L’esempio dei giovani santi di oggi per salvare i nostri figli dalla barbarie

di Aldo Ciappi

TRASMETTERE LA FEDE (ALLA SCUOLA DI NOSTRO FIGLIO CARLO ACUTIS)

«Non esiste la nuda fede o la pura religione. In termini concreti, quando la fede dice all’uomo chi egli è e come deve incominciare ad essere uomo, la fede crea cultura. La fede è essa stessa “cultura”» (J. Ratzinger in Nuova Umanità, XVI, 1994, n. 6 – p. 103).

Il tema della fede religiosa non può essere, quindi, accantonato e rimosso dalla sfera pubblica in nome di un distorto concetto di laicità. Del resto basta guardarsi intorno per comprendere l’enorme importanza storica, culturale e, in qualche modo, anche “politica” avuta dal cristianesimo per l’Italia e per l’Europa intera, e, di contro, per prendere atto del baratro che ha davanti a sé la nostra agonizzante civiltà che ha espulso Dio da ogni contesto. Quindi la trasmissione della fede è una (o forse è “la”) questione centrale per i credenti.

Essa si inserisce, peraltro, nella più vasta problematica che riguarda il ruolo educativo che tutti i genitori, credenti o meno, sono chiamati a svolgere, in questo secolo buio, per accompagnare i propri figli nel diventare adulti e responsabili, non essendovi altri soggetti in grado di farlo al loro posto (tantomeno lo Stato).

Il sistema educativo nel suo complesso è in gravissima crisi: ovviamente perchè è in crisi l’istituzione familiare in sé, ma anche perchè nelle stesse famiglie “sane” (se possiamo definirle così) spesso manca, nei genitori, un solido retroterra di “buoni” e soprattutto “incarnati” valori da instillare nei cuori e nelle menti dei loro bambini per proteggerli dai veleni che respirano fuori appena nati. Fortezza, prudenza, giustizia e temperanza sono le virtù “cardinali” che i giovani imparano (o dovrebbero imparare) alla scuola delle famiglie cristiane. Ma, non di meno, queste virtù possono considerarsi i capisaldi sui quali incentrare una sana educazione giovanile anche da parte di chi non è credente e quindi anche da parte della stessa comunità civile (pur laica quanto lo si voglia) che se ne avvantaggia appieno.

La fede e la buona educazione trasmesse dai genitori ai figli sono un antidoto che li salva dall’imbarbarimento; una volta interrotto questo flusso vitale i risultati sono quelli che tutti vediamo. Non occorre essere esperti di statistica per rendersi conto della triste realtà che ci circonda.

Ecco, dunque, l’importanza e l’urgenza di proporre l’esempio di genitori e di figli di questo tempo che, sfidando controcorrente la marea apparentemente inarrestabile del “ma così fan tutti”, aprono il cuore alla speranza di “nuovi cieli e una terra nuova” (2Pt. 3,13). Un esempio tra tanti è quello di Carlo Acutis e della sua famiglia.

Carlo ha lasciato questa terra a causa di una leucemia fulminante nel 2006, a soli 15 anni. Tuttavia, nella sua pur brevissima vita, questo ragazzino ha tracciato nel cielo una scia di luce così intensa di fronte alla quale l’uomo moderno, ormai alieno da ogni frequentazione con il “mistero”, rimane ammutolito. Il processo canonico aperto dopo la sua morte ha superato celermente e brillantemente le sue fasi preliminari con tantissime testimonianze e con segni prodigiosi documentati nelle carte tanto da poter essere proclamato beato da Papa Francesco il 10 ottobre 2020.

