Musulmani attaccano fedeli con sbarre di ferro e bastoni durante il culto domenicale

Musulmani attaccano fedeli con sbarre di ferro e bastoni durante il culto domenicale

di Angelica La Rosa

GLI EPISODI DI VIOLENZA CONTRO LE MINORANZE RELIGIOSE AUMENTANO DI GIORNO IN GIORNO, ROVINANDO L’IMMAGINE DEL PAKISTAN A LIVELLO INTERNAZIONALE

Domenica 16 aprile, durante il culto domenicale, un gruppo di circa 40 musulmani ha fatto irruzione nel tempio evangelico Voce di Gesù a Khokhar Town, nella capitale del Pakistan, Islamabad, aggredendo e terrorizzando i fedeli presenti alla celebrazione.

Le decine di musulmani hanno attaccato i fedeli protestanti con sbarre di ferro e bastoni. L’episodio è iniziato con vessazioni di strada: tre giovani musulmani hanno cominciato a molestare Sharjeel, 20 anni, e sua sorella 19enne, entrambi figli del pastore Younas Javed, leader della chiesa protestante “Voice of Jesus”. Sharjeel aveva chiesto ai tre musulmani di smetterla di infastidire sua sorella, ma loro hanno cominciato a maltrattarla e a picchiarla prima di andarsene.

Mezz’ora dopo, durante la celebrazione, un gruppo di 40 o 45 persone ha attaccato la chiesa con sbarre di ferro, bastoni e anche con pistole cariche, sparando in aria per spaventare i fedeli. Nel caos generale, alcuni sono rimasti feriti e l’edificio della chiesa è stato profanato. L’aggressione si è conclusa solo con l’arrivo della polizia: il pastore Younas ha subito sporto denuncia contro i tre ragazzi che avevano picchiato i suoi figli.

Tariq Ghouri, attivista per i diritti umani e coordinatore dell’ufficio diocesano della National Justice and Peace Commission a Rawalpindi, era con il pastore durante la registrazione della denuncia. “Esprimo la mia gratitudine alla polizia di Islamabad, che ha registrato la denuncia contro gli autori anche con riferimento alle sezioni sul terrorismo. I trasgressori non possono essere rilasciati su cauzione”, ha spiegato l’attivista. “Gli episodi di violenza contro le minoranze religiose aumentano di giorno in giorno, rovinando l’immagine del Pakistan a livello internazionale. Lo Stato sembra indifferente e non fa nulla per affrontare questi incidenti. In questo modo, gli incidenti aumenteranno in futuro. Lo Stato dovrebbe fare tutto il possibile per garantire la sicurezza delle minoranze religiose e sostenere queste comunità pacifiche che stanno facendo tutto il possibile per il progresso del Paese”.

In un’intervista ad AsiaNews, il pastore Rameez Munir ha affermato: “Chiediamo al governo di garantire la sicurezza delle nostre chiese e di autorizzare le nostre guardie a portare armi. Pratichiamo i nostri riti pacificamente, ma queste persone che promuovono la violenza non rispettano la legge del paese e ci infastidiscono perché abbiamo una fede diversa. In città questi musulmani sono noti per le loro azioni violente. Sto indagando sulla questione e ho contattato la polizia locale, che finora ha arrestato cinque persone. Alcuni degli autori sono ancora latitanti, ma la polizia ci ha assicurato che saranno arrestati presto. Vogliamo giustizia e non interromperemo i nostri incontri di preghiera solo a causa di questi fomentatori di odio”.

 

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Dio è amore e non può volere né violenza né prepotenza