Don Nicola Bux: “la Chiesa che sposa le mode rimane presto vedova…”

Don Nicola Bux: “la Chiesa che sposa le mode rimane presto vedova…”

di Pietro Licciardi

QUANTO È OPPORTUNO DAR MOGLIE AI PRETI? MONSIGNOR NICOLA BUX RISPONDE A QUALCHE DOMANDA SUL CELIBATO ECCLESIASTICO

Monsignor Nicola Bux, è stato professore incaricato di liturgia orientale presso l’Istituto di Teologia ecumenico-patristica “San Nicola” di Bari, professore invitato di teologia dei sacramenti nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bari e di Trani e stretto collaboratore di Benedetto XVI. Durante il suo pontificato è stato consultore della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, della Congregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazione per le cause dei santi e dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. In tanti però lo conoscono per aver ascoltato le sue bellissime conferenze che tiene un po’ ovunque in Italia, dove espone sempre in maniera teologicamente circostanziata e ferma quelle che sono le verità della fede cattolica 

Monsignor Bux, recentissimamente Papa Francesco intervistato da un sito di informazione argentino ha detto che il celibato sacerdotale è «una prescrizione temporanea» e all’intervistatore che gli ha chiesto se dunque potrebbe essere rivisto. Il Papa sembra abbia risposto convinto: «». Ora non vogliamo entrare nel merito del celibato, in quanto sappiamo che all’interno della Chiesa cattolica i preti sposati ci sono, pensiamo agli ortodossi uniati o anche ai preti anglicani che si sono riuniti a Roma dopo le derive della Chiesa d’Inghilterra.  Piuttosto ci interessa sapere se è opportuno, in questo momento delicato per la Chiesa, pensiamo al sinodo tedesco che sembra essere sull’orlo di uno scisma, riproporre la questione del celibato. 

«Questo Papa ci ha un po’ abituato alle docce scozzesi e chi lo conosce dai tempi dell’Argentina sa che è un po’ il suo modo di procedere. Bisogna dare meno importanza a ciò che Egli dice e guardare di più a quello che fa. Se guardiamo a ciò che ha detto è facile contestarlo, perché il celibato ecclesiastico è in verità un celibato apostolico, Come sappiamo Gesù stesso ha scelto questa forma di vita ma anche gli apostoli, che per seguire il Signore hanno lasciato tutto. Giustamente dai primissimi tempi il celibato è stato chiamato apostolica vivendi forma. Se poi è stato precettato in varia maniera in occidente e oriente questo è dipeso da alcune circostanze storiche ma il fatto che il celibato sia stato collegato quasi indissolubilmente al sacerdozio è perché fin dall’inizio si è ritenuto che fosse la forma di vita apostolica in grado di consentire a chi deve svolgere un ministero così importante nella Chiesa, come i sacerdoti, i presbiteri e i vescovi di avere un cuore indiviso che non consenta diversivi. Ecco perché quello che ha detto il Papa non corrisponde al sensus fidei della Chiesa, peraltro ribadito sia da Paolo VI che da Giovanni Paolo II».

Qualcuno sembra favorevole a dar moglie ai sacerdoti, considerato un antidoto contro la pedofilia ma anche un incentivo per nuove vocazioni. Lei che ne pensa?

«Intanto bisogna dire che la questione della pedofilia è una mascheratura, perché in verità, che io sappia, non oltre il 2% del clero è stato toccato da questo fatto. Ritenere che questo comportamento riprovevole possa essere rimosso eliminando il celibato sacerdotale è qualcosa di lunare. Poi bisogna aggiungere che la questione non è la pedofilia ma l’omosessualismo, che opportunamente propagandato da sappiamo bene quali centrali mondiali cerca di penetrare anche nella Chiesa cattolica. Solo che Papa Francesco, non si sa bene per quale ragione, ha preferito nascondere sotto il mantello della pedofilia l’omosessualismo, avendo dimostrato di essere molto attento a quel mondo. Credo che l’antidoto vada cercato altrove e non certo nell’abolizione del celibato».

Oggi nessuno più si sposa e le unioni sono sempre più spesso transitorie e sembra che gli unici a volersi sposare per forza siano gli omosessuali e i preti. Non le sembra un po’ paradossale?

