In Germania la Chiesa cade nello scisma: approvate benedizioni di unioni gay e adultere

In Germania la Chiesa cade nello scisma: approvate benedizioni di unioni gay e adultere

di Angelica La Rosa

L’ASSEMBLEA SINODALE TEDESCA HA DECISO DI INVALIDARE LA SACRA SCRITTURA E VENTI SECOLI DI TRADIZIONE CATTOLICA, OLTRE A UN DOCUMENTO MAGISTERIALE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE DI DUE ANNI FA, SECONDO IL QUALE LA CHIESA NON HA IL POTERE DI BENEDIRE LE UNIONI GAY O I DIVORZIATI RISPOSATI

“I vescovi tedeschi danno il via libera alle benedizioni di coppie omosessuali, nonostante la Congregazione per la Dottrina della Fede abbia ribadito da poco – con l’approvazione del Papa – che ‘la Chiesa non dispone, né può disporre del potere di benedire unioni dello stesso sesso’. Ora, va be’ che siete crucchi, ma quale parte di NON PUÒ DISPORRE vi sfugge? Voi potete deliberare quello che vi pare, ma non è che se deliberate che di notte splende il sole e uscite in costume, vi abbronzate. Non potete disporre di quella benedizione perché un padre non può benedire il peccato di suo figlio. Voi DOVETE benedire le persone omosessuali ma non la loro decisione di vivere stabilmente e programmaticamente nel peccato. State dicendo una bugia”.

Così la nota giornalista e scrittrice Costanza Miriano quando è accaduto nei giorni scorsi in Germania. Il sinodo tedesco ha deciso, infatti, di introdurre ufficialmente la benedizione delle unioni omosessuali, nonché delle unioni adultere (quelle dei divorziati risposati civilmente).

Con il voto contrario di soli 9 vescovi tedeschi su 58 (undici le astensioni), l’Assemblea sinodale teutonica ha deciso di invalidare la Sacra Scrittura e venti secoli di Tradizione cattolica, oltre a un documento magisteriale della Congregazione per la Dottrina della Fede di due anni fa, secondo il quale la Chiesa non ha il potere di benedici queste unioni.

Il testo approvato, dal titolo “Celebrazioni di benedizione per le coppie che si amano”, afferma che la Chiesa “offre riconoscimento e accompagnamento alle coppie che sono unite dall’amore, si incontrano con pieno rispetto e dignità e sono disposte a vivere la loro sessualità a lungo termine nel rispetto di se stessi, per gli altri e con responsabilità sociale”.

Di conseguenza, si raccomanda alla Conferenza episcopale tedesca e al Comitato centrale dei cattolici tedeschi di “sviluppare e introdurre opportune celebrazioni liturgiche in modo tempestivo”. Un libretto dovrebbe contenere “moduli suggeriti per le celebrazioni di benedizione per diverse situazioni di coppia (coppie risposate, coppie omosessuali, coppie dopo il matrimonio civile)”, “oltre ad una introduzione teologico-pastorale e consigli pratico-pastorali”.

Mentre nessuno è “obbligato a dirigere tali celebrazioni”, al contrario, nessun vescovo può imporre sanzioni disciplinari a un sacerdote che le compie. Tali benedizioni, infatti, sono già avvenute in tutte le diocesi tedesche senza che alcuna conseguenza sia mai stata annunciata. Le cerimonie di benedizione saranno introdotte ufficialmente nel marzo 2026.

Diversi vescovi si sono espressi contro il testo. Il vescovo di Passau, Stefan Oster, ha spiegato che “il testo comprende tutte le possibili relazioni di coppia immaginabili” e “apre davvero anche la porta all’arbitrarietà e, quindi, non può essere approvato ».

Il vescovo Gregor Maria Hanke ha detto che nella pratica le celebrazioni della benedizione per le coppie dello stesso sesso “saranno analoghe al matrimonio sacramentale” e “così lo interpreteranno gli interessati che si sono recati prima all’anagrafe civile”.

“Non posso seguire questa strada e spero anche che questo passaggio, se avverrà, non ci porti alla discordia in cui si trova attualmente la Chiesa anglicana”, ha ammonito il Vescovo di Eichstätt.

