ma le vite umane non possono essere salvate con consegne di armi o sanzioni, ma con la pace”, ha dichiarato il Ministro Szijjártó.

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