Gesù comunica la sua pace ai suoi discepoli

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Gv 14,27-31

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Gesù comunica la sua pace ai discepoli e afferma che questa pace è una pace diversa da quella che può donare il mondo, perché la pace di Gesù è lo Shalom di Dio, che consiste nell’organizzazione completa di tutta la vita attorno ai valori della giustizia e della fraternità. E poiché il mattino di Pasqua Gesù Risorto aveva detto a Maria Maddalena: “Non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre“, annunciando la sua ascensione al cielo, e quindi la venuta dello Spirito Santo, perché è dopo essere salito al Padre che Gesù ha mandato lo Spirito, è evidente che quella pace che Gesù ci dona è un frutto dello Spirito Santo che viene dall’annuncio del Vangelo.

Annunciare il Vangelo, infatti, non è divulgare una dottrina, né imporre un diritto che sappia mettere tutti d’accordo o unire tutti in un’organizzazione. No! annunciare il vangelo è realizzare lo Shalom di Dio, che è il desiderio di ogni cuore, la pace che Gesù ci ha donato nella sua Pasqua. Il Vangelo ci mostra che chiunque si senta amato da Dio, chiunque conosca l’amore di Dio, sa cosa significa vivere nella pace: sa custodire la pace e sa donarla, nel quotidiano, ogni giorno.

Madre Teresa di Calcutta diceva: “le opere di amore, opere di carità, sono opere di pace. Per amare dobbiamo conoscerci. Se oggi non abbiamo pace è perché abbiamo dimenticato di essere tutti figli e figlie di Dio. Quell’uomo, quella donna, quel bambino sono mio fratello, mia sorella. Se ciascuno di noi riesce a scorgere l’immagine di Dio nel prossimo, credete che avremmo ancora tali distruzioni e sofferenze?” Buona giornata!

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