Sanità, come vincere le attese infinite

A cura della redazione

UN DECRETO DEL 1998 CONSENTE DI OTTENERE IL RIMBORSO DELLE SPESE SOSTENUTE PER VISITE ED ESAMI SE I TEMPI DI ATTESA DI PROTRAGGONO OLTRE IL DOVUTO

Chissà quanti si saranno trovati nella necessità di effettuare un esame clinico o sostenere una visita specialistica scontrandosi con gli infiniti tempi di attesa delle Asl. E chissà quanti, scoraggiati dalla prospettiva di attendere magari sei mesi o un anno, per prestazioni urgenti hanno deciso di sostenere quella stessa visita o esame a pagamento, presso uno specialista o una struttura privata subendo un salasso economico, alla faccia del diritto alla copertura sanitaria pubblica.

Ebbene, in pochi sanno – anche perché le Asl si guardano bene dal renderlo noto – che il decreto legislativo n. 124 del 29 aprile 1998, detta delle direttive ben precise in materia di liste d’attesa, che se eccedono il tempo indicato nella richiesta del medico curante, dà diritto al rimborso totale, se si gode di esenzione, o diminuito del ticket previsto, del costo della prestazione.

L’articolo 3 comma 10 del decreto sopra citato stabilisce che le Regioni, attraverso i direttori delle Asl e ospedali, devono stabilire i tempi massimi che intercorrono tra quando viene richiesta la prestazione e quando viene erogata. E tale intervallo di tempo dovrebbe essere ben pubblicizzato e comunicato all’assistito al momento della richiesta della prestazione. Cosa che di fatto non accade mai.

I tempi, secondo l’accordo Stato Regioni dell’11 luglio 2002, (repertorio atti n.1488), sono i seguenti: 30 giorni per le visite specialistiche e 60 giorni per gli esami diagnostici. Il medico che prescrive la visita deve obbligatoriamente indicare la classe di priorità della richiesta, che sono quattro: urgente, per cui la prestazione è da effettuarsi entro 72 ore; breve, secondo cui si deve eseguire entro 10 giorni; differibile, entro 30 giorni se si tratta di visita e 60 giorni se si tratta di accertamenti diagnostici; infine programmata, in questo caso è da eseguirsi entro 180 giorni

Se i tempi di attesa vanno oltre quelli previsti dalla classe di urgenza della richiesta, il decreto legislativo 124/1998 all’articolo 3 comma 13 prevede che «qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato dal direttore generale ai sensi dei commi 10 e 11, l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico dell’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e dell’azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti. Nel caso l’assistito sia esente dalla predetta partecipazione l’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e l’azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione corrispondono, in misura eguale, l’intero costo della prestazione».

Per ottenere il rimborso, totale o parziale, occorre che l’assistito inoltri la richiesta di ricevere la prestazione in intramoenia al direttore generale dell’Azienda sanitaria di riferimento riportando i dati personali dell’interessato, l’accertamento richiesto, la prima data disponibile comunicata in fase di prenotazione, specificare l’urgenza, il proprio diritto a conoscere i tempi massimi intercorrenti tra la richiesta di prestazioni e la loro erogazione e l’istanza di usufruire, nel caso di impossibilità di rispettare i tempi, di attività libero-professionali in regime intramoenia.

Nell’istanza va anche specificato che in mancanza di risposta si provvederà ad effettuare la prestazione presso una struttura sanitaria privata, richiedendo successivamente il rimborso delle spese sostenute, al netto del costo del ticket, se dovuto.

In definitiva, quando la prestazione richiesta non può essere effettuata entro i tempi previsti per legge, l’assistito può pretendere che l’ospedale assicuri la prestazione medica in intramoenia senza pagare nulla oltre al ticket, se l’assistito non gode di esenzioni. In alternativa, l’assistito potrà recarsi dal medico privato e poi richiedere il rimborso all’azienda sanitaria.

 

Di seguito un fac simile di istanza da inviare al direttore generale dell’Asl per richiedere le prestazioni sanitarie in intramoenia.

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Egr. Dir. Gen. dell’Azienda Sanitaria di _______________________

 

Oggetto: Istanza ex art 3, comma 13, D.lgs n. 124 del 29 aprile 1998 per usufruire di prestazioni in regime di attività libero-professionale

 

Io sottoscritto _________________, (C.F.: _____________________), nato a ___________ il _____________ e residente in _______________ via ___________________ n. __

 

Premesso che

 

in data _________ il medico dott. _________ ha prescritto al sottoscritto il seguente accertamento ________ con classe di priorità_________;

in data __________, a seguito di richiesta di prenotazione di detto accertamento, il Cup ha comunicato l’impossibilità di eseguire detto accertamento prima del _________;

il predetto accertamento è urgente e non può essere differito così a lungo;

il d.lgs. n. 124/1998 stabilisce il diritto di conoscere i tempi massimi intercorrenti tra la richiesta di prestazioni e la loro erogazione e usufruire, nel caso di impossibilità di rispettare i predetti tempi, di attività libero-professionali in regime intramoenia.

 

Tutto ciò premesso,

 

chiedo

 

che la prestazione da me richiesta sia resa in regime di attività libero-professionale intramoenia con onere a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In caso di mancata tempestiva comunicazione in merito, la predetta prestazione verrà da me effettuata privatamente con successiva richiesta di rimborso a carico di codesta azienda.

 

Cordialmente

 

Luogo, data___________________

 

Firma________________________

 

Allegati:

Copia della richiesta di prestazione

Copia della prenotazione CUP

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Si ha notizia di persone che hanno usufruito della opportunità offerta dal decreto legislativo 124/1998 che anche dopo sei mesi hanno ottenuto il rimborso chiesto ma è anche probabile che la vostra Asl – il cui bilancio sarà quasi sicuramente già disastrato – pur di evitare il rimborso “magicamente” ridurrà la vostra attesa. Vale la pena tentare.

 

Foto di copertina di OsloMetX da Pixabay

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