Il card. Müller su Fernández e l’opinione gnostica di una piccola élite

di Angelica La Rosa

“I DOGMI PAPALI NON CONSENTONO UNA COSA DEL GENERE”

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede, commentando con Kath.net il comunicato stampa del dicastero vaticano in seguito allo storico rifiuto della Fiducia supplicans da parte di vescovi e conferenze episcopali, ha spiegato che “la reazione negativa a livello mondiale da parte di ampi settori dell’episcopato mondiale e di eminenti laici nei confronti degli ‘orientamenti pastorali’ emanati dal Dicastero per la Dottrina della Fede sulla benedizione privata di persone in relazioni peccaminose dovrebbe far riflettere i responsabili a Roma”.

Il Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede ha aggiunto che la distinzione tra benedizioni liturgiche ufficiali e benedizioni pastorali private dei partner sessuali non coniugali “rimane problematica”. La proposta di una benedizione di 15 secondi con il segno della croce e l’invocazione del nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo viene descritta come una preghiera privata per l’aiuto di Dio, che vuole sempre la nostra separazione dal peccato e la nostra salvezza eterna. Qualsiasi laico può pregare questa preghiera per gli altri.

“Il sacerdote, però, deve vigilare affinché la sua benedizione in nome della Chiesa non venga strumentalizzata da gruppi di pressione laico-ideologici ed ecclesiastico-ereticali, il cui unico obiettivo è quello di minare la verità della fede rivelata (nell’insegnamento e nella pratica della Chiesa, che non dovrebbero confrontarsi)”.

Secondo il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, il punto più problematico sembra essere “lo sforzo pastorale (ovviamente necessario) per la salvezza e l’apertura a Dio delle persone che hanno rapporti sessuali irregolari o di coloro che, corrotti dall’ideologia LGBT, diffamano la teologia cristiana del matrimonio come obsoleta e ostile al corpo”.

Secondo il porporato si tratta dell’affermazione di “un vero sviluppo al di là di ciò che il magistero e i testi ufficiali della Chiesa hanno detto sulle benedizioni”.

“Il magistero del Papa e dei vescovi non può in alcun modo ricevere autorità da un dicastero romano, anche facendo appello alla volontà personale (volontaristica) dell’attuale Papa regnante, per integrare, ridurre, correggere o rendere compatibile con il buon senso o le ideologie correnti … ciò che è stato rivelato una volta per tutte in Cristo ed è  presentato normativamente nella “dottrina degli apostoli” (At 2,42) per tutti i tempi.

I due dogmi papali del Concilio Vaticano I (infallibilità, primato di giurisdizione) “non consentono una tale interpretazione che romperebbe l’ermeneutica della fede cattolica, anzi, la contraddicono direttamente. Non c’è spazio per suggerire nulla nella dichiarazione definitiva del Concilio Vaticano II: «Questo Magistero, evidentemente, non è al di sopra della parola di Dio, ma la serve, insegnando solo ciò che gli è stato affidato, per comando divino e con l’assistenza dello Spirito Santo l’ascolta con pietà, la custodisce accuratamente e l’espone fedelmente, e da questo unico deposito di fede trae tutto ciò che propone come verità rivelata da Dio da ccredere» (Dei Verbum 10)”.

Per il cardinale tedesco “la visione gnostica secondo cui una piccola élite ha un accesso speciale allo Spirito Santo o che, mitologicamente, lo Spirito Santo parla attraverso “le persone sane tra le persone semplici e intellettualmente incorrotte” (lo “spirito popolare” dei romantici) non ha nulla a che vedere con la fede cattolica. C’è un solo tesoro della Parola di Dio, che si trova nella Sacra Scrittura e che, nel contesto della Tradizione apostolica, è integralmente custodito e fedelmente interpretato da tutta la Chiesa sotto la guida del sacro magistero”.

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