Le bizzarre affermazioni del nuovo presidente, gay, dell’American Medical Association

di Angelica La Rosa

SECONDO IL DOTTOR JESSE EHRENFELD, IL NUOVO PRESIDENTE DELL’AMERICAN MEDICAL ASSOCIATION, IL SISTEMA SANITARIO USA SAREBBE “IN CRISI” A CAUSA DELLE “RESTRIZIONI” SULLA CHIRURGIA TRANSGENDER

Secondo il dottor Jesse Ehrenfeld (nella foto), il nuovo presidente dell’American Medical Association, negli Stati Uniti ci sarebbe un “sistema sanitario in crisi” a causa delle restrizioni sulla chirurgia transgender.

La presidente del Ruth Institute, la dottoressa Jennifer Roback Morse, ha replicato dicendo che “alcuni legislatori statali e consigli sanitari hanno emanato restrizioni su procedure che sono probabilmente la mutilazione di bambini minorenni. Il Dr. Ehrenfeld definisce queste restrizioni un’interferenza con l’assistenza basata sull’evidenza. Quindi le menti curiose vogliono sapere, dove sono le prove?”

Lo stesso Ruth Institute ha riferito all’inizio di quest’anno che la Florida Agency for Health Care Administration ha esaminato le prove relative all’efficacia degli attuali trattamenti per la disforia di genere. Il Consiglio ha riscontrato che le prove a sostegno delle procedure mediche trans vanno da “deboli” a “molto deboli”.

Il dottor Quentin Van Meter, un endocrinologo pediatrico, ha fornito recentemente una testimonianza alla Florida Agency. La Morse ha osservato che la Florida ha rifiutato di “spendere i suoi dollari Medicaid per i cosiddetti trattamenti trans, perché l’Agenzia ha ritenuto che le prove fossero così deboli. È questa la ‘crisi sanitaria’ a cui si riferisce il dottor Ehrenfeld?”

I media stanno celebrando Ehrenfeld come il primo presidente dell’AMA “apertamente gay”, inducendo Morse a chiedersi: “Quali interessi mette al primo posto? I pazienti o il movimento a cui è affiliato? Poiché i medici hanno il potere di vita e di morte nelle loro mani, il pubblico ha il diritto di aspettarsi alcune norme in materia di salute e sicurezza. Il dottor Ehrenfeld sembra suggerire che non dovrebbero esserci restrizioni alla pratica della medicina e che i legislatori non hanno il diritto di indagare sugli standard di cura”.

Secondo la dottoressa Morse c’è un crescente movimento di “de-transitioners”, cioè di individui che “hanno subito queste procedure su di loro come minori che ora se ne pentono profondamente”.

Kayla Lovdahl è una donna californiana a cui è stato rimosso il seno quando aveva 13 anni perché i medici le avevano detto che era transgender. Ora sta facendo causa ai medici e all’ospedale coinvolti. Lovdahl recentemente ha dichiarato che la stragrande maggioranza dei bambini di genere diverso, “se curata medicalmente nella prima adolescenza, rischia di rimpiangere quella decisione dopo essere stata abbastanza grande da rendersi conto delle proprie perdite”.

La Morse ha osservato che il suo Ruth Institute ha riferito del caso di Chloe Cole che ha subito una doppia mastectomia all’età di 15 anni in circostanze simili a quella di Lovdahl. L’anno scorso, Cole, che ha recentemente avviato la sua stessa causa, ha detto a un’udienza in Florida: “Stavo inconsapevolmente tagliando fisicamente il mio vero IO dal mio corpo, in modo irreversibile e doloroso”.

Concludendo la sua riflessione sul nuovo presidente dell’American Medical Association la Morse ha chiesto se “il dottor Ehrenfeld è un attivista che cerca di portare avanti un programma? Oppure è aperto a una discussione ragionata sulla possibilità che alcuni interventi medici su persone che soffrono di disforia di genere causino loro effettivamente dolore e sofferenza? Che fine ha fatto il giuramento di Ippocrate ‘Primo, non fare del male?'”.

Ehrenfeld ha iniziato il suo mandato annuale di presidente dell’American Medical Association lo scorso 13 giugno. Anestesista, veterano della Marina, Ehrenfeld è “padre” di due bambini piccoli. Una sua recente dichiarazione fa capire molto del personaggio: “La sentenza della Corte Suprema sull’aborto ha avuto profonde implicazioni per i diritti riproduttivi. E fondamentalmente, i pazienti hanno il diritto di accedere a servizi sanitari basati sull’evidenza. Ciò include un’assistenza sanitaria riproduttiva completa. Comprende l’assistenza alle persone transgender”.

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