I vescovi polacchi hanno il coraggio di parlare contro l’aborto

I vescovi polacchi hanno il coraggio di parlare contro l’aborto

di Sabina Righetti 

DOMENICA PROSSIMA IN POLONIA CI SARANNO LE ELEZIONI PARLAMENTARI


In piena campagna elettorale i vescovi polacchi hanno chiesto ai fedeli di costruire una “civiltà della vita” e lo hanno fatto facendo leggere una lettera pastorale nelle chiese di tutta la Polonia domenica scorsa, una settimana prima di un’elezione molto contestata in cui l’aborto è stato uno dei temi della campagna elettorale.

La lettera era stata approvata dai vescovi polacchi a giugno ma è stata letta dai pulpiti l’8 ottobre. Naturalmente non fa riferimento diretto alle cruciali elezioni parlamentari che si terranno domenica, ma alcuni analisti dicono che c’è la chiara intenzione di influenzare le elezioni in senso cristiano.

Il testo cita l’enciclica Evangelium vitae di Papa Giovanni Paolo II, il quale affermava che dal momento della fecondazione “inizia una vita che non è né quella del padre né quella della madre; È piuttosto la vita di un nuovo essere umano con la propria crescita”.

I vescovi scrivono che le parole citate costituiscono una risposta inequivocabile alle domande sollevate nel dibattito pubblico riguardo, tra l’altro, al diritto dei genitori, in particolare della madre, di decidere della vita del bambino che porta in grembo. Si oppongono anche ai tentativi di forzare il legislatore a sancire il diritto al libero accesso all’aborto e a ordinare agli operatori sanitari di fornirlo.

La Polonia ha una delle leggi sull’aborto più restrittive d’Europa. Nel 2020, la Corte Costituzionale del Paese ha dichiarato incostituzionale una legge del 1993 che consentiva l’aborto in casi di disabilità grave e irreversibile o di malattie incurabili che rappresentavano una minaccia per la vita.

La sentenza ha scatenato massicce proteste nelle città di tutta la Polonia. I manifestanti hanno interrotto le messe, dipinto graffiti sulle proprietà della Chiesa, scandito slogan contro i preti e vandalizzato le statue del Papa polacco.

Dopo l’entrata in vigore della sentenza nel 2021, l’aborto è rimasto legale in Polonia per due motivi: quando esiste un rischio per la vita della madre e in caso di stupro o incesto. Il numero degli aborti legali è diminuito del 90% nell’anno successivo alla sentenza.

Le elezioni del 15 ottobre rappresentano un duello tra il partito al governo Diritto e Giustizia (PiS) e una coalizione di opposizione guidata dalla Piattaforma Civica (PO).

Il programma Legge e Giustizia per il 2023 afferma: “Riconosciamo come inaccettabile l’uccisione di bambini non ancora nati, mentre difendiamo la dignità e la salute delle donne”.

Il leader della Piattaforma Civica Donald Tusk ha sostenuto l’aborto su richiesta fino a 12 settimane. Ha anche detto che il suo partito esplorerà vie legali per ribaltare la sentenza della Corte costituzionale, sebbene non sia soggetta ad appello.

La Coalizione Civica (KO), l’alleanza di opposizione a cui appartiene il partito Piattaforma Civica, ha eliminato ad agosto un candidato elettorale che sosteneva di consentire l’aborto in qualsiasi fase della gravidanza.

I sondaggi d’opinione mostrano che quelli di Diritto e Giustizia hanno un vantaggio ristretto e in diminuzione rispetto alla Coalizione Civica. I dibattiti televisivi durante la campagna elettorale si sono concentrati sulla questione dell’aborto.

I vescovi polacchi sono sensibili alle frequenti critiche sulla loro vicinanza al partito Diritto e Giustizia e sono attenti a evitare dichiarazioni pubbliche che potrebbero essere interpretate come faziose. In passato si sono scontrati con il partito al governo su questioni come gli immigrati e i rifugiati.

In un comunicato di maggio, il consiglio permanente dei vescovi polacchi aveva incoraggiato il clero ad “affrontare con coraggio le questioni sociali o etiche”, ricordando che “come testimoni del Vangelo, siamo chiamati a promuovere l’unità in una società divisa e a stare lontani dai partiti politici”. politici”. E avevano aggiunto: “Chiediamo inoltre a tutti i partecipanti alla campagna elettorale di astenersi da un uso improprio della Chiesa, che può assumere la forma di un uso non autorizzato della Chiesa in giochi partigiani di singoli partiti, nonché la forma di un’ingiusta stigmatizzazione, intesa solo a provocare emozioni anticlericali. In più di un’occasione abbiamo sottolineato pubblicamente che la Chiesa non sta dalla parte della destra, della sinistra o del centro, perché la Chiesa ha la sua parte: dalla parte del Vangelo”.

In un articolo sul quotidiano di sinistra Gazeta Wyborcza, il giornalista Arkadiusz Gruszczyński ha affermato che la nuova lettera pastorale “può essere vista come parte della campagna elettorale di quest’anno”. Ma i vescovi affermano che il loro intento con la lettera pastorale era quello di “ritornare al messaggio” di san Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae.

“Il Papa ci ha ricordato la dignità e il valore della vita umana e ha indicato come costruire una ‘civiltà della vita’ in opposizione alla ‘civiltà della morte'”, hanno scritto.

La lettera è stata scritta per celebrare la celebrazione annuale conosciuta come “Giornata Papale”, che commemora la vita e l’eredità di San Giovanni Paolo II, che ha guidato la Chiesa cattolica dal 1978 al 2005.

La giornata cade la domenica prima del 16 ottobre, anniversario dell’elezione del papa polacco, ed è ormai consuetudine che una settimana prima venga letta una lettera pastorale della conferenza episcopale polacca.

Quest’anno la Giornata Papale è il 15 ottobre, giorno delle elezioni parlamentari. Domenica verrà raccolta una colletta a favore della New Millennium Foundation, che finanzia borse di studio per centinaia di giovani polacchi nelle zone più disagiate del Paese.

 

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