Droga: un convegno e una giornata per dire basta alla dipendenza

di Andrea Bartelloni

MONDO DELLO SPORT E DELLO SPETTACOLO HANNO INCONTRATO LE COMUNITA’ DI RECUPERO PER SUPERARE L’INDIFFERENZA

Voluto dalla Presidenza del Consiglio, si è svolto il 26 Giugno presso la Camera dei deputati a Roma un convegno che ha visto la presenza di autorità politiche italiane e ospiti internazionali. In sala molte le Comunità di recupero rappresentate assieme a genitori ed ex tossico dipendenti e anche il mondo dello spettacolo e dello sport hanno voluto essere presenti a testimonianza che la droga si combatte a tutti i livelli.

Ha fatto gli onori di casa il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha ricordato i drammatici numeri dei morti per droga: 26mila dal 1973 e come la scuola debba essere centrale per far aumentare la consapevolezza del pericolo a fronte di un aumento delle vendite degli stupefacenti. Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato, nel ringraziare le Comunità di recupero per il lavoro che stanno svolgendo, ha sottolineato la necessità di applicare le leggi che già ci sono indirizzando l’azione verso il recupero. Fondamentale la sussidiarietà in questo settore dove lo Stato deve lasciare spazio a chi opera in maniera efficace. Il Ministro Andrea Abodi (Sport e Giovani) ha assicurato un impegno quotidiano nella lotta alla droga: “anche solo l’uso fa male” e dove c’è sport, vera e propria difesa immunitaria sociale, si riduce la droga.

Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha ricordato come dal 1987, quando fu istituita la Giornata Mondiale contro le droghe, sia aumentato il numero delle sostanze e il traffico di stupefacenti a fronte di una riduzione dei costi e dei prezzi al consumatore. Con grave danno specialmente per i giovani che vengono ammaliati, anestetizzati, drogati nell’anima. Ha ribadito con forza che dobbiamo dire: «No, drogarsi non è normale, non bisogna spegnere il cervello, bisogna rimanere liberi». Liberi di distinguere il bene dal male. La sana dipendenza è quella dai genitori, dagli amici.

È stata poi la volta delle testimonianze toccanti di genitori e giovani che sono usciti o ancora stanno percorrendo la strada che li porterà fuori dal tunnel delle sostanze introdotti dal conduttore televisivo Gianni Ippoliti. Da tutti un messaggio che sottolinea l’importanza della vicinanza, del coraggio, del sacrificio con la certezza che per tutti ci deve essere sempre una seconda possibilità.

Ospiti dal mondo dello spettacolo e dello sport Max Giusti, Arianna Fontana, Roberto Mancini e padre Mario Marafioti della Comunità Emanuel che ha invitato a combattere la droga cambiando mentalità e sradicando il male. Infatti, il motto della sua comunità è: “Cambia il mondo da dove puoi. Comincia da te” concludendo con una dichiarazione di stima e affetto nei confronti di Alfredo Mantovano, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega di funzioni in materia di politiche antidroga.

Mantovano ha introdotto l’intervento del Presidente Giorgia Meloni con alcune considerazioni: è importante superare il silenzio e l’indifferenza verso le sostanze e non solo, che danno dipendenza. Quanto sia importante l’informazione lo attestano i numeri: in Italia l’informazione è bassa, l’uso di sostanze elevato. Se confrontiamo i dati con la Svezia vediamo come nel paese scandinavo a fronte di una informazione elevata ci sia un basso consumo. La Relazione del Dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio presenta alcuni dati significativi: nel 2022, 4 milioni e novecento mila persone hanno fatto uso di almeno una sostanza stupefacente (il dieci per cento della popolazione italiana) tra loro ci sono persone che guidano veicoli, lavorano e svolgono attività importanti per la vita del Paese.

È in aumento di consumo tra gli studenti: sono poco meno di un milione i ragazzi tra i 15 e i 19 anni (il quaranta per cento del totale) che riferiscono di aver consumato droga almeno una volta nella propria vita, 120.000 (quasi il cinque per cento) hanno riferito di aver usato venti o più volte la cannabis nel mese precedente alla domanda che è stata loro rivolta.

