L’inarrestabile declino della scuola italiana

di Antonella Paniccia

I DATI SCIOCCANTI DELL’ISTITUTO NAZIONALE PER LA VALUTAZIONE DEL SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE

C’è poco da gioire, anzi nulla per cui esultare! 

Contra facta non valent argumenta… e i fatti sono chiarissimi, inequivocabili, sapientemente certificati dall’INVALSI, l’Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione che, attraverso test standardizzati per la rilevazione degli apprendimenti, anche quest’anno ci ha spiattellato sotto il naso, senza pietà, l’esito deludente di costosissime prove (si parla di 7 milioni di euro) che hanno interessato in totale 2,7 milioni di studenti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. 

D’altra parte, onestamente, ci si poteva attendere qualcosa di meglio?

Ormai lo scenario scolastico è diventato consueto, si è superata ampiamente la soglia limite di qualsiasi scandalo: abbiamo assistito impotenti e silenti ad un inarrestabile declino (altro che finestra di Overton) dell’autorità dei docenti, siamo rimasti più o meno imperturbabili dinanzi alle aggressioni, coltellate, proiettili, vessazioni subìte dagli stessi ad opera di studenti e, in alcuni casi, pure dai genitori. 

Teacher lives matter? 

Eppure non c’è stata alcuna manifestazione a furor di popolo, a sostegno dei malcapitati docenti, né alcun inginocchiamento alle partite di calcio…E pensare che la pazienza dei professori è davvero sconfinata se hanno potuto persino accettare che si svolgessero esami di maturità con un’allieva accompagnata dai propri avvocati … Scusate ma fa quasi ridere: “Imputato alzatevi, venite a deporre!”.  Sembra quasi una trama Pirandelliana… 

Bene ha definito la situazione il ministro  dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in un’intervista per il quotidiano La Stampa, rispondendo ad una lettera di denuncia e di protesta di un docente: ”Finalmente una parte della società, con un suo forte ‘non ci sto’, pone al centro dell’attenzione quelli che ritengo siano i temi della responsabilità e dell’autorità…”. La lettera “mette in rilievo come sia sempre più diffusa la prassi di contestare le decisioni dell’autorità scolastica, siano a farlo genitori o studenti. Si arriva poi ai casi, per fortuna estremi, di genitori che, contestando le decisioni del docente, aggrediscono fisicamente o verbalmente l’insegnante medesimo”.

Secondo il presidente dell’Invalsi Roberto Ricci, gli esiti negativi delle prove sarebbero stati una sorta di effetto boomerang causato dalle ripetute chiusure scolastiche e dalle lezioni svolte in modalità DAD; egli parla addirittura di effetto long Covid: come non pensare, a questo punto, ad un clamoroso autogol dei responsabili dell’istruzione?

Quante volte era stato lanciato l’allarme da psicologi e da genitori preoccupati per le continue, prolungate chiusure della scuola? Davvero si pensava che una pseudo-scuola, in gran parte virtuale, potesse avere la stessa efficacia di una scuola in presenza? Quanti danni sono stati prodotti nella psiche dei ragazzi che hanno visto sconvolta la loro normalità quotidiana e sono stati costretti all’isolamento? Dei problemi psicologici che stanno emergendo nei giovani ne vogliamo parlare? E del disamore verso uno studio autentico, soddisfacente, reale?

Davvero si pensava di poter educare i giovani all’impegno e ad un serio senso di responsabilità privandoli del confronto diretto con i docenti e con i compagni? Questi e mille altri interrogativi si potrebbero proporre, domande che saranno purtroppo destinate a rimanere senza risposta fino a quando non si deciderà di ripartire veramente dall’Educazione. 

In primis quella dei genitori: cosa possono, infatti, trasmettere quei genitori che cercano ossessivamente di proteggere da ogni delusione i figli e non sono in grado di insegnare loro ad accettare anche una sconfitta? 

Sì, una bocciatura è una sconfitta. Ma nel corso della vita saranno tante le sconfitte che si dovranno affrontare. E saranno inevitabili. Ma anche cadere dalla bici è una sconfitta, eppure non ho mai visto nessuno che, per essere caduto, abbia abbandonato la bicicletta. Ci si rialza dalle cadute, anche più forti, consapevoli e determinati. 

Io (che potrei dire di esserci nata in bicicletta perché, quando mia madre mi attendeva, fino a sette mesi si spostava su una bellissima Atala celeste), a furia di ginocchia sbucciate, da bambina imparai tutti i segreti della bici: così riuscivo ad andare con una mano sola, senza mani, a fare le piroette, a valutarne il rischio. Né, a causa delle mie cadute, mi è stata tolta la bicicletta.

Lo stesso discorso vale per i voti che si vorrebbero abolire perché – secondo alcuni – costituirebbero un trauma. Appartengo alla categoria di coloro che, invece, ritengono che i voti costituiscano una sfida necessaria, un grosso incentivo a valutare continuamente se stessi, a sforzarsi di migliorare ed a comprendere quale talento si possa meglio incentivare. 

Piuttosto andrebbero educati i genitori ad assumere con responsabilità, oltre i successi dei figli, anche le valutazioni insoddisfacenti, pur operando in maniera da stimolarli a far meglio. I voti, in realtà, se validamente espressi, possono rappresentare il vero termometro per capire le attitudini reali dei ragazzi. 

