Sant’Agostino ed i Legami con la Letteratura Latina

di Alessandro Leone

UNA MODERNA CHIAVE DI LETTURA DELLE CONFESSIONES

Uno dei più importanti pensatori cristiani dell’antichità tarda, le sue opere hanno influenzato profondamente la teologia cristiana e la filosofia occidentale, Sant’Agostino d’Ippona (354 – 430 d.C) è un abituale conversatore di fede nella letteratura latina. Dal momento della sua conversione al cristianesimo inizieranno a prolificare somme opere teologiche ed una analisi approfondita spetta di diritto alle “Confessiones”, una delle sue opere più significative.

Le Confessiones sono una serie di dialoghi scritti da Sant’Agostino durante il suo soggiorno nella villa di Cassiciaco, nei pressi di Milano, intorno al 386 d.C. Questi dialoghi non sono convenzionali, ma piuttosto una sorta di autobiografia sotto forma di conversazioni tra Sant’Agostino ed i suoi amici, un’opera in cui protagonista è la vita, la ricerca continua di Dio che porterà alla conversione al Cristianesimo. Tuttavia, questi dialoghi vanno oltre la mera catalogazione autobiografica, offrendo di Agostino un’analisi profonda della sua formazione culturale e della sua relazione con la letteratura latina.

Il background culturale del santo di Ippona si deve anche ad un rapporto di ammirazione, molto distante nel tempo, con Marco Tullio Cicerone. Sant’Agostino era un retore di formazione, amava la retorica ciceroniana e nelle Confessiones riflette sulla sua gioventù e sulla sua passione per la retorica, ma allo stesso tempo, critica la vanità delle sue ambizioni retoriche prima della sua conversione. Questa critica è fortemente influenzata dalle opere di Cicerone, come il “De Oratore,” che enfatizzava l’importanza della retorica al servizio della verità.

Profonda influenza arriverà poi dalle opere di Virgilio, in particolare dall’Eneide in cui la figura di Enea, un cercatore di Dio, risuona con la ricerca spirituale di Sant’Agostino, che paragona se stesso ad Enea, evidenziando la sua lotta interiore e la sua ricerca di una patria spirituale. Orazio è un altro autore latino che ha influenzato il pensiero di Sant’Agostino, nel suo “Carpe Diem,” Orazio esorta a godere del presente piuttosto che cercare la perfezione, una perfezione però lontana, secondo Agostino, che non ha spazio in una terra promessa in lotta tra i desideri terreni e la virtù cristiana. Dopo un’attenta analisi potrebbe sembrare che la letteratura agostiniana abbia radici solamente nel mondo classico, invece è di una immensa modernità.

Andando cronologicamente avanti nel tempo basti pensare che secoli dopo Søren Kierkegaard, filosofo del XIX secolo, è stato fortemente influenzato dal pensiero di Sant’Agostino, Kierkegaard esplora temi simili di conversione, fede, la ricerca interiore, ponendo domande esistenziali che richiamano l’approccio agostiniano.

Anche Albert Camus affronta le questioni della giustizia e del male in un mondo senza Dio, temi centrali anche nell’opera di Sant’Agostino “Città di Dio.”. Camus, pur essendo un ateo, intrattiene un dialogo implicito con il pensiero agostiniano riguardo all’esperienza dell’assurdità umana. Infine cambiando totalmente “geografia letteraria”, come direbbe il critico letterario e filologo Carlo Dionisotti, arriviamo nella triste quanto meravigliosa letteratura russa, ne “Il Maestro e Margherita” Mikhail Bulgakov presenta un potente confronto tra bene e male, peccato e redenzione, riflettendo sulla natura della fede tanto descritta ed approfondita da Sant’Agostino.

Sant’Agostino nel 2023 agli occhi del mondo rimane un pensatore intramontabile, un punto di riferimento fondamentale per la comprensione della condizione umana, della spiritualità e della ricerca del significato della vita, la sua eredità letteraria e filosofica continuerà ad essere una fonte di ispirazione ed una guida per le sfide esistenziali dell’umanità.

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