Testimoni di Geova: Essere o apparire?

di Antonino Amorelli

ALCUNE TESTIMONIANZE DI TALUNI CHE, INCAPPATI NELLA SETTA DEI TDG, RITORNANO, PENTITI, AL CATTOLICESIMO

di Antonio Contri

Penso che non esista famiglia italiana che non abbia mai incontrato i TdG. Alcuni cattolici ne sono bene impressionati, mentre altri li giudicano invadenti scocciatori. I “Seri studiosi della Bibbia” (nei primi tempi si chiamavano proprio così) spesso fanno buona impressione: sono così zelanti e disinteressati, sono così rispettosi delle leggi (anche fiscali) dello Stato, sono così eroici fino a subire il carcere o a rifiutare la trasfusione di sangue, conoscono così bene la Bibbia e parlano di Dio con tanta unzione!

Un mio illustre collega e amico che insegna Morale ha provato a giustificare la buona fede soggettiva dei TdG Oneda, che negavano il sangue alla figlioletta (e si ebbe da me un richiamo a considerare maggiormente l’aspetto oggettivo del problema).

Mi dicono anche che un noto biblista lombardo, infastidito per gli spropositi addotti come argomento dai TdG durante un pubblico dibattito, abbia abbandonato il teatro, dando l’opportunità ai “brooklyniani” di affermare di fronte alla gente: “Avete visto che si ritira perché non sa che cosa risponderci?”.

Non parliamo poi dei laicisti e anticlericali italiani. Non comprendono nulla di teologia, Bibbia e catechesi, si affannano a proteggere (da quali persecuzioni torquemadiane?) le minoranze “deboli”, col malcelato fine di far dispetto ai malsopportati preti. Anzi le nostre autorità non si sono accorte di contraddirsi quando hanno affermato che lo Stato non è un teologo e nello stesso tempo hanno regalato ai TdG la qualifica di “congregazione cristiana” (al massimo avrebbero potuto dichiararli “organizzazione religiosa”). Amnesty International lamenta che in Italia siano incarcerati i renitenti alla leva militare, ma nessuno precisa che i TdG rifiutano pervicacemente anche il servizio civile sostitutivo (che dovrebbe essere imparentato con la carità cristiana).

La caratteristica che più mi stupisce da quando conosco i TdG è questa: è difficile trovare nel loro patrimonio ideologico un’affermazione che non sia contraddetta da un’altra idea oppure da una prassi da loro attuata. Ciò mi sembra dovuto alla mancanza di ogni logica di idee nel consesso del Corpo direttivo, che d’altra parte, secondo R. Franz, non ha mai trattato di problemi teologici o biblici. Ne segue che combattere le idee dei TdG è estremamente difficile perché il loro pensiero è sgusciante e proteiforme e cambia da un mese all’altro (e si guardano bene dal far rilevare ai loro adepti le lampanti prove del “bordeggiamento” biblico degli anni passati).

Cominciamo a portare degli esempi di contraddittorie affermazioni del settore operativo. Sono inguaribilmente in febbrile attesa della fine prossima, ma spendono fior di miliardi per faraoniche costruzioni, s’impegnano in un’articolatissima organizzazione, mandano (in questi ultimi anni) i figli anche alle scuole superiori. Si proclamano paladini di ogni libertà, ma esercitano ogni forma di oppressione (basti l’esempio recente dei coniugi Coscia – Da Col arrestati a Bergamo per “sequestro” dei figli scarsamente succubi di Russell). Si pensi anche agli inquisitori processi che deve subire un loro “battezzato” che pensi diversamente o voglia uscire “in più spirabil aere”. Così pure ti fanno osservare che non ti impongono offerte, mentre la loro organizzazione è considerata una prosperosa multinazionale della stampa. Si scandalizzano per le richieste di offerte dei parroci cattolici, mentre è documentato che il povero TdG è pressantemente invitato a devolvere oboli e lavoro gratuito a pro della Sala del Regno.

Si presentano come perfetti e impeccabili (in stridente contrasto con qualche paraboletta di Gesù), mentre specialmente chi esce dalla loro gabbia racconta di ogni pecca che ha potuto constatare. Odiano lo Stato e lo catalogano fra le potenze sataniche (insieme col Papa e con…l’Avvocato) e ne sollecitano i favori (l’astuzia volpina dei nostri governanti giungerà presto a concedere l’intesa, sul modello di quella siglata con la tavola valdometodista).

Si presentano come spirituali, semplici come colombe, mentre possiedono un’organizzazione in grado di spedire centinaia di lettere “mirate” sul caso Oneda (vedi rivelazioni del GRIS di Catania); si servono di un elaborato manuale con centinaia di risposte prefabbricate, si allenano con un tirocinio che può essere assunto come modello dalle migliori ditte per la vendita a domicilio. Sembrano pieni di amore di Dio e della sua Parola, mentre fanno della Chiesa, unica depositaria di quella Parola, “segno d’inestinguibil odio”.

A prima vista sembrano così caritatevoli, mentre considerano l’ecumenismo come una tavola diabolica, esercitano il più protervo proselitismo a senso unico (per dialogare –  spiego spesso nelle mie conferenze –  è necessario essere in due, come nel matrimonio), non si peritano di sfruttare come avvoltoi le situazioni di disagio e di disgrazia della povera gente.

Alla gentilezza iniziale (quando bussano alla tua porta o quando tu entri nella loro sala) fanno seguire minacce e persecuzioni. Pretendono di portare con “libertà di parola” (cf. At 4,29) il “buon annuncio” dell’Evangelo, mentre sono o dei ripetitori di 15 frasi o dei sofisti che usano ogni mezzuccio più o meno onesto nell’impietosa diatriba con l’avversario cattolico.

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