L’avv. Amato: “ciò che è accaduto a Indi ricorda l’Aktion T4 di hitleriana memoria”

di Gian Piero Bonfanti

GLI ANGLOSASSONI E L’EUGENETICA

Nei giorni scorsi abbiamo partecipato ad un convegno dell’avvocato Gianfranco Amato tenutosi a Lissone (MB) durante il quale si è parlato di gender e di derive totalitarie.

L’evento, organizzato da 3V, ha avuto il pregio di avvicinare nuove persone che oggi iniziano a comprendere questo fenomeno oramai non più considerato come una mera invenzione di qualche pazzo visionario. Tutta la serata è stata incentrata su temi interessanti.

Abbiamo chiesto all’avvocato Gianfranco Amato di darci un parere a proposito dell’argomento del gender, del quale si occupa sin dal 2015, ma che ancora oggi sembra essere molto attuale.

“Sì, non solo è molto attuale, ma è tornato prepotentemente al centro della discussione. Quello che a me meraviglia è che nonostante il fatto che da quasi otto anni io abbia iniziato a denunciare questa cosa, solo oggi, ahimè molto in ritardo, molti si accorgano della pericolosità di questa deriva. In realtà dopo le prime denunce c’è stato un periodo di rilassamento generale, ma dall’anno scorso, quando abbiamo assistito al tentativo, non andato a buon fine, di introdurre per legge nell’ordinamento l’identità di genere, tramite il DDL Zan, il tema è tornato in auge. Questo è anche dovuto al fatto che molti dirigenti scolastici hanno ritenuto di tornare alla carica con questi progetti (chiamiamoli “cavalli di Troia”) con intenzione non solo ideologica, ma anche politica, per andare a cercare di contrastare l’attuale Governo di centro-destra. Enfatizzando il problema l’intenzione era cercare di mettere in difficoltà il Governo ed il Ministro dell’Istruzione. È un problema del quale dobbiamo farci carico e ce ne possiamo rendere conto osservando quanto sta accadendo nel mondo anglosassone, che possiamo considerare come una sfera di cristallo, ovvero un luogo dove su questi temi si è sempre all’avanguardia. Ciò che oggi è realtà là, tra qualche anno accadrà anche in Italia”.

Lei ci ha detto che questo problema è generalizzato, un tema che segue un’agenda mondiale. Lei è considerato un esperto a livello internazionale e ricordiamo che è appena rientrato da un tour di convegni tenutisi in Messico. Come ha trovato i suoi interlocutori, più o meno ricettivi rispetto ai suoi primi convegni tenuti in loco?

“Nel 2016 in realtà li trovai molto perplessi, perché per loro parlavo di cose bizzarre, se non addirittura deliranti. Quasi sorridevano perché a loro avviso queste cose sarebbero potute accadere solo in Europa, ritenendo di avere una mentalità completamente diversa, avendo il popolo guadaluparo una cultura latina, con una forte identità ed una fede profonda. Non capirono a quel tempo che in realtà si trattava di un’agenda globale  E così ad Aprile mi hanno richiamato perché tutti i passaggi che avevo previsto si sono puntualmente verificati. La stessa cosa è successa in Svizzera, un altro paese dal quale sono stato richiamato recentemente. Nel 2016 allertai anche loro. A quel tempo, forti di essere un popolo con una forte identità e di essere fuori dall’Europa, si illudevano di essere ‘immuni’ e che questi problemi non sarebbero mai approdati nel loro paese. In realtà è accaduto anche a loro come in Spagna e in tutti gli altri paesi dove sono stato. In realtà oramai è chiarissimo che si tratta di un’ agenda globalista, a livello internazionale, studiata a tavolino, che avanza inesorabilmente senza tenere conto di barriere, confini, frontiere, identità, culture differenti: è un caterpillar”.

Riguardo alla vicenda Indi Gregory, e al tema del “Best Interest”, cosa può dirci?

“C’è da dire che nel 2015 non mi sono svegliato una mattina, illuminato dallo Spirito Santo ed ho incominciato a gridare ‘al lupo’. Ciò che io ho fatto nasce dall’esperienza e dalla collaborazione che ho avuto con amici pro-life in Gran Bretagna, una fra tanti ricordo Josephine Quintavalle di CORE (Comment on Reproductive Ethics), o gli amici avvocati e notai. Lí mi resi conto che stava succedendo qualcosa che sarebbe potuto arrivare in Italia, tant’è vero che quando pubblicai il mio primo libro “Un anno alla finestra” e denunciai tutto questo, fui molto criticato anche da una parte del mondo cattolico. Sostenevano infatti che con questo libro parlavo di cose che gli italiani non potevano capire, come gender e omofobia, concetti che appartenevano alla cultura anglosassone e che non facevano parte dell’identità e della cultura italiana. Per loro con questo libro facevo allarmismo, una specie di terrorismo psicologico, fui molto criticato. Se andassimo a leggerlo oggi lo troveremmo vecchio, in quanto è arrivato tutto, ed anche di più di ciò che avevo immaginato. In realtà già da allora avevo spiegato in merito all’eutanasia, il suicidio assistito, per arrivare a Indi Gregory, come ragionava il mondo anglosassone, ed in particolar modo il mondo britannico, e ciò che sarebbe inesorabilmente arrivato con questa teoria del Best Interest, che è la stessa teoria utilizzata dai nazisti con il progetto Aktion T4. La gnadentod, quella che Hitler definì morte per pietà, per misericordia, nel miglior interesse del ‘malato’. Poi bisogna conoscere un po’ la storia della Gran Bretagna e soprattutto dell’anima profondamente razzista ed eugenetica degli inglesi. Ricordiamo sempre che i tedeschi, che gli inglesi considerano i ‘cugini stupidi’, hanno imparato dagli inglesi stessi. Marie Stopes, che è stata la prima vera razzista, è stata maestra e grande amica di Hitler, il quale la considerava un vero punto di riferimento da cui ha imparato molto, ed è stata invitata come ospite d’onore al primo congresso della razza che si è tenuto a Berlino. I due erano molto amici, e Marie Stopes ha scritto un libro negli anni venti che è proprio il manifesto a cui si è ispirato il nazismo tedesco. Quindi questo popolo ha nel DNA queste caratteristiche, quindi basta conoscere la storia per capire che quanto successo è l’inesorabile conseguenza di una forma mentis che hanno. Indi Gregory chiude questa sequela tristissima dei bambini, pensiamo ad Alfie Evans, a Charlie Gards e a tutti gli altri, e ricordiamo sempre che tutto il processo di Aktion T4, quindi l’eugenetica in Germania, con il famoso provvedimento di Hitler nel settembre del 1939, è nato sul caso di un bambino, Gerhard Herbert Kretschmar, conosciuto come il ‘Piccolo Kneuer’, che era nato cieco, senza una gamba e senza un braccio, ed i genitori avevano chiesto di sopprimerlo. Non era prevista l’eutanasia in Germania ed allora lì si aprì il dibattito ed il dottor Karl Brandt, medico personale di Hitler, convinse Hitler a concedere questo atto nel nome del Best Interest di questo bambino e sopprimerlo. Ciò che accadde al bambino fu l’inizio del progetto che conosciamo bene come Aktion T4″.

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