«Questo appartiene un po’ alle mode del nostro tempo, per cui le donne vogliono diventare sacerdote, i preti si vogliono sposare, eccetera, eccetera. Papa Benedetto definì tutto questo la dittatura del desiderio, per cui i desideri sono diventati diritti. Io credo che la Chiesa cattolico fino ad ora ha potuto mantenere la propria compattezza proprio perché non ha ceduto, come hanno fatto da un lato le chiese orientali ortodosse e dall’altro le comunità protestanti, alle mode del tempo. Adesso c’è questa tempesta e potente tentazione che si incarna nell’apparato tedesco, che però non corrisponde alle comunità cristiane e al popolo cattolico il quale non sa che farsene di queste velleità di burocrati pagati profumatamente che devono dimostrare di fare qualcosa di nuovo, alla page coi tempi. Noi però sappiamo che chi sposa la moda oggi rimane vedovo domani, come dicono i francesi. Guai al cristiano, al cattolico, alla Chiesa che crede più appetibile e moderno sposare le mode perché prima o poi rimarrà vedovo e orfano».

Ci vuole ricordare i motivi pratici per cui la Chiesa, nonostante come ha detto il Papa il celibato sia solo «una prescrizione temporanea» praticamente da sempre vuole che i preti non prendano moglie?

«Intanto diciamo che l’oriente ha ammesso il sacerdozio uxorato per accondiscendere al Concilio trullano del 692 e all’imperatore di Bisanzio. La chiesa orientale è sempre stata molto accondiscendente verso il potere autocratico, anche quando lo Stato era immorale o ateo. Da qui l’accordo verso la fine del settimo secolo che ci si potesse sposare prima e poi diventare preti. Attenzione, non è che i preti si sposano: il chierico ortodosso che vuole diventare sacerdote se desidera sposarsi lo deve fare prima di essere ordinato; dopo non può. E la prova che anche l’oriente ci tiene al celibato è che i vescovi non possono essere uxorati e questo conferma la posizione della Chiesa cattolica. Quanto recentemente avvenuto nella Chiesa anglicana con l’enorme scisma che c’è stato è la riprova che quando la chiesa cede su diversi fronti dell’ordine morale finisce per frantumarsi. Mi auguro che Papa Francesco guardando a queste cose stia molto attento perché potrebbe rimanere col cerino in mano».

Io da laico ho la brutta impressione che oggi a non credere più al carattere soprannaturale del loro ministero siano per primi i preti. Già da come celebrano la Messa talvolta si ha l’impressione di avere a che fare con dei funzionari del culto e quelli che dovrebbero essere la regola stanno diventando l’eccezione. La prego mi dica che sbaglio.

«Lei non si sbaglia, perché la sua analisi l’ho sentita da tanti altri laici. Una certa riduzione funzionalistica del sacerdozio è avvenuta soprattutto nel post-Concilio. La ragione l’ha spiegata Papa Benedetto in un suo scritto postumo, nel libro quasi testamento spirituale in cui dice che il Concilio Vaticano II nel suo documento Presbyterorum ordinis ha sottolineato l’importanza del ministero sacerdotale ma ha omesso di affermare – non certo per malafede, in quanto i documenti del Concilio non è che dovevano necessariamente ripetere tutta la dottrina cattolica – che il sacerdozio innanzitutto prima di essere un ruolo è uno stato ontologico, ovvero riguarda l’essere della persona. Tanto è vero nei sacramenti diciamo che l’ordine sacro imprime il carattere, cioè dà un marchio che cambia il connotato di colui che lo riceve. Lo status principale del sacerdote è di stare alla presenza di Dio, per compiere il servizio sacerdotale il quale però viene solo dopo che si comprende che il sacerdote è stato chiamato a fare il mediatore. Egli, sia pure in piccola proporzione, è un altro Cristo, alter Christus per dirla con san Tommaso. Questa è la prima identità del sacerdote e Papa Benedetto lo ha ben chiarito e merita di essere attentamente studiato»

[Qui l’intervista integrale]





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Nel 1020, un Sinodo, vietò il matrimonio / convivenza ai preti.
Nel 2023, il Papa afferma che questa è una ” norma transitoria:.
Mi torna in mente ” mille e non più mille”
Forse che ci siamo ?