Israele dovrebbe comprendere che la violenza genera altra violenza!

di Gian Piero Bonfanti

LA “VENDETTA” SPETTA SOLO A DIO

Sentiamo tutti i giorni notizie di manifestazioni “pro palestinesi” che vengono organizzate in molti paesi, per chiedere ad Israele di interrompere la sua azione bellica contro il paese in cui si anniderebbero i mandanti terroristi dei fatti accaduti nello stato ebraico ad inizio ottobre. La reazione violenta e spropositata di Israele è sicuramente andata oltre al controllo di questo paese ferito anche nel suo orgoglio, reazione che per certi versi è comprensibile anche se non condivisibile.

Come ci insegna la Bibbia infatti la vendetta spetta sola a Dio: Romani 12:17-21 – Non rendete ad alcuno male per male; cercate di fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile e per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all’ira di Dio, perché sta scritto: «A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore». «Se dunque il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete dagli da bere; perché, facendo questo, radunerai dei carboni accesi sul suo capo». Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene.

È chiaro che lo stato di Israele dovrebbe fare un passo molto lungo, molto difficile. Riuscire a comprendere che la violenza genera altra violenza farebbe capire che di questo passo purtroppo il futuro di questo conflitto non può essere null’altro che nefasto.

Sono morte e stanno morendo migliaia di persone innocenti, e tra l’altro è noto che le menti criminali che hanno architettato l’atroce attentato in Israele sono rifugiate oramai in qualche parte del mondo al sicuro, e non in mezzo alla povera gente che giornalmente viene massacrata dai bombardamenti e dagli attacchi anche via terra di Israele. Purtroppo tutte le guerre mettono in evidenza gli aspetti più brutti e feroci degli uomini, e le persone diventano spietate. Ora c’è da capire come uscirne, come uscire da una situazione dominata dall’odio tra due popolazioni confinanti.

Per quanto riguarda le manifestazioni che vengono svolte nel mondo, sicuramente si possono comprendere le buone intenzioni dei partecipanti, non si capisce però come mai certe iniziative vengano portate avanti e raccolgano una grande partecipazione sempre e solo quando non si tratta di massacri e persecuzioni ai danni di cristiani nel mondo.

Secondo una notizia pubblicata da Ansa, ricordiamo che “sono oltre 360 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede (1 cristiano ogni 7); la Corea del Nord torna al primo posto; la violenza anticristiana in Africa Sub-Sahariana raggiunge intensità senza precedenti“.

Se l’articolo parla di “livello alto” di persecuzione significa che questi dati sono davvero sottostimati, se consideriamo anche persecuzioni considerate “meno gravi”. Poi sentiamo notizie come quanto accaduto in una palestra dell’Università statale di Mindanao, nella città di Marawi, nelle Filippine dove almeno 4 persone sono state uccise e 42 ferite in un’esplosione avvenuta durante una messa cattolica, nelle Filippine. Ma la notizia passa sempre in secondo piano, come se ci fossero vittime di serie “A” ed altre di serie “B”.

Senza comunque voler fare paragoni tra chi viene perseguitato di più o di meno, c’è da chiedersi quale è il motivo per cui molti contesti vengono strumentalizzati ed esasperati, andando ad acuire l’odio tra le persone, grazie a tifoserie e partigianerie banali, ed altri invece vengono volutamente dimenticati. Proprio come citato in precedenza, se pensassimo che il sentimento di vendetta non ci appartiene sicuramente diminuirebbero i conflitti mondiali. Potrebbe sembrare utopistico, ma aver fede è sempre l’unica via di uscita.

 

FOTO DI COPERTINA: https://depositphotos.com/it/home.html

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