Ma troppo spesso le attese dei genitori mirano al massimo in qualsiasi disciplina, con o senza merito acquisito; talvolta, anche nella scuola si è generosamente propensi ad aumentare voti per non deludere le aspettative con il risultato di un mortificante, ingiusto e falso livellamento delle capacità individuali. Ma, forse, questo non si dovrebbe dire perché significherebbe ammettere che i voti, nei consigli di classe, spesso levitano vertiginosamente, pur non corrispondendo alle effettive competenze e capacità acquisite dagli studenti. 

Infatti, le prove INVALSI ce ne forniscono la prova! 

Nella rilevazione dell’INVALSI, l’Italia è stata suddivisa in 5 fasce geografiche e le materie considerate sono state italiano, matematica e inglese. 

Ciò che emerge dai dati è un manifesto peggioramento dei risultati rispetto all’anno di riferimento (il 2019), come anche spicca una notevole differenza tra il nord e il sud.

Per quanto riguarda la media nazionale per la classe quinta della primaria, relativamente all’italiano, si evince che oltre il 25% degli alunni risulta ancora nella fascia più bassa, non è dunque in grado di leggere e scrivere. 

Analoga cosa si può affermare per la matematica, sebbene con percentuale ancora peggiore, circa il 35%.

Per le superiori di primo grado, la tendenza al peggioramento è analoga, ma con una controtendenza per quanto riguarda l’inglese che pare migliorare. 

Il vero dramma si riscontra, però, nelle scuole superiori di secondo grado, dove il 49% degli studenti non è stato in grado di comprendere ciò che legge, con un peggioramento di 13 punti percentuali rispetto al 2019. In matematica la situazione è analoga, con il 50% degli studenti che non è in grado di risolvere problemi attinenti all’indirizzo didattico scelto. Il peggioramento in questo caso è stato di 11 punti percentuali. In inglese, infine, circa il 45% non è in grado di leggere correttamente mentre, chi non comprende la lingua parlata, si attesta mediamente quasi al 60%.

Anche le eccellenze nelle secondarie di II grado diminuiscono in maniera molto marcata in base alla regione. Dati, questi, che contrastano duramente con gli esiti degli esami di maturità. 

Infatti, nel 2022, gli studenti promossi sono risultati il 99,9%, con regioni in cui i promossi sono stati il 100%.

Quali conclusioni trarre da questo desolante quadro?

Sarà forse per questo che si insiste tanto sull’introduzione dell’intelligenza artificiale a scuola? 

L’uomo contemporaneo pare aver ormai deposto le proprie armi e di geni, letterati e matematici dell’era  contemporanea sarà sempre più difficile parlare dal momento che i veri talenti sono rari ed appaiono sempre più in via di estinzione. 

E sono costoro quelli che combattono, disprezzano e deprecano il Medioevo? 

Carissimi italiani tutti, a questo punto (e spero non sia punto di non ritorno) ce li possiamo solo sognare i Lorenzo de’ Medici, Petrarca, Brunelleschi, Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Botticelli  e infiniti altri, appartenuti al tanto vituperato periodo del Medioevo, al tardo Medioevo e al primo Rinascimento. 

C’è davvero molto da ricostruire se vogliamo tornare a sfiorare il cielo con le Cattedrali! Sembra impresa impossibile. A meno che, davvero, non si vogliano seriamente riconsiderare i programmi scolastici, a partire da quelli della Scuola Primaria. Primaria, cioè fondamentale. 

Insegnare a leggere, a capire, ad esprimersi, a scrivere: la lingua italiana è meravigliosa, ragazzi! Lasciate che torni ad essere ricco ed invidiato patrimonio dell’umanità, tornate ad essere poeti, scrittori, autori che abbiano qualcosa da tramandare, che lascino orme profonde di intelligenza e di sentimenti autentici e nobili per le generazioni future. Voi avete nelle vostre mani il futuro dell’ umanità, non lasciate che esso vi venga sottratto da chi vi offre il miraggio di facili guadagni in trasferta, non barattate i vostri tesori di intelligenza autentica per un piatto di lenticchie, diventate quegli uomini e quelle donne di cui la generazione futura potrà dirsi fiera, orgogliosa. 

Ve lo chiede, col cuore in mano, un mondo di persone nate prima di voi: e siamo una miriade che è appassionata al bene, al vero, al bello, al giusto, siamo persone che hanno avuto la fortuna di costruirsi il futuro con le proprie mani, soffrendo per i voti, per eventuali ingiustizie, per privazioni, ma godendo sempre di quella Bellezza che voi oggi, seppur agognate, neanche riuscite a concepire. Ragazzi, giovani, ricordate che voi fate parte di un Disegno superiore, di un Progetto stupendo che supera milioni e milioni di volte qualsiasi intelligenza artificiale!

Non lasciate, dunque, che la moda della cancel culture vi annienti persino i ricordi di ciò che in passato è stato meraviglioso, irripetibile. Tornate a leggere sui libri di testo. Altro che scuola senza zaino…ma non capite che, oltre le spalle, vi alleggeriscono il cervello privandovi dei libri?

Leggete testi edificanti. Esaminate, filtrate attraverso il setaccio delle altrui esperienze le vostre emozioni e i vostri sentimenti, costruite con passione e avidità le vostre conoscenze! 

Imparate ad amare i vostri libri, magari ripartendo dall’essenziale, cominciando a leggere la Bibbia: è tutto lì il segreto dell’umanità, proprio quello di cui ossessivamente vogliono privarvi.

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