Per accogliere la grande verità della Risurrezione abbiamo bisogno di un cuore nella pace

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

La liturgia oggi ci fa ancora contemplare il giorno della Pasqua. Il vangelo che viene proclamato oggi infatti racconta un evento accaduto la sera dello stesso giorno di Pasqua, in cui il Risorto appare ai due discepoli diretti a Emmaus. Dopo aver riconosciuto il Signore allo spezzare del pane, i due si voltano indietro, cambiano direzione: andavano verso Emmaus, ma ora tornano a Gerusalemme, dagli apostoli e dalle donne. Partono come delusi, dopo essere stati al seguito del profeta di Nazareth, ma tornano come testimoni del Risorto.

Cos’è successo lungo la via? Mentre camminavano, hanno incontrato il Signore e l’hanno riconosciuto solo quando il Risorto spezzò il pane e lo benedisse, il gesto dell’ultima cena. Il gesto dell’eucarestia. Ed è l’incontro col Risorto che li spinge a ritornare a Gerusalemme, a ritrovare la comunione con gli apostoli del Signore e con le donne che avevano annunciato la Risurrezione. Così. giunti a Gerusalemme, mentre raccontano l’accaduto agli apostoli e alle donne, il Risorto, in persona si fa presente in mezzo a loro.

Gesù Risorto appare nel luogo in cui erano tutti riuniti non per chiedere qualcosa di particolare, ma per dare loro il suo Shalom, la sua pace. Ecco la gioia di questo annuncio pasquale che oggi riempie di gioia il nostro cuore: il Risorto ci riunisce nella fede, non per chiederci qualcosa, ma perché vuole regalarci la sua pace, quella che si vive quando ci si riconosce fratelli e sorelle tra noi, figli di Dio. E gli unici desideri che il Risorto manifesta ai suoi discepoli sono quelli di essere toccato, abbracciato, di mangiare con loro, azione che nella Bibbia significa partecipare alla vita dell’altro, condividere.

Questi sentimenti di Gesù non dipendono solo dal fatto che loro credevano fosse un fantasma e non una persona viva, ma soprattutto da fatto che Gesù, perfino da Risorto, desidera starci vicino, manifestarci la sua amicizia affinché, in comunione con Lui, noi tutti possiamo trasmetterci l’un l’altro, lo Shalom di Dio, la pace.

Il Vangelo allora oggi ci annuncia che la pace è il grande dono del Risorto, infatti il Risorto rassicura i suoi amici perché essi possano ricevere la pace. In questo Vangelo, come in tutti i racconti di risurrezione, sia gli apostoli di Gesù, sia le donne che l’hanno seguito fino alla fine, davanti al Risorto, hanno sperimentato sentimenti contrastanti: sia paura che gioia, sia dubbio che fiducia.

Per accogliere la grande verità della Risurrezione, abbiamo bisogno della pace, perché solo chi ha il cuore in pace può cogliere pienamente il senso della vita. Oggi, dunque, lasciamoci raggiungere da questa pace, perché, lo dobbiamo riconoscere, anche noi, nonostante siano passati due millenni dalla Risurrezione di Cristo, abbiamo bisogno di pace. Risorgere dai morti non significa semplicemente ritornare in vita, ma significa procedere in modo nuovo, in modo diverso da prima! La Risurrezione, ci trasmette la teologia ortodossa, è una trasformazione di sé a partire dalla luce della vita futura, un lasciarsi illuminare il cuore dalla luce interiore della fede. Disponiamoci allora oggi, con semplicità, a ricevere anche noi la pace di questa luce che ci abita il cuore, perché il Risorto possa incontrare la nostra vita e illuminarla di tenerezza.

Buona Pasqua con il Vangelo di oggi (Lc 24, 35-48)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

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