L’IA: l’ultima arma di Satana per distruggere il mondo?

di Francesco Pisani

CHE TIPO DI VANTAGGIO POSSIAMO TRARRE DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

“Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti” (Albert Einstein)

Oggi si fa un gran parlare di nuove tecnologie e intelligenza artificiale. La corsa allo sviluppo di nuove forme tecnologiche sempre più potenti e perfette ricorda molto la corsa agli armamenti nucleari all’indomani della seconda guerra mondiale, quando l’umanità corse il rischio più volte di precipitare in un olocausto bellico.

A partire dal secondo dopoguerra, infatti, l’innovazione tecnologica, così come quella scientifica, non è andata più di pari passo con quelle che erano le necessità e i bisogni reali degli individui, ma ha seguito quasi unicamente la via del guadagno e del profitto.

In passato un’invenzione, di qualunque tipo, veniva portata avanti e sviluppata tenendo in considerazione quelli che sarebbero stati i fini e, soprattutto, le utilità che l’uomo avrebbe ottenuto da tale invenzione. Così fu per le principali invenzioni di inizio Novecento, come il telefono, la radio, l’automobile, il cinematografo: strumenti che rivoluzionarono la vita dell’essere umano senza, per questo, stravolgerla o peggiorarla.

Ora dobbiamo domandarci che tipo di vantaggio possiamo trarre dall’intelligenza artificiale?
Che senso ha progettare computer e robot capaci di svolgere le stesse funzioni umane, quando esistono già gli esseri umani per tali funzioni? È evidente che, in tal caso, il vantaggio sarà solo per le multinazionali, i grandi imprenditori, i magnati, ossia per quella sparuta categoria di individui che in virtù dell’IA aumenterà sempre di più i propri profitti a scapito dell’umanità intera. Lo abbiamo già visto durante la pandemia come una ristretta cerchia di aziende – pensiamo ad Amazon – hanno tratto vantaggio dalla situazione per distruggere le piccole e medie imprese.

In un’epoca storica che ha quasi completamente rigettato la religione, la filosofia, la letteratura, l’arte – in sintesi la Cultura – dalla dimensione del dibattito pubblico, dove non ci si domanda quasi più che effetto devastante produrranno tali invenzioni – effetti che oggi non siamo neanche lontanamente in grado di calcolare ma che chiaramente cambieranno per sempre la specie umana per come siamo stati abituati a conoscerla – non è difficile immaginare gli scenari devastanti che il futuro ci riserverà.

Mi si dirà che sono un conservatore, che sono contro la tecnologia, contro il progresso, che l’IA può essere di grande aiuto per l’umanità. Nessuno nega i grandi meriti che la tecnologia ha apportato e continua ad apportare alla specie umana, e l’IA può essere sicuramente un grande alleato dell’uomo, ad esempio nel campo della chirurgia medica, ma solo se tale strumento venisse davvero posto al servizio del bene comune.

Vedendo però quello che è lo scenario del mondo odierno ho i miei seri dubbi. Quello che preoccupa e dovrebbe preoccuparci è la tecnologia al servizio, quasi esclusivamente, del profitto e degli interessi del privato, senza considerare che i vantaggi sono troppo inferiori all’impatto devastante che una tecnologia fuori controllo può esercitare. In fondo la formula è sempre la stessa: il vantaggio di pochi, ma stavolta a scapito di tutti. Basterebbe osservare la degenerazione che ha, ad esempio, prodotto l’avvento degli smartphone sulla società, dove la maggioranza delle persone ormai non comunica più salvo che tramite schermi, chat, dispositivi elettronici, producendo di conseguenza generazioni di persone sole, alienate, egoiste e potenzialmente sociopatiche.

Ritengo che sia un dovere etico e morale combattere contro questa deriva folle, autoritaria e antiumana che pretendono di spacciarci per progresso. Rammentiamo che anche la bomba atomica, le armi di distruzione di massa, i campi di concentramento e, persino Auschwitz, venivano spacciati per progresso dall’élite nazista. E quanti si ribellarono a tale barbarie se non, come sempre, una sparuta minoranza?

La storia ci insegna che, purtroppo, la maggioranza degli uomini è debole e pronta a sottomettersi al potere, e questo le élite lo sanno benissimo. In una società che soffre già i problemi imperanti della disoccupazione, specie giovanile, della povertà e del nichilismo, quali effetti produrrà l’avvento dell’IA, ad esempio, nel mondo del lavoro? Si pensa che circa l’80 % dei mestieri odierni sparirà, e non si tratta solo di quelli che l’élite definisce con presunzione e disprezzo “stupid jobs”, ossia “lavori stupidi” – definizione vuota e priva di senso, come se davvero si potesse stabilire quale lavoro sia potenzialmente “stupido” o meno – ma a scomparire saranno molto probabilmente anche mestieri quali il tassista, l’impiegato, l’insegnante, l’architetto, solo per citarne alcuni.

