L’esemplare conversione a Gesù Cristo di una star internazionale

di Gian Piero Bonfanti

IL CASO DI DADDY YANKEE

Di conversioni al cristianesimo è piena la storia del mondo, ma sembra che l’argomento non susciti abbastanza interesse per essere raccontato sulle prime pagine dei giornali. Infatti la stampa è sempre alla ricerca di notizie sensazionalistiche, sempre pronta a raccontare nei minimi dettagli notizie di cronaca nera, gossip, tragedie e tutto ciò che può rabbuiare l’anima e l’umore di un lettore.
La convinzione comune è infatti quella di pensare che uno scoop giornalistico sia principalmente quello di fare appassionare i lettori con dettagli macabri o quantomeno lugubri e pessimistici. Oggi invece riprendiamo la notizia dei giorni scorsi, raccontata anche dai vari giornali, ma esposta in modo asettico, come se non fosse un avvenimento sensazionale.

Abbiamo assistito ad una dichiarazione pubblica, avvenuta durante un concerto, della star internazionale del reggaeton Daddy Yankee, con la quale esprimeva la sua scelta a cambiare vita ed ad avvicinarsi al modello di Nostro Signore Gesù Cristo, comunicandoci la sua volontà di seguirLo e di fare tutto in funzione di Lui. La notizia, raccontata in modo approssimativo, è stata resa pubblica senza sottolineare l’importanza che può avere un tipo di testimonianza come questa.

Ramón Luis Ayala Rodríguez, in arte Daddy Yankee, è una star portoricana. Nato a Rio Piedras, il più grande distretto di San Juan, il 3 febbraio 1977, cresce in un ambiente difficile ed inizia a scrivere musica sin dalla giovane età di tredici anni. È proprio da bambino che Daddy Yankee vede infrangersi il suo grande sogno, quello di divenire un giocatore di baseball, in quanto dei colpi di AK-47 (un fucile automatico) subiti al ginocchio, gli hanno causato danni che tuttora gli impediscono di camminare correttamente.
Questa sua nuova passione lo porta sin da giovane ad avere un grande successo e ad avere collaborazioni importanti come quella con il noto Nicky Jam.

Tuttavia Daddy Yankee raggiunge l’apice del successo con brani come “Gasolina” e “Con Calma”, dove sono espliciti i suoi riferimenti a temi legati al sesso. Il suo canale YouTube ha quasi 40 milioni di iscritti e la sua fama internazionale è all’apice. Il suo simbolo ricorrente è un caprone che se lo cuce anche sui vestiti. Molti si ricorderanno di Daddy Yankee per la sua collaborazione con Luis Fonsi in uno dei brani più ascoltati e visti al mondo, “Despacito”, che con le ca. 8,3 miliardi di visualizzazioni YouTube ha raggiunto livelli di ascolto impressionanti.

Ebbene, a 45 anni questo notissimo cantante ha compreso che tutto quello da lui fatto sino ad ora andava in una direzione sbagliata ed ha dichiarato pubblicamente durante il suo concerto: “Ho potuto viaggiare per il mondo per anni, vincere molti premi, ricevere applausi, ma mi sono reso conto di una cosa che dice la Bibbia: “che ci guadagna un uomo ad avere il mondo ai suoi piedi se poi perde la sua anima?”.

Per questo stasera riconosco e non me ne vergogno di dire al mondo intero che Gesù vive in me e che io vivrò per Lui. Questa è la fine di un capitolo e l’inizio di uno completamente nuovo. Tutti gli strumenti che ho, la musica, i social media, un microfono, tutto quello che mi ha dato Gesù sono ora per il Regno. Grazie Porto Rico, spero che voi veniate con me in questo nuovo inizio e spero che vi mettiate in testa qualcosa di importante: non seguite nessun uomo, io sono una persona, a tutti quelli che mi hanno seguito, seguite Gesù Cristo che è il cammino, la verità, la vita. Grazie mille, Dio vi benedica”.

Parole chiare quelle di Daddy Yankee, spesso riportate parzialmente o non volutamente tradotte alla lettera. Parole che hanno segnato la fine della sua carriera in un ambiente troppo spesso odorante di zolfo, dove il successo sembra che si possa ottenere solo facendo un patto col diavolo.

Stessa sorte capitata anche a Farruko lo scorso anno, altra star internazionale nativa di Porto Rico, il quale pubblicamente aveva dichiarato la sua conversione religiosa durante un concerto, dopo aver per anni inneggiato a sesso, droga e sballo. Ma la lista delle conversioni è lunga.Pensiamo alla star internazionale attore e cantante di “High School Musical: The Musical- The Series”, Joshua Bassett, che alla giovane età di 22 anni il 13 febbraio scorso dichiarò pubblicamente: “Il mio nome è Joshua Bassett. Per farla breve, sono cresciuto cristiano e sono corso dall’altra parte, il più lontano possibile, alla ricerca della ‘verità’. Ciò si è concluso solo con dipendenza, depressione, idee suicidarie, disturbi alimentari, eccetera. Nessun altro insegnante mi ha dato neanche lontanamente la pace che mi ha dato Gesù Cristo. Sono qui per dichiararlo pubblicamente mio Signore e salvatore”.

Di questi avvenimenti ne capitano sempre più spesso, ma ciò che notiamo è il goffo tentativo da parte del mondo dello spettacolo di cercare di occultare queste grandiose notizie. Di fatto sono delle vere e proprie testimonianze e coloro che seguono queste star hanno del materiale vero e proprio su cui riflettere. Proviamo a pensare se negli oratori invece di essere dediti solo alle lotterie ed alle castagnate si potessero anche organizzare testimonianze di personaggi che si sono convertiti al cristianesimo. L’effetto sarebbe dirompente. Purtroppo, come avrebbero detto i nostri nonni, “non c’è più religione” e forse è proprio per questo che oggi in molte parrocchie viviamo una cristianità mediocre.

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