L’antropologo Bruni: “La tradizione e il suo rispetto sono fondamentali nella vita cristiana”

di Bruno Volpe

COLMARE COLMARE IL CUORE,  UN ITINERARIO CON BENEDETTO XVI

“Colmare il cuore, un itinerario con Benedetto XVI” è il titolo di un saggio di Pierfranco Bruni, scrittore, archeologo e antropologo. Partendo dal famoso, e contrastato, discorso di Ratisbona (un testo di immenso valore, frettolosamente commentato e addirittura non compreso), l’autore traccia un profilo quanto mai interessante e veritiero della imponente figura di Benedetto XVI e arriva alla conclusione che spesso non è stato capito.

Dottor Bruni, perchè quel titolo?

“Il titolo è una sintesi di quello che è il suo discorso pubblico maggiormente controverso e direi non compreso, quello di Ratisbona. In quella occasione Benedetto XVi non venne compreso, non so quanto volutamente o quanto per eccessiva fretta di sintesi. Tuttavia non intendeva attaccare l’Islam, non era lo scopo del discorso. Egli voleva soltanto constatare che da un punto di vista culturale e religioso Islam e Cristianesimo, dunque mondo occidentale, sono modelli di versi e direi incompatibili. L’Occidente, se tale vuole rimanere, non può accettare la tradizione dell’Islam”.

Che Papa è stato Benedetto XVI?

“Un grande, ma spesso non compreso. Ci vorrà del tempo. Basti leggere la sua enorme e meritoria opera su Gesù per rendersene conto. Fu assieme intellettuale, teologo ed anche filosofo. Da un punto di vista religioso, non lo possiamo definire come invece si fa sbagliando, conservatore, ma attento alla tradizione, un tradizionalista. Attenzione, il vocabolo tradizionalista non deve far sobbalzare, ma ogni credente lo è. La tradizione e il suo rispetto sono fondamentali nella vita cristiana e la tradizione, partendo dal significato etimologico del vocabolo, è un concetto dinamico e non statico, significa portare”.

Un altro punto nodale del suo pontificato è stato il tema fede ragione, due entità che non solo non sono in costrato, ma camminano di pari passo…

“Esatto. La fede è derivazione del senso del sacro, ma non può sussistere senza una base che radica nella ragione. Benedetto XVI parte saggiamente dai valori e dalla tradizione greco cristiana, questo è il dato culturale del quale occorre tener conto. La ragione è una derivazione filosofica, mentre la fede è mistero, forma teologale. Le due entità non sono in contrasto, ma viaggiano su binari paralleli”.

Egli fece dellla lotta al relativismo etico e culturale una bandiera, sin dal discorso pro eligendo Pontifice…

“Egli saggiamente fece capire che per il cristiano esiste l’assoluto e i valori assoluti, non è vero che tutto è relativo. In poche parole, Benedetto XVI disse chiaramente che su alcuni valori e punti, quelli definiti non negoziabili, non esiste mediazione. Oggi al contrario vige il criterio opposto, del tutto relativo, del secondo me”.

E’ stato capito?

“Non interamente e a mio avviso ci vorrà molto tempo. Penso che facesse addirittura paura, ha dato fastidio a certi ambienti politici e movimenti culturali e torno all’Islam e al discorso di Ratisbona, quando disse con chiarezza che l’Occidente non può accettare le tradizioni culturali dell’Islam. Benedetto XVI è stato sin troppo chiaro su alcuni temi come vita, sessualità, liturgia e in un modo secolarizzato ed incline al compromesso, questo ha creato imbarazzi ed opposizione”.

Le sue dimissioni…

“Non accedo ovviamente a tesi complottiste. Tuttavia ha sofferto umanamente e fisicamente i tanti attacchi spesso scomposti e direi premeditati. Ho grossi dubbi sulle sue dimissioni, non sulla validità, sia chiaro. Intendo dire che a mio avviso ha lasciato non tanto per stanchezza fisica, quanto perchè si era reso conto che era impossibile continuare a governare quella Chiesa. Insomma, un caso ben diverso da quello di Celestino V”.

Differenze con Giovanni Paolo II?

“Giovanni Paolo II era un Papa mariano, Benedetto XVI al suo contrario era totalmente e pienamente cristologico con una particolare dedizione a San Paolo, del quale è stato estimatore e studioso. Oggi San Paolo, persino nella Chiesa, è diventato scomodo e la Chiesa dovrebbe decidersi se continuare a leggerlo o no. Spesso ho la sensazione che San Paolo metta ansia ai sacerdoti per quello che dice, molto politicamente scorretto, ma tremendamente cattolico”

Un giudizio sul pontificato di Benedetto XVI?

“Un grande Papa, un gigante che ha bisogno di tempo per essere compreso. Troppa prevenzione nei suoi riguardi. Era un grande pensatore e soprattutto un uomo di fede e di Dio, straordinariamente mite”.

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