La figliolanza al Padre celeste è la vera identità dell’essere umano

di Umberto Spiniello e Maria Luisa Donatiello

LA DOMANDA DELLE DOMANDE…

Una breve riflessione sul concetto di identità dell’essere umano merita di essere esposta alla luce della fede in Cristo, della storia della Chiesa cattolica e in merito all’origine ed edificazione di quest’ultima.

Chi è l’uomo? È la domanda delle domande. Certamente una creatura, è la risposta più sensata. Se poi l’uomo si pensa creatura nata per volere di Dio onnipotente, che ne concepisce l’anima immortale e la fa incarnare rendendola persona unica, sostanza individuale di natura razionale (a voler citare Boezio), a immagine di Dio nel suo progetto di immenso amore, allora l’uomo è certamente una creatura, ma anche molto fortunata! Non a caso l’uomo è il vertice della creazione divina.

Non è corretto pertanto pensare che la Chiesa cattolica nasca in un territorio, in un tempo e in una cultura circoscritti come la Palestina e la cultura ebraica e quindi che la sua nascita non riguardi la storia e la cultura occidentali e universali. Essa nasce invece nelle terre dell’impero romano e non a caso viene edificata a Roma, in un’epoca in cui Roma si avvia a diventare caput mundi.

È nella città di Roma, nell’Urbe, la città per antonomasia, infatti che Pietro, l’apostolo di Gesù Cristo, viene a morire martire dopo che da Gesù gli è stato detto “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.” (Mt 16,18-19)

Roma è dunque la città mondo all’epoca di Gesù con una vocazione universalistica e perciò la cattolicità, ovvero universalità della Chiesa, non può che assorbire tale vocazione della romanità, recependola e traslandola su se stessa, infatti la Chiesa è una, santa, cattolica, apostolica e romana perché Roma nel I secolo d.C. non è soltanto la città più importante della penisola italica, ma di tutto il mondo allora conosciuto, motivo per cui quando il Papa benedice la città di Roma equivale a benedire il mondo intero, cosa che avviene durante l’anno liturgico con la benedizione “Urbi et orbi” nei tempi forti e in circostanze eccezionali come è stata la pandemia da Covid-19.

La lingua latina è ancora oggi la lingua ufficiale della Chiesa, come il diritto romano ha influenzato la nascita del diritto canonico e il vescovo di Roma, il Papa, è il vescovo di tutto il mondo cattolico. Tali concetti sembrano scontati per i cristiani più ferventi? Repetita iuvant per tutti gli altri!

Non a caso la pienezza dei tempi corrisponde all’epoca in cui è vissuto Gesù Cristo, seconda persona della Trinità, vero Dio e vero uomo, ovvero durante lo splendore e la prosperità dell’impero romano. Sta scritto “chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo, e mia diletta quella che non era la diletta. E avverrà che nel luogo stesso dove fu detto loro: “voi non siete mio popolo”, là saranno chiamati figli del Dio vivente.” (Rom 9, 25-26)” perché è la fede cattolica a renderci cittadini della Gerusalemme celeste, fratelli in Cristo e popolo di Dio nostra vera identità. 

Alla luce di quanto affermato c’è da chiedersi se certe pretese di difesa di un nazionalismo culturale e identitario fine a stesso abbiano realmente un senso e se certe teorie di iperdemocratizzazione siano da prendere in considerazione o senza alcun dubbio da scartare perché anticristiane e volte ad affermare la dittatura del relativismo. Inoltre l’interessarsi alle antiche e altre culture religiose resti un puro fatto accademico, otium letterario per chi volesse, ma Cristo è venuto a soppiantare ogni idolatria, a mostrare che Lui è via, verità e vita e che tutto ha compimento in Lui, il resto è fallace, ingannevole, deviante come i culti precedenti o come quelli sorti dopo la sua venuta e tutta la tradizione dei culti misterici iniziatici.

L’unica iniziazione a cui l’essere umano vale la pena aspiri è quella cristiana, giacché l’essere umano è figlio del Dio vivente e la sua salvezza è stata pagata a caro prezzo da Cristo morto in croce e resuscitato e in virtù del suo preziosissimo sangue vincente sulla morte. In conclusione, il peregrinare del pensiero, che si fa parola in questo breve articolo, mira in umiltà a ribadire che l’unica vera identità dell’essere umano è la sua figliolanza al Padre celeste e la sua appartenenza a Cristo Gesù.

 

 

Foto di Jürgen Schmidtlein da Pixabay

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Davvero illuminante questo articolo, i nostri pastori dovrebbero inculcare nei pecoroni progressisti questi concetti tanto bene espressi dagli autori, per dimostrare che esiste una incopatibilita’ tra il nazionalismo ideologico tanto quanto la denigrazione culturale del cattolicesimo. I cattolici appartengono alla Gerusalemme celeste….

Questo articolo andrebbe fatto leggere non solo nei seminari ma anche nei circoli esoterici