Anche il Vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, ha spiegato che l’approvazione della benedizione delle coppie omosessuali porterà a ritenere in futuro che non ci saranno più “ragioni valide per negare il matrimonio sacramentale alle coppie dello stesso sesso”. Secondo il vescovo con gli stessi parametri si rischierebbe di arrivare a legittimare anche “la maternità surrogata”.

Mons. Voderholzer ha spiegato di non potere accettare quanto deliberato dal Sinodo Tedesco “per motivi di coscienza”, riferendosi al documento del 2021 della Congregazione per la Dottrina della Fede secondo il quale “la Chiesa non ha l’autorità di benedire persone dello stesso sesso, né può avere tale autorità”.

Il Sinodo tedesco ha anche chiesto di potere ordinare i transessuali e di cambiarne il sesso nel certificato di battesimo.

Nel testo ideologico approvato dal Sinodo si afferma che “non si deve escludere in via generale l’accesso agli uffici di ordinazione ecclesiastica e alle vocazioni pastorali, anche per i battezzati e i cresimati intersessuali, transessuali, ma si deve esaminare caso per caso”.

In altre parole, per una donna che si definisce uomo diventare sacerdote non sarà necessariamente impossibile, come per un uomo che si definisce donna non sarà necessariamente impossibile diventare suora.

Il testo “Affrontare la diversità di genere” è stato approvato con oltre il 95% dei voti. Tra i vescovi votanti, solo 13 si sono astenuti e 7 hanno votato contro (su un totale di 58 vescovi).

Nel documento, ad esempio, si legge: “I credenti transgender possono anche modificare il proprio stato personale (sesso e nome) nel certificato di battesimo”.
“Se ai credenti transgender o intersessuali viene negato il sacramento del matrimonio, le celebrazioni della benedizione del loro partner saranno aperte a loro”, dice il testo. “I corrispondenti corsi propedeutici saranno aperti anche alle coppie in cui una o entrambe le persone sono trans e/o intersessuali”.

Viene raccomandato “a tutte le comunità ecclesiali di consentire alle persone intersessuali e transessuali di avere pari accesso ad un istituto di vita consacrata o ad una società di vita apostolica, o di rimanervi”.

Il vescovo ausiliare di Münster, Stefan Zekorn, ha dichiarato di “non poter essere d’accordo con un testo che si basa quasi interamente sull’ideologia gender”.

Nei giorni scorsi il Cammino sinodale tedesco ha adottato, a netta maggioranza, anche un testo per normalizzare la predicazione dei laici nella celebrazione della messa, per permettere la celebrazione dei battesimi officiati da laici e per la celebrazione del sacramento del matrimonio da parte di laici. I Vescovi della Conferenza episcopale tedesca hanno bocciato la possibilità per i laici di celebrare la confessione laicale nel contesto dell’accompagnamento spirituale e l’unzione degli infermi.

Adesso la commissione pastorale della Conferenza episcopale tedesca coordinerà un “processo di consultazione” ed esaminerà “come i ministeri e le posizioni esistenti devono essere ulteriormente sviluppati e quali nuovi ministeri e posizioni devono essere progettati con i quali la Chiesa può e deve rispondere” alle nuove sfide. L’obiettivo è arrivare in tempo a “decisioni concrete e pronte per essere attuate”.

Senza troppe discussioni, l’Assemblea sinodale ha accolto la richiesta di standardizzazione delle omelie dei laici all’interno della celebrazione della Messa. Si dice: “L’omelia è parte integrante della celebrazione della Messa e ha una dimensione sacramentale. Tuttavia, ciò non esclude la possibilità che altre persone a tempo pieno e debitamente formate, oltre ai sacerdoti e ai diaconi, possano assumere il ministero dell’annuncio nella celebrazione della Messa. I Vescovi affidano agli agenti pastorali la predicazione nella celebrazione dell’Eucaristia insieme alla loro missione ecclesiale (missio canonica), affinché possano svolgere il loro ministero di predicazione ufficialmente e a nome della Chiesa”.

Il vescovo di Magonza, Peter Kohlgraf, ha affermato che il legame tra l’omelia e la presidenza della celebrazione eucaristica “è stato interrotto da tempo, da quando predicano i diaconi o altro clero”.

Sia la predicazione laica che il battesimo laico sono già la norma in alcune diocesi tedesche con l’espressa approvazione dei vescovi, anche se, ad esempio, il battesimo laico è possibile secondo la legge ecclesiastica solo se un vescovo, sacerdote o diacono “non è presente”.

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