Gli imperativi (blasfemi) della nuova religione biomedica

di Flavia Corso

LO SCIENTISMO RIPROPONE DIO IN CHIAVE GROTTESCA

È stato fortunatamente annullato l’evento organizzato dall’ordine dei medici di Savona, “le tavole delle vaccinazioni”. A stendere il velo pietoso sull’ideona di associare le vaccinazioni ai Dieci Comandamenti è stato l’ordine stesso, in seguito alle reazioni indignate di laici e fedeli.

Alcuni stralci di questo delirio: “’Non avrai altro Dio all’infuori di me’: l’influenza”. Dove Dio è evidentemente il vaccino, e l’influenza la dannazione. Perché no? D’altronde nemmeno lo scientismo riesce mai a svincolarsi totalmente dall’idea dell’Assoluto. Ripropone piuttosto Dio in chiave grottesca, scimmiottando il trascendentale con la pretesa di sostituire i rituali sacri a rituali d’igiene pubblica, relegando in sostanza la divinità alla dimensione materiale e biologica, e non più a quella morale e spirituale. Il cattivo gusto dell’evento rasenta la blasfemia, che nulla ha a che vedere con l’ateismo.

“‘Non nominare il nome di Dio invano’: le vaccinazioni nel paziente oncologico”. E si rimane perplessi. Non si capisce se abbiano abbozzato un’autocritica (ma il paziente oncologico cosa c’entrerebbe?), o se sia un invito rivolto ai malati di cancro affinché non preghino per la propria guarigione (ma perché?).

E poi “’Ricordati di santificare le feste’: le vaccinazioni nel paziente diabetico”. Pare improbabile un nesso tra la santificazione delle feste e i pazienti diabetici, ma gli organizzatori sono riusciti a compiere il miracolo. Certo è che nella nuova religione biomedica è imperativo sanificare più che santificare; il battesimo quotidiano con il gel disinfettante è un rituale igienico irrinunciabile, l’unico modo per sentirsi “salvi” da incertezze e rischi. Si tratta di un’interpretazione, questa, condivisa da molti durante la pandemia.

Era infatti lampante che la gestione pandemica fosse intrisa di caratteri rituali totalmente estranei al rigore della scienza. Ma che si arrivasse al punto di organizzare un convegno sull’esplicito parallelismo tra il sacro e la campagna vaccinale, forse nessuno se l’aspettava.

Infine, un macabro “’Non desiderare la roba d’altri’: le vaccinazioni nel soggetto trapiantato”. L’assurdità è tale che viene da chiedersi se si tratti di uno scherzo di pessimo gusto. Invece no. L’evento “con il contributo non condizionante” di AstraZeneca e Pfizer (sic!) proponeva l’accostamento indegno tra trapiantati e potenziali ladri.

Per il “rinvio a data da destinarsi” del convegno, è stato fondamentale l’intervento del Comitato Pensiero Critico che, tramite una lettera al sindaco Marco Russo e al vescovo Calogero Marino, hanno evidenziato quanto segue: “Siamo venuti a conoscenza che per il giorno 11 novembre, presso la sala convegni dell’Ordine dei Medici di Savona, avrà luogo un incontro sul tema vaccinale dal titolo ‘Le tavole delle vaccinazioni’.

Come risulta evidente già dal titolo, si arriva all’utilizzazione di testi sacri per fare improbabili parallelismi con la cura vaccinale delle patologie più disparate. Testi sacri cui si fa riferimento senza ritegno, dopo anni in cui gli stessi che ora li esibiscono impropriamente su un volantino, hanno apertamente violato quei millenari principi”.

C’è da sperare che il volantino non torni a circolare a distanza di qualche mese, quando si calmeranno le acque. Considerata però l’eco nazionale scatenata dal primo tentativo, è probabile che gli organizzatori stavolta ci penseranno due volte prima di riproporre il convegno.

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