Il Risorto viene a stupirci, superando ogni nostra attesa

Il Risorto viene a stupirci, superando ogni nostra attesa

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Il Vangelo di oggi, quarto giorno dell’ottava di Pasqua, è ambientato in Galilea. Gesù Risorto aveva inviato le donne a riferire che li avrebbe preceduti in Galilea e dunque sarebbero dovuti tornare sulle rive di quel lago in cui tutto cominciò per loro. Ecco dunque che sulle rive di questo lago, troviamo Pietro che, tornato a casa, decide di riprendere la vita di prima, da pescatore. Con lui, anche Tommaso, Natanaele, Giovanni e Giacomo si imbarcano per tornare a pescare.

Erano tornati in Galilea, avevano dato retta alle donne, ma più per rassegnazione che per fede. Cercavano di vivere per dimenticare, come se non fosse successo nulla dietro al Maestro. Quante volte anche noi non vogliamo neppure sentir parlare di alcuni eventi della nostra vita passati, forse perché ci fanno soffrire?..Eppure noi siamo sempre quello che siamo già stati. Non possiamo anticipare il futuro, se non per fede. Se non c’è fede, non c’è speranza, ma rassegnazione.

Il Vangelo infatti ci annuncia che quella notte gli apostoli non avevano preso nulla, neppure un pesce. Ma in quella situazione di disperazione e di rassegnazione, Gesù si fa presente, lì, sulla spiaggia, e chiede loro: “Figlioli, avete qualcosa da mangiare?” Risposero: “No!“, una risposta lapidaria, sicuramente perché, come conferma il vangelo, non lo riconoscono. Però forse la scontrosità della risposta ci mostra un segnale: quella sconfitta è segno  che non era più possibile tornare indietro come se non fosse successo nulla, non era possibile tornare a fare i pescatori di pesci quando Gesù aveva cambiato loro la vita chiamandoli ad essere pescatori di uomini. Si accorgono che non hanno nulla da dare a quel forestiero. E così i pescatori di uomini obbedirono ad un forestiero che aveva ordinato loro una cosa assurda: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete“.

Quando tutto sembra inutile, e invece è proprio lì che il Risorto viene a stupirci, superando ogni nostra attesa. Questo brusco passaggio dal niente al tutto è un segno dell’amore di un Dio che sorprende, che eccede! Perciò, quella rete piena di pesci, è il segno della Pasqua, proprio come segni erano state nel sepolcro le bende per terra e il sudario piegato in un luogo a parte, e pure lo stesso sepolcro vuoto.

E la Pasqua è movimento: il discepolo amato dice “E’ il Signore“; Pietro si getta in acqua per raggiungere più in fretta Gesù; gli altri discepoli lo seguono in barca, con la rete piena di pesci, finché, giunti a terra, vedono Gesù che ha la delicatezza di preparare loro qualcosa da mangiare. Ed ecco che l’evangelista Giovanni, che non ci aveva raccontato il rito eucaristico nell’ultima cena di Gesù, lo evoca nel tempo delle apparizioni del Risorto: “Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro“, a dire che nell’eucaristia troviamo la Presenza stessa del Risorto.

Oggi dunque siamo davanti a un brano sorprendente, come proprio dello stile di Giovanni: è un’apparizione di Gesù risorto, ma in realtà ci viene narrata la resurrezione dei discepoli. I discepoli risorgono entrando in comunione col Risorto, lì, in Galilea, come avevano detto le donne, perché Pasqua non è solo il passaggio dalla morte alla vita risorta di Gesù, ma anche il passaggio dalla non conoscenza di Dio alla vera conoscenza di Dio, nella comunione con Gesù Risorto. Chiediamo allora oggi di conoscere davvero il Risorto e anche noi, come i discepoli, risorgeremo a vita nuova.

Buona Pasqua con il Vangelo di oggi (Gv 21 1-14)

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

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