Le battaglie spirituali che incontriamo nelle nostre giornate

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Sabato 7 ottobre – Beata Vergine del Santo Rosario

Lc 10, 17-24

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Oggi la liturgia ci fa celebrare la memoria della Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Questa memoria è legata a un fatto storico: la vittoria che i i Cristiani riportarono contro i Turchi a Lepanto nel 1571. Le cronache ci raccontano che, mentre a Lepanto si combatteva, i cristiani in tutto il mondo, con a capo il Papa, pregavano il Rosario, convinti che uniti con questa preghiera, Maria avrebbe difeso il popolo contro la violenza della guerra.

Anche il testo del Vangelo di oggi in qualche modo ci mostra come le battaglie spirituali che incontriamo nelle nostre giornate, nel corso della nostra missione, si possono vincere nella misura in cui ci facciamo piccoli, entrando in un atteggiamento di meraviglia, di stupore per quello che possiamo vedere ogni giorno della bontà di Dio. La Chiesa, venerando Maria e la potente preghiera del rosario, ci fa portare l’attenzione a due verità importanti: la prima è che un modo per farsi piccoli di fronte alle paure che ci sovrastano nella vita è pregare, pregare il rosario, che è la preghiera dei semplici, dei poveri. Già dall’antichità nella Chiesa, le persone più povere che non conoscevano le lingue della liturgia, cioè fino all’alto medioevo il greco e il latino poi, pregavano il rosario al posto della liturgia delle ore. L’altra verità che la liturgia della Chiesa oggi ci consegna è che quando riusciamo a pregare come bambini ci rendiamo conto che siamo veramente fortunati, o meglio, siamo amati perché non solo abbiamo un Padre nel cielo che si prende cura di noi, ma abbiamo anche una madre che viene incontro ai nostri bisogni e ci insegna a ringraziare sempre. Allora oggi entriamo in questo rendimento di grazie, anche se viviamo delle difficoltà e, nella fede, accogliamo come i piccoli la beatitudine di essere amati.

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