Non chiudiamo i nostri cuori

Non chiudiamo i nostri cuori

di Gian Piero Bonfanti

PREPARIAMOCI AL SANTO NATALE

Ci avviciniamo al Santo Natale e pare come se stessimo vivendo un periodo temporaneamente sospeso nel tempo. I bimbi scrivono le letterine a Gesù Bambino o a Babbo Natale, gli addobbi natalizi sono in ogni luogo, i canti e le musiche li udiamo per le strade. Anche le espressioni delle persone sembrano addolcite, come a farci capire che queste festività servono per purificarci, per continuare ad aver fiducia e proseguire nel nostro cammino di fede.

Questo clima contagioso tocca anche chi, pur non credendo, attende il Santo Natale per scambiarsi i doni, per riunirsi in famiglia o più banalmente per potersi godere dei giorni di ferie. Ma anche in cuor loro è sicuramente presente la convinzione che questi giorni siano qualcosa di molto più importante rispetto ad una mera ricorrenza asettica. Chissà se un giorno anche costoro avranno il coraggio di riconoscerlo aprendo il loro cuore a Nostro Signore Gesù Cristo.

E allora eccoci alla rincorsa verso gli ultimi acquisti per i regali da scambiarci la notte di Natale, tutti quanti, credenti e non.  Le strade ed i negozi si riempiono di persone che sembrano liberate da una gabbia invisibile. In questi giorni si spendono i piccoli risparmi perché bisogna comprare ciò che può far contenti i propri cari, amici o parenti. E come dare torto a tutti coloro che hanno vissuto gli ultimi anni in una sorta di segregazione forzata sotto il ricatto morale di essere tacciati come untori qualora si fosse messa la testa fuori dalla propria abitazione. Si nota in questi giorni una frenetica compulsività, ma tutto questo è comprensibile, siamo convinti tutti di essere troppo in ritardo su tutto.

A parte quelle persone ancora mascherate che mai più si affrancheranno dalla protesi di carta ma che effettivamente sono oramai fortunatamente solo una eccezione, oggi è importante andare per negozi, mischiarsi alla folla, curiosare in tutte le vetrine e per chi può spendere, fare regali, comprarne il più possibile, tornare a casa con tanti sacchetti e solo dopo pensare che forse si è esagerato un po’, forse sarebbe stato il caso di essere un po’ più avveduti. Ma che importa, è talmente bello fare contenti le persone donando loro regali che l’idea di fare sacrifici in un secondo tempo diventa meno importante.

Non chiudiamo quindi i nostri cuori, lasciamo che questa sia una occasione per stare vicino ai nostri cari, alle persone anziane, ai malati ed a tutti coloro che questa società dello scarto vuole dimenticare. Non facciamoci convincere che un abbraccio o un bacio possa essere la causa di un contagio di una malattia ipotetica, non soccombiamo alla narrazione che ci vuole disuniti e stiamo vicini a chi ha bisogno di noi, del nostro affetto.

Ricordiamoci quanto scritto nel Vangelo di Giovanni 15, 9-13: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.

Prepariamoci quindi per questo grande evento, che è la venuta di Nostro Signore Gesù Cristo, e cerchiamo di ricordarci di tutte le persone care, senza dimenticare che ognuno ha bisogno anche solo di un abbraccio, una carezza, uno sguardo. Buon Santo Natale.

 

Foto di Marjon Besteman da Pixabay

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