Padre Giorgio Maria Carbone, O.P. – per i tipi della casa editrice Editrice Studio Domenicano-ESD da lui diretta – ha raccolto in un libro-intervista dal titolo “Trasmettere la fede alla scuola di nostro figlio Carlo Acutis” (p. 192), le testimonianze privilegiate di Andrea Acutis e Antonia Salzano, genitori di Carlo, che hanno raccontato la loro straordinaria esperienza spirituale vissuta con il figlio. Padre Carbone è professore di Bioetica, Antropologia Teologica e Teologia morale presso la Facoltà di Teologia di Bologna e insegna “Introduzione al pensiero e alle opere di Tommaso d’Aquino” presso lo Studio Filosofico Domenicano di Bologna. Insomma un’autorità in campo teologico, filosofico, morale, ma anche bioetico. In quest’ultima materia, ha scritto, insieme ai medici Vittorio Baldini e Renzo Puccetti, il volume “Pillole che uccidono” in cui, oltre a sottolineare gli aspetti etici dell’assunzione delle pillole contraccettive ed abortive (dimenticati anche da tanti Pastori della Chiesa), sono descritti i gravissimi effetti dannosi sulla salute delle donne.

Quella di Carlo non è una meteora piovuta casualmente dal cielo. Altre luminose figure di giovani come lui hanno percorso per pochi anni le nostre strade per essere presto proiettati verso l’ Eternità, quasi a scuotere l’umanità odierna; in particolare, i nostri giovani, troppo fragili e ripiegati su se stessi, per invitarli a guardare oltre l’angusto orizzonte della vita terrena e le cose vane che il mondo di oggi propone loro.

Chiara Luce Badano (1971-1990; 19 anni), Chiara Corbella (1984-2012; 28 anni), Sandra Sabbatini (1961-1984; 23 anni), David Buggi (1999-2017; 18 anni), Gianluca Firetti (1994-2015; 21 anni) sono, insieme a Carlo, solo alcune tra le figure di santi giovanissimi più conosciute e venerate… Essi sono la prova tangibile che Dio non ha abbandonato l’uomo contemporaneo nonostante la sua apostasia apertamente dichiarata.

Nel libro-intervista, oltre alla diretta voce dei genitori si trovano altre testimonianze tratte dagli atti della causa di beatificazione e vi sono riportati gran parte degli appunti scritti lasciati dal beato; frasi brevi, penetranti e incisive quali: “Tutti nasciamo come degli originali, ma molti di noi muoiono come fotocopie”; “L’Eucaristia è l’autostrada per il paradiso” ecc..

Il corpo di Carlo riposa ad Assisi, nella Chiesa di S. Maria Maggiore – Santuario della Spoliazione, da lui quotidianamente frequentata durante i lunghi soggiorni con la propria famiglia nella città di S. Francesco, per assistere alla Messa ed accostarsi all’Eucarestia. E, al riguardo, non si può non accennare alla particolare devozione che Carlo nutriva per Gesù-Eucarestia che l’aveva spinto, precocissimo, a ideare e curare una rassegna fotografica sui miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, poi raccolta in un catalogo con la prefazione del Card. Angelo Comastri, Arciprete della Papale Basilica Vaticana che, oggi, come mostra itinerante, sta facendo il giro del mondo. Solamente negli Stati Uniti, essa è stata ospitata in migliaia di parrocchie e in oltre 100 Università. È stata promossa da molte Conferenze Episcopali (tra cui quella Filippina, Argentina, Vietnamita, ecc…). E’ arrivata anche in Cina, in Indonesia e nei Santuari di Guadalupe, di Fatima e tanti altri… “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).

Colpisce quella risposta – così vera al cuore del credente quanto scandalosa a quello dell’ateo – di Antonia Salzano ad una domanda di Padre Giorgio (v. pp. 19-20): “anche la morte come quella di Carlo, che il mondo può giudicare prematura, alla luce della fede si è rivelata come una grazia. Senza il faro della fede brancoliamo nel buio, tutto cade nell’oscurità, nel non senso, nell’assurdo. Con il faro della fede iniziamo ad intravvedere un puntino all’orizzonte, scopriamo che ogni realtà, anche minima, tragica e dolorosa, è nel disegno di salvezza di Dio che vuole sempre e solo il nostro bene…”, che non è altro – prosegue nella risposta – “la vita eternamente beata”. In proposito

Carlo amava dire: “Da bruchi, con la morte diventeremo farfalle…”.Oggi, i suoi genitori con la gioia della Fede ritrovata raccontano in questo libro, da leggersi d’un fiato, e al mondo intero il miracolo che hanno vissuto “in” e “con” Carlo, chiamando a raccolta ogni uomo di buona volontà alla nuova evangelizzazione

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