Per la Cgil la politica è più importante dei lavoratori

di Pietro Licciardi

PERCHE’ LANDINI E IL SINDACATO HANNO TACIUTO SULLA PERDITA DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO ITALIANO? LA RISPOSTA IN UN VIDEO DELL’EX MINISTRO CALENDA

In una fase in cui, dopo la lezione impartita dalla guerra russo-ucraina, anche in Europa si stanno facendo rientrare le industrie in precedenza delocalizzate altrove, in Italia stiamo perdendo un intero settore strategico per la nostra economia e per l’occupazione: quello automobilistico. Dopo che Fiat Chrysler (FCA) si è fusa con la francese PSA, dando vita al gruppo Stellantis, la produzione di auto negli stabilimenti italiani si è dimezzata mentre a Settembre è stata annunciata la chiusura dello stabilimento di Crevalcore della Magneti Marelli, storica azienda nata nel 1919 dopo un accordo tra l’elettromeccanica Ercole Marelli e la Fiat.

La Magneti Marelli produce componenti per le auto, soprattutto ammortizzatori e batterie. Dal 1967 la Fiat prese il controllo totale dell’azienda che si espanse aprendo stabilimenti in tutto il mondo. Nel 2017 l’azienda aveva un fatturato di 8,2 miliardi e nei suoi stabilimenti lavoravano 43mila persone, di cui poco più di 10mila in Italia. Nel 2018, poco prima della fusione tra, la Magneti Marelli venne venduta per 5,8 miliardi di euro al gruppo giapponese CK Holdings, a sua volta controllato dal fondo americano KKR. Nonostante il gran numero di lavoratori e la presenza in azienda di importanti brevetti nessuno si preoccupò di siglare degli accordi che garantissero i posti di lavoro e il saccheggio del know how italiano.

In un video pubblicato dalla testata online Open l’ex ministro per lo sviluppo economico nel governo Renzi, Carlo Calenda, ha ricordato la vicenda di cui si occupò in veste ufficiale attaccando molto duramente il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che sul destino della Magneti Marelli e dei suoi operai è stato stranamente silenzioso.

Nel video Calenda chiede: «Voi avete visto una battaglia di Landini su questo?», «Io no» è la risposta dell’ex ministro. Il motivo del perché il leader della Cgil non ha fatto alcuna battaglia né sulla diminuzione della produzione Fiat in Italia, né sullo spostamento dei centri decisionali in Francia e neppure sulla Marelli è perché John Elkan, attuale presidente di Stellantis e rampollo della famiglia Agnelli con una mossa definita geniale ha acquistato Repubblica, cioè il principale quotidiano della sinistra e siccome in questo Paese il sindacato fa politica, da quel momento Landini e la Cgil hanno smesso di combattere contro la deindustrializzazione del settore automobilistico, perché per il sindacato è più importante andare d’accordo con l’azionista di Repubblica che occuparsi dei lavoratori.

La conclusione amara del video di Calenda è che «questa è una delle evidenze più tristi: in questo paese i problemi non sono tutti nella politica. Ma sono anche altrove». E come dargli torto?

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