“Non ha creduto alle vittime di abusi sessuali”, dura accusa dagli USA al nuovo responsabile della “Dottrina della Fede”

di Angelica La Rosa

BISHOPACCOUNTABILITY.ORG CHIEDE UN’INDAGINE SUL NUOVO PREFETTO DELLA DOTTRINA DELLA FEDE. LA RISPOSTA DALL’ARCIDIOCESI ARGENTINA 

Dagli Stati Uniti sono emerse dure critiche per la nomina dell’arcivescovo argentino di La Plata Víctor Manuel Fernández a nuovo Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede.

Il gruppo “BishopAccountability.org”, con sede nel Massachusetts, accusa mons. Fernández di non aver creduto alle vittime di abusi sessuali nella sua diocesi nel 2019, quando un suo sacerdote è stato accusato di aver molestato sessualmente dei giovani. Il sacerdote si è infine suicidato prima di essere arrestato dalle autorità civili.

Secondo l’organizzazione, la scelta di Francesco per questo incarico è “confusa e preoccupante”. Fernández, in qualità di arcivescovo, si sarebbe espressamente rifiutato di ascoltare le vittime e in seguito avrebbe persino visitato il sacerdote sospettato di abusi e celebrato con lui la messa nella sua parrocchia. Pertanto, l’organizzazione chiede che Fernández sia indagato dalla Chiesa invece di essere promosso.

Il dramma si è concluso nel dicembre 2019, quando il sacerdote presunto abusatore si è tolto la vita, dopo che erano in corso le indagini di stato e il suo arresto era imminente.

Un portavoce dell’arcivescovo Víctor Manuel Fernández, il nuovo capo del Dicastero per la Dottrina della fede del Vaticano, ha risposto alle accuse di essere stato tenero nei confronti degli abusatori sessuali negando fermamente le accuse.

In una mail alla CNA nel tardo pomeriggio di lunedì 3 luglio 2023, un portavoce ha affermato che “l’arcivescovo non ha mai espresso di non credere alle vittime, al di là di quanto possono aver detto alcuni blog che diffondono libere opinioni”.

Secondo il portavoce l’arcivescovo avrebbe risposto chiaramente. “Quando qualcuno presenta un’accusa di questo tipo, in linea di principio, viene creduto sempre, ma oltre a ciò, è necessaria un’indagine e un giusto processo perché lo stabilisce la legislazione stessa”.

Dall’Arcidiocesi argentina hanno ricordato che “man mano che apparivano nuove testimonianze, l’arcivescovo prendeva nuove misure, a partire dal proibirgli ogni attività con i minori fino a confinarlo in un reparto della Caritas. All’inizio si trattava solo di riaprire un’inchiesta penale e canonica che era stata chiusa anni prima. Successivamente sono apparse altre nuove testimonianze e davanti a ciò sono stati presi nuovi provvedimenti”.

Negli ultimi anni in questa stessa arcidiocesi è stato incarcerato un sacerdote, dopo sei mesi di carcere comune è ora agli arresti domiciliari preventivi in attesa di processo) e un altro è stato espulso dal sacerdozio.

Il portavoce ha detto che in tutti questi casi sono stati seguiti i passi necessari, e sempre d’intesa con la Santa Sede”.

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