Un secondo errore moderno (comune tra i fedeli): la Staurofobia

di Mons. Charles Pope*

CERTI ERRORI SONO COMUNEMENTE E TRISTEMENTE ESPRESSI ANCHE DA CERTI CATTOLICI

Ci sono molti errori nel nostro tempo che si mascherano da saggezza ed equilibrio. Il seguente elenco è più fenomenologico che filosofico.

Dire che qualcosa è fenomenologica significa indicare che è più descrittivo della cosa così come viene esperita che dell’esatto modo filosofico o scientifico di categorizzarla. Ad esempio, dire che il sole sorge e tramonta è descrivere il fenomeno, o ciò che vediamo e sperimentiamo. In realtà il sole non sorge né tramonta. Piuttosto, la Terra ruota rispetto al Sole, che rimane fisso. Ma usiamo il fenomeno (ciò che sperimentiamo) per comunicare la realtà, piuttosto che parole più scientifiche come apogeo, perigeo, nadir e periasse.

E così, nell’elenco che segue proponiamo alcuni errori fondamentali del nostro tempo che sono comuni, ma usiamo un linguaggio che riguarda meno le filosofie e gli errori logici, e più gli errori vissuti. Inoltre, mentre gli errori sono comuni nel mondo, li presentiamo come particolarmente problematici perché troppo spesso li troviamo anche nella Chiesa. Sono tristemente e comunemente espresse dai cattolici e rappresentano una sorta di infezione che si è insediata che riflette il pensiero mondano e secolare, non il pensiero pio e spirituale.

Oggi vediamo il secondo di questi otto errori: la Staurofobia.

2. Staurofobia

Il termine staurofobia ha radici greche e si riferisce alla paura della Croce ( stauros = croce + fobia = paura). All’interno della Chiesa, questo errore deriva dalla riluttanza dei cattolici a discutere chiaramente le esigenze del discepolato. Rivela una forte esitazione a insistere sul fatto che anche le cose difficili sono spesso le migliori, la cosa giusta da fare.

Molti cattolici, inclusi sacerdoti e vescovi, sono decisamente timorosi quando sottolineano le esigenze della croce. Quando il mondo protesta e dice: “Stai dicendo che quelli con attrazione per lo stesso sesso non possono sposarsi o essere sessualmente intimi, ma devono vivere una sorta di celibato?!”, la risposta onesta è: “Sì, lo voglio. Questo è quello che stiamo dicendo”. Ma poiché quella risposta è dura e radicata nella Croce, molti cattolici hanno molta paura di una risposta diretta e onesta. Lo stesso vale per altre difficili situazioni morali, come l’eutanasia (nonostante le sofferenze, non siamo ancora liberi di toglierci la vita, o di toglierci la vita di un’altra persona), l’aborto (nonostante le difficoltà, e anche nei casi di stupro) non siamo ancora liberi di uccidere un bambino nel grembo materno,

La staurofobia fa anche esitare molti a correggere nella Chiesa e nelle famiglie. C’è quasi una paura spaventosa di insistere su qualsiasi richiesta o esigenza, o anche di imporre la minima punizione o misura correttiva. Cose del genere potrebbero sconvolgere le persone e questo è uno dei peggiori esiti per uno staurofobo che teme qualsiasi tipo di sofferenza, per se stesso o per gli altri. Non vedono alcuna qualità redentrice nell’insistere sulle esigenze della croce.

San Paolo dice: “Quanto a me, Dio non mi salvi dal vanto se non nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo è stato crocifisso per me e io per il mondo” (Galati 6,14). Ma per troppi cattolici oggi, la croce e le sue richieste li fanno rabbrividire e persino vergognarsi. Invece di vantarsi del potere della Croce, il pensiero sembra essere più simile a: “Come osiamo noi, o la Chiesa, indicarlo e insistere sul fatto che è davvero meglio della consolazione della falsa compassione”.

San Paolo comprese che Cristo crocifisso è scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani. Ma prosegue dicendo: «Ma per quelli chiamati, Giudei o Greci, c’è Cristo che è forza di Dio e sapienza di Dio» (cfr 1 Cor 1,23-24). Ma prova a dirlo a uno staurofobo. È triste, ma nella Chiesa sono legione.

* Fonte: National Catholic Register

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