Le trascrizioni dei “figli” delle coppie gay legittimano la pratica aberrante dell’utero in affitto

di Jacopo Coghe

ALCUNI SINDACI SOVVERSIVI HANNO DECISO DI NON SOTTOSTARE ALLE INDICAZIONI DEL MINISTRO PIANTEDOSI DI INTERROMPERE LE TRASCRIZIONI

Le trascrizioni anagrafiche dei “figli” di coppie gay legittimano l’eliminazione a tavolino della madre o del padre e soprattutto legittimano la pratica aberrante e disumana dell’utero in affitto. Alcuni sindaci sovversivi hanno deciso di non sottostare alle indicazioni del Ministro Piantedosi di interrompere le trascrizioni e si sono dati appuntamento a Torino venerdì 12 maggio.

Proprio quel giorno anche noi di Pro Vita & Famiglia Onlus saremo a Torino, in piazza Castello, dalle ore 11, con un flash-mob per ribadire che i figli nascono solo da una mamma e da un papà e hanno bisogno di crescere con entrambi, non essere trattati come oggetti come in un “mercato di figli” e privati di uno dei due genitori, per i desideri ideologici di chi vuole avere “figli” a qualsiasi costo. In tal senso accogliamo con favore i passi in avanti in Parlamento con l’adozione di un testo base, proprio ieri, per una legge sull’utero in affitto reato universale.

I sindaci dovrebbero dare il buon esempio e avere pieno rispetto della legge e delle sentenze come quella delle Sezioni Unite della Cassazione (38162/22) e tutelare donne, bambini e famiglie. Alcuni di loro, invece – tra questi Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze) e Antonio Decaro (Bari) – vorrebbero spalancare le porte ad una pratica illegale come l’utero in affitto e accogliere, nella loro assemblea di Torino, le richieste ideologiche degli enti locali iscritti alle rete RE.A.DY, ovvero una realtà che propone le adozioni per coppie dello stesso sesso, l’utero in affitto, la carriera alias e i progetti gender nelle scuole di tutta Italia.

* Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

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