Il dott. Giovanni Frajese: “i sieri covid-19 sono stati scorrettamente chiamati vaccini”

di Emanuela Maccarrone

INTERNATIONAL COVID SUMMIT 2023: AL PARLAMENTO EUROPEO SI SONO ESPRESSI I PROFESSIONISTI DELLA RESISTENZA

Si è svolto lo scorso 3 maggio l’incontro presso il Parlamento europeo dell’International Covid Summit 2023, una squadra composta da medici specialisti, avvocati e professionisti vari, provenienti da tutto il mondo e con l’obiettivo di riunirsi per discutere liberamente sulla questione COVID-19.

Nel sito ufficiale del summit è presente anche una sezione dedicata alla ‘Dichiarazione di libertà mondiale’, un invito per tutti i popoli a firmare in quanto è una certificazione di riconoscimento e di tutela del giusto rapporto tra medico e paziente, basato sull’etica della vera scienza in contrapposizione ad ogni forma di tirannia e di sopruso.

Partendo dal presupposto che le libertà umana sono state elargita da Dio e tutelate dalle generazioni che ci hanno preceduto, nella dichiarazione è stato ribadito che è “nostro dovere e diritto ripristinare il nostro mondo rimuovendo il potere dai leader distruttivi e rimettendolo nelle mani della gente. Siamo stati chiamati a lottare per le nostre libertà per evitare che il nostro mondo venga invaso da mani egoiste e corrotte”.

Tra i tanti interventi in questa sede vorremmo riportare in sintesi quanto detto dall’endocrinologo Giovanni Frajese, professore presso l’Università di Roma del Foro Italico. Il professore ha dimostrato la disinformazione che è stata diffusa riguardo i sieri covid-19. Queste sostanze, secondo Frajese, “sono state scorrettamente chiamate vaccini”, quando in realtà erano “delle preparazioni che non immunizzavano ma inducevano una certa protezione dalla malattia”.

Come ha mostrato l’endocrinologo, si è legittimato il cambio della definizione di vaccino in modo da includere questi sieri. Ciò emerge da alcune email del CDC statunitense (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie), mentre nei documenti dell’EMA (Agenzia europea per i medicinali) nonostante fosse ben chiaro che i sieri covid-19 non fossero dei vaccini, si è acconsentito alla loro diffusione come immunizzanti.

“Se si cambia una definizione senza dirlo alle persone questo significa che la gente verrà presa in giro, pensando di vaccinarsi quando invece si sta assumendo un prodotto completamente diverso”, ha commentato il professore. Successivamente, l’endocrinologo ha spiegato che i veri vaccini non hanno nessun effetto farmacologico, in quanto una volta iniettati nel braccio la loro unica funzione è quella di potenziare la risposta immunitaria a un antigene. Al contrario, i sieri covid-19 inducono un effetto farmacologico, poiché producono la proteina spike che si diffonde nel corpo arrivando, per esempio, nelle ovaie. Per tale ragione, secondo Frajese, sarebbero stati necessari degli studi genotossici e farmaco-dinamici o cancerogeni a priori, ma che per questi sieri non sono stati svolti.

“Quando ci viene detto che questo è un farmaco che è stato analizzato e testato si sta mentendo. Sono passati due anni e tutti questi studi non sono stati mai fatti, quindi da due anni non abbiamo dettagli. Si tratta di un trattamento sperimentale perché non sappiamo come funziona, dove va e per quanto tempo rimane nell’organismo ed è importante perché si tratta della salute, in particolare della salute dei bambini che sono stati lanciati in questa follia da un mondo che ha perso il senno”, ha chiarito l’endocrinologo.

“Abbiamo sempre cercato qualcosa che fosse aldilà di noi per guidarci o per ispirarci. Negli ultimi anni, invece, siamo passati dalla ricerca del significato del senso della vita alla digitalizzazione e questo ci trasforma in macchine. È proprio questo che ci vogliono rendere, delle macchine. In tutto questo processo quello che abbiamo perso è l’umanità. L’umanità nello sguardo che portiamo agli altri e nella cura che ci prendiamo degli altri”.

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