Se le stesse funzioni possono essere svolte con maggiore efficacia e precisione, e soprattutto senza alcun tipo di scapito economico, dai robot è evidente che il vantaggio riguarderà solo il datore di lavoro e il potenziale cliente di un’azienda. Il lavoratore per come lo abbiamo sempre conosciuto diventerà una categoria sempre più obsoleta, come oggi in parte è già. Ma se scompare il lavoro quale destino attenderà l’uomo? Ad esempio come riuscirà l’uomo comune a campare, per dirla in parole povere?

Non dimentichiamo che il lavoro è soprattutto, oltre che il mezzo principale attraverso cui l’uomo costruisce il senso della propria esistenza, uno strumento di indipendenza. Eliminando il lavoro l’uomo finisce non solo a vivere un’esistenza minata dal tarlo indelebile della povertà, ma la vita umana finisce per perdere quel senso ultimo e inalienabile che solo il lavoro è in grado di offrirgli, senza contare la perdita dei rapporti sociali, ad esempio con i colleghi, che nei mestieri odierni è sempre meno marcata.

Ognuno vivrà con un reddito minimo di cittadinanza, che lo Stato potrà sempre decidere di abrogare in qualsiasi momento a seconda dei potenziali meriti o demeriti di un cittadino, come nelle società comuniste, finendo per vivere tendenzialmente un’esistenza miserrima, annoiata e da schiavo.

Il cittadino sarà perennemente ricattabile, un po’ com’è stato nell’era dell’infame tessera verde, perché privo di lavoro e denaro guadagnato in proprio. È inutile sottolineare i disastri psicologici e sociali che questo sistema produrrà.

Probabilmente assisteremo ad un’epidemia di suicidi, depressioni, dipendenze, comportamenti violenti, criminali e antisociali, come mai fu registrato nel corso della storia. Appare evidente come le odierne invenzioni, essendo prodotte e sviluppate da intelligenze corrotte ed egoiste, mirando esclusivamente al profitto personale, non recano più un reale vantaggio all’umanità, come poteva avvenire in passato, ma solo ad una nicchia ristretta di élite privilegiate, adoratrici del male che, non solo mirano al controllo assoluto della specie umana, ma il cui reale scopo è cancellare l’uomo dalla faccia della terra – e questo appare evidente per chiunque non abbia i prosciutti sugli occhi, sia in malafede o abbia perso, come molti, il lume dell’intelletto.

Mi si potrà obiettare per quale motivazione alcune élite vorrebbero costruire un mondo del genere? Dobbiamo tenere presente che chi adora il male e si riconosce in esso, alla pari di un qualsiasi maniaco psicopatico, non prova alcun tipo di sentimento umano nei confronti degli altri.

Lo psicopatico anela a distruggere, così come il tiranno trae piacere dalla sottomissione del mondo. Inoltre il sovraffollamento del pianeta connesso con i problemi climatici rappresentano una buona motivazione, secondo l’élite, per eliminarci. Oggi l’umanità è divenuta un problema da risolvere, così com’era per Hitler la questione degli ebrei. E mi pare abbastanza evidente che oggi, come non mai, la bestia stia mostrando il suo volto più orribile.

Guerre, pandemie, crisi climatiche ed economiche, famiglie sempre più povere, indebitate e ridotte sul lastrico, e adesso l’avvento dell’IA. Nel frattempo una cerchia sempre più ristretta continua ad aumentare i profitti. Impariamo a guardare negli occhi la bestia e a scegliere da che parte stare. Oggi non si può più rimanere indifferenti. È in corso una guerra contro Dio che mira a cancellare l’uomo – lo scopo del diavolo è sempre stato quello di corrompere e distruggere la creatura prediletta dell’Onnipotente – e come i cristiani ai tempi delle persecuzioni siamo oggi chiamati a scegliere tra la collaborazione con la bestia o il martirio, tra l’etica e l’onestà o la cattiveria e l’egoismo.

Due umanità stanno sempre più emergendo e come in Sodoma e Gomorra “perché hanno abbandonato il patto dell’Eterno” (Deuteronomio 29,25) non dovremmo stupirci se un giorno, non molto lontano, vedremo piovere fuoco dal cielo.

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