Il messaggio pertanto che parte dal convegno è che c’è un mondo che non si rassegna e che vede al suo fianco le istituzioni che mette in comune le esperienze maturate sul campo per circoscrivere il più possibile questa deriva e per invertire la rotta: comunità, sert, regioni, professioni a vario titolo coinvolte (psichiatri, psicologi, tossicologi, medici di ogni specializzazione). Verranno istituiti tavoli tecnici che si confronteranno con i ministri competenti per entrare nel dettaglio e trovare le soluzioni ad ogni tipo di dipendenza. Il sottosegretario sottolinea che bisogna, a tal proposito, ampliare le competenze del dipartimento politiche anti droga ricomprendendo tutti i tipi di dipendenza.

Tutto questo è possibile avviando un percorso per l’autonomia e consistenza delle risorse che sono dedicate al settore con l’istituzione di un fondo nazionale per la lotta alle dipendenze patologiche, atteso che il fondo nazionale per le politiche antidroga, istituito all’ circa un decennio fa, è stato poi fatto confluire in un fondo più ampio, invece-ribadisce Mantovano- è necessario che ci sia una gestione autonoma.

A novembre del 2021 a Genova si è tenuta la conferenza nazionale sulle dipendenze e è importante calendarizzare una nuova conferenza per porre al centro del dibattito politico e culturale la questione fondamentale che non è la sostanza ma la persona finalmente posta al centro nell’ interlocuzione. In particolare- ha continuato Mantovano – col ministro della Salute è stato posto l’accento sul diritto di scelta: non è possibile che se un paziente intende sottoporsi a una cura ha la possibilità di farlo in ogni zona del territorio nazionale e poi per chi invece intende affrontare un percorso di recupero dalla tossicodipendenza si venga vincolati al territorio dove risiede quando la varietà degli approcci al recupero può far preferire una soluzione più adeguata. Come pure sarà importante aggiornare le linee guida per l’accreditamento dei servizi per le dipendenze patologiche in quanto è necessario il rispetto di standard minimi per superare le differenze tra le varie amministrazioni.

Mantovano ha concluso affermando un concetto fondamentale che ha accennato all’inizio del suo intervento: la sfida veramente cruciale è quelle educativa. Le istituzioni non possono attestarsi sulla riduzione del danno perché significherebbe rassegnarsi alla “gestione del male” ed un governo non può gestire il male ma deve invertire la rotta. Quello che interessa realmente non sono i milligrammi in più o in meno di ciascuna delle sostanze riportate dalle tabelle, la linea di confine è su qualcosa di più importante è sul significato da conferire a termini come libertà e come responsabilità.

La giornata si è conclusa con l’intervento della Presidente Giorgia Meloni che ha ribadito come nella lotta alla droga «questo governo non intende voltarsi dall’altra parte e ignorare il problema ma affrontarlo con coraggio e determinazione. Sarebbe molto più comodo sul piano del consenso far finta di niente, come hanno fatto altri, ammiccare alle dipendenze per sembrare anticonformisti ma credo che non ci sia niente di più anticonformista di dire le cose come stanno assumendoci la responsabilità. Una politica che non garantisce la scuola, una prospettiva, un futuro ai giovani e in cambio dice “fumati una canna” non sarà mai la mia politica. E’ finita la stagione dell’indifferenza, del lassismo, del disinteresse. Il messaggio è che lo Stato intende fare la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo».

«Mi interrogavo quando ero rappresentante studentesco su come si faccia a combattere la droga e oggi voglio dire a questi ragazzi che quando voi finirete il percorso di recupero ricordatevi che siete migliori di tanti altri, c’è tanto che potete insegnare e dare, non vi definisce che siete finiti nel tunnel della droga ma che siete riusciti ad uscirne», ha aggiunto Giorgia Meloni. «Voglio dire alle associazioni e agli operatori di questo campo: so che è stato un percorso nel quale spesso vi siete sentiti soli, da domani non lo sarete più» ha concluso la premier.

Dagli interventi emerge in modo chiaro ed evidente che l’impegno del governo è il contrasto all’”uso” delle droghe. La lotta all’abuso lasciamola per altre dipendenze (azzardo, internet, videogiochi, social network, affettive) o altre sostanze (alcool, tabacco). La droga fa male e, come ha detto l’allenatore della nazionale di calcio italiana, Roberto Mancini, “parlare di droghe leggere, è assurdo”.

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Convegno organizzato col la forte presenza del Governo: forse se questo gran Governo non ci portasse alla guerra mondiale meno giovani si drogherebbero